Pubblichiamo una lettera di denuncia inviataci da un nostro lettore che evidenzia in maniera preoccupante la rassegnazione e la visione tragicamente “nera” del futuro della nostra città da parte di tantissimi giovani.

“Non è rimasto più nulla, nulla per i giovani, nulla per gli adulti, nulla per gli anziani, Adrano si è spenta così, tra una festa e l’altra, in declino, dai botti altisonanti di una festa qualsiasi, un temporale, il giorno di Natale ha trascinato via l’ormai labile strato d’asfalto che ricopriva le sue strade, già rattoppate tra un acquazzone e un altro, poi basta. L’amministrazione sembra aver smesso di continuare ad occuparsi dei bisogni della città, dopo aver sentito il Vaticano che si era dichiarato contrario all’accanimento terapeutico. Non voglio lamentarmi ma ho come l’impressione, magari mi sbaglio, che lontano da scadenze elettorali che assillano i cittadini, non abbia senso dare un barlume di dignità a questa borgata ormai morente, Adrano, i cui giovani sono ormai destinati al triste destino di abbandonare la propria terra, perché non offre nulla, se non l’amara verità che è stato vano sperare in una rinnovata linfa effimera, che ha pervaso la nostra città per qualche breve periodo, consapevoli che si è trattato di solo fumo negli occhi. Ogni adranita della mia generazione, laureato, diplomato, istruito o meno, nel fare la valigia penserà: «Mai più, non tornerò mai più», ma non lo dirà con nostalgia o con tristezza, lo dirà con rabbia, con la voglia di rivalsa in una terra che magari saprà apprezzare meglio i propri figli, perché questa terra è come una madre cieca che non distingue il proprio figlio dal ladro. Non c’è politica che tenga, non c’è maggioranza nè opposizione, nè ad Adrano nè in Sicilia, perché cambiano i musicisti ma la musica è sempre quella: una marcia funebre, che accompagna la politica, l’economia, l’amministrazione, la cultura e qualsiasi altra cosa che ci possa classificare come un popolo civile, noi adraniti, noi siciliani non siamo civili, non abbiamo cultura, perché la prima civiltà e cultura viene in casa propria, noi siciliani siamo straordinari quando non siamo in Sicilia, ma qui in casa nostra “fitemu”, nessuno può negarlo, se qualcuno lo fa è solo un ipocrita o un illuso. Gli adraniti ultimamente si sono lamentati del sindaco, io sono del parere che non ha senso lamentarsi se poi, in sede d’elezione, non orientiamo di conseguenza le loro preferenze, se il sindaco o chiunque altro non ci sta bene non lo votiamo più e basta, io non sono un tipo che faccio polemica sulle scelte politiche, posso essere contrariato, indignato, arrabbiato per le scelte degli altri, ma ognuno è libero, dico solamente a tutti che non ha senso piangersi addosso, un impegno mediocre porta sempre a risultati mediocri.
Sono del parere che bisogna iniziare a fare politica in maniera differente, indipendentemente se si è di destra o di sinistra, innanzi tutto bisogna iniziare a fare politica seriamente, ciò significa in maniera programmatica, con un impegno costante, basato su una concreta volontà di mettersi al servizio della comunità, a prescindere dal colore politico, anziché di vedere gente che si candida alle elezioni, liberissima di farlo, ma che non gliene importa nulla ma è messa lì per fare numero, nella speranza di entrare in consiglio per elemosinare la retribuzione mensile, come soluzione alla dilagante disoccupazione. Comunque, l’impegno per la comunità è qualcosa che va oltre i partiti e va oltre lo schema destra-sinistra dal quale tutti siamo condizionati nei ragionamenti, a pensarci bene un buon amministratore negli anni non viene ricordato perchè di destra o di sinistra, ma perchè prima di tutto, era un buon amministratore.”

Marco Diolosà
—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/