CATANIA – Gaetano Tafuri è stato di parola. Aveva promesso: «Da qui non mi muovo». Una promessa, la sua, ferma e decisa per dire «no» alla norma contenuta nella manovra finanziaria del governo nazionale che lo sollevava dall’incarico di commissario straordinario della Ferrovia circumetnea affidando la gestione dell’ente al direttore generale del settore Trasporti pubblici locali del ministero, Virginio Di Giambattista.
COMMISSARIO SENZA SCRIVANIA – E così, l’ormai ex commissario Fce, fedelissimo del presidente della Regione, Lombardo, è arrivato puntuale nel suo ufficio in via Caronda e si è seduto alla scrivania che occupa dal settembre del 2008. Un atto, quello di Tafuri, per ribadire che il «siluramento» è frutto di «una legge ad personam che stavolta il premier Berlusconi ha disegnata apposta su di me, non su di lui, commettendo un atto gravissimo», contro «una magistratura che per due volte gli ha dato torto». Il riferimento è alle sentenze del Tar di Catania e del Consiglio di Stato che hanno sospeso i provvedimenti del governo Berlusconi che revocavano l’incarico a Tafuri.
NUOVA UDIENZA AL TAR – Il Tar etneo oltretutto si pronuncerà nuovamente visto che ha già fissato un’altra udienza per discutere la situazione. Nel frattempo, Tafuri annuncia di aver investito della questione la deputazione nazionale dell’Mpa, «perché parli con il presidente della Repubblica, garante della Costituzione, affinché sappia che cosa ha partorito il governo Berlusconi, daremo battaglia per difendere non il sottoscritto che, come ho già detto, può immediatamente rinunciare all’incarico, ma la continuità dei finanziamenti della tratta Stesicoro-Aereoporto (90 milioni di euro) brutalmente tagliati da questa Finanziaria e quella occupazionale». I lavoratori da ieri sono in presidio permanente perché dicono di temere «la riduzione dei contributi del 10 per cento che bloccano la realizzazione della tratta e impediranno la stabilizzazione di 110 precari». Ma il contrattacco di Tafuri prevede anche la presentazione di «un esposto-denuncia nei confronti di tutti i ministri che hanno firmato il decreto contenente questa norma».
UNA STRUTTURA PARALIZZATA – Basilio Catanoso, parlamentare nazionale del Popolo della Libertà, aveva fatto sentire la propria voce il giorno prima del siluramento di Tafuri, con un duro intervento alla Camera, definendo la Fce «una struttura paralizzata». «Non si è pubblicato – ha detto Catanoso – un solo bando e ogni fatto pubblicizzato si riferisce esclusivamente a lavori avviati prima dell’insediamento dell’ultimo commissario, per i quali Tafuri è riuscito al massimo a non bloccare i cantieri. Il caso di maggiore evidenza dell’assoluta inerzia è possibile individuarlo nel blocco dei lavori della tratta Stesicoro-aeroporto, per la quale, malgrado il progetto approvato e in parte finanziato dal Cipe già nel marzo 2006, non è stata intrapresa da parte del commissario alcuna attività per avviare la realizzazione, almeno, di un primo lotto finanziato, quello di 90 milioni di euro. Il mancato avvio di questa procedura di gara in tempi brevi potrebbe determinare lo storno del finanziamento assegnato, rischio sempre più forte anche a causa dell’ultima manovra finanziaria dei giorni scorsi».
ESPOSTO IN PROCURA – Catanoso preannuncia un’interrogazione e un esposto alla Procura in merito ad alcuni concorsi banditi dalla Fce perché «tra i vincitori di concorso sono risultati stranamente la figlia della storica segretaria di Raffaele Lombardo, tale Cuffari, una signora Bonanno già segretaria di Lombardo a Bruxelles, sindaci del partito del presidente della Regione e consiglieri comunali e circoscrizionali che hanno vinto stranamente questo concorso».

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