Intervista di Tony Zermo a Pietrangelo Buttafuoco (foto sotto) [La Sicilia 19/09/2010]

Pietrangelo Buttafuoco è un intellettuale di destra deluso e arrabbiato, anzi vergognato. Lo ha detto anche alla trasmissione «L’ultima parola» di Gianluigi Paragone, purtroppo vista da pochi perché si è protratta su Raidue fino all’una e mezza di notte.

Pietrangelo, parlami di questa tua amarezza di ex missino che si sente tradito.
«Quelli come me provano vergogna perché eravamo infilati tra la gente vera, che non è quella che si costruisce la carriera. Gente che incontravi a Catania, a Messina, a Enna, c’era questa umanità proletaria che credeva nei nostri valori e si entusiasmava. E in quella lunga fase di maggiore tensione, quando nessuno ci affittava i locali per le sedi perché temevano che li bruciassero, cominciammo a comprare le case. Ricordo perfettamente quando Almirante mandava le cambiali fatte per comprare le sedi a colleghi e simpatizzanti di partito che potevano permettersi il lusso di pagarle per conto del Msi. Alla famiglia Lazzano di Sciacca arrivavano regolarmente le cambiali da pagare, e il vecchio Lazzano le pagava. Era una pratica diffusa. Chiaro che la gente che ti ha dato aiuto poi si vergogni di questi fatti. Saranno 70 metri quadri l’appartamento di Montecarlo, ci sarà la cucina da 4000 euro, però è il dettaglio in sé che è deplorevole».

Tra l’altro s’è scoperto che nell’atto davanti al notaio di Montecarlo le firme del locatore e del locatario sono identiche, come se il cognato di Fini avesse affittato l’appartamento a se stesso.
«Sì, vero, ma la cosa peggiore è di non avere avuto mai un microfono a disposizione per raccontare il nostro punto di vista, facevamo una fatica immane avere uno spazio in Rai, la peggiore Rai di tutti i tempi, e perciò grida vendetta che l’unico sforzo politico è stato concedere l’appalto per un varietà televisivo alla suocera di Fini. Una cosa vergognosa e offensiva per quelli che hanno fatto i campi off, quelli che hanno fatto la battaglia culturale, soprattutto la battaglia contro l’egemonia culturale della sinistra. Cosa pensa Fini di fare la battaglia contro il conformismo con la trasmissione del varietà di sua suocera? Questo fa indignare, a maggior ragione chi come me ormai non fa più politica da una vita. L’altra sera quindi mi sono addolorato vedendo come andava il dibattito e ad un certo punto quello che ero io una vita fa ha preso il posto di quello che sono io oggi, del giornalista di oggi».

Ma oggi il partito di Fini dove va?
«Ma guarda, quelli che sono accanto a Fini a cominciare da Fabio Granata, dalla Perina, da Fabio fatuzzo a quelli che sono nella fondazione Fare Futuro, tutta gente che conosco bene, con cui sono cresciuto e con cui ho condiviso la battaglia politica, sono sicuramente coerenti perché continuano a dire le stesse cose che dicevano nel Msi, ma con una differenza sostanziale, e cioè oggi dicono che Fini era l’ostacolo fondamentale a quel processo di trasformazione del Movimento sociale. Perché nel frattempo che noi facevamo una battaglia politica all’interno del Movimento sociale, che era una battaglia culturale, di valori, c’era Gianfranco Fini che era l’ostacolo di tutto ciò. Oltretutto Fini aveva un partito, l’ha sfasciato, l’ha chiuso infilandosi in una catena di contraddizioni. Disse: “Dopo il predellino siamo alle comiche finali”. Dopo due giorni lui era accanto a Berlusconi dimenticando le comiche finali. Dopodiché entra nel Pdl, dopo dice che il Pdl non gli piace e fa di tutto per sfasciarlo. Lui doveva semplicemente tenere il punto e tenere quel partito. Basta attenersi ai fatti e i fatti lo inchiodano alle contraddizioni. La rabbia e la vergogna io le confino in quei due episodi che secondo me sono gravi, la casa di Montecarlo e l’appalto Rai alla suocera, e sono abbastanza per provare repulsione».
—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/