di Giovanni Ricca
fonti: lasicilia.it, La Sicilia, Giornale di Sicilia

Partiamo con ordine per chiarire una settimana, quella appena passata, all’insegna delle polemiche e della fine di molte “amicizie politiche”.

Martedì sera l’Acoset ha voltato pagina: dopo oltre 16 anni di presidenza Giuffrida, la carica più alta dell’azienda idrica è adesso ricoperta da Fabio Fatuzzo (foto a lato), ex deputato nazionale An ed ex assessore alla Cultura del Comune di Catania, eletto col 53% delle preferenze al termine di una assemblea dei soci caratterizzata da spaccature e polemiche. Alla fine ad astenersi dal voto sono stati gli amministratori che detengono il 47% delle quote societarie, così l’elezione di Fatuzzo è stata in forse sino alla fine.

Veniamo alle modalità in cui è arrivati a questa nomina.

«All’ordine del giorno c’era il bilancio e la nomina del consiglio di amministrazione e del presidente», ha spiegato il sindaco di Belpasso, Alfio Papale. «Il sindaco di Mascalcia (Maugeri, fedelissimo di Lombardo, [ndr]) ci aveva più volte riunito per individuare un tecnico per dirigere l’azienda, risanare la situazione piuttosto pesante e garantire il necessario e dovuto approvvigionamento idrico» (Papale fa riferimento alle partecipate create dall’uscente presidente Acoset, Pippo Giuffrida, e a quanto già emerso dalle indagini della Procura della Repubblica, ndr).
Ad un certo punto della riunione, «i sindaci del Mpa si riuniscono fra di loro, si fa l’appello e si fa in modo che, o con la partecipazione di tutti o solo con lo schieramento Mpa-Ferrante, che racchiudeva il 53% delle quote azionarie, si potesse procedere alla continuazione dei lavori. Noi (i rappresentanti degli altri Comuni, ndr) a questo punto chiedevamo di sospendere la seduta per completare quel percorso individuato dallo stesso sindaco di Mascalucia: individuare una terna di tecnici». I sindaci della cordata Pdl fanno quindi presente che non avevano dei nominativi dettati dai diversi referenti politici e negano di aver proposto la candidatura del presidente uscente Pippo Giuffrida. «Fino alla riunione del giorno prima, tutti a Mascalucia avevano concordato di approvare solo il bilancio ed il Cda. Si sarebbe eletto subito dopo il cambio dello statuto per consentire ai sindaci di poterne far parte. La nomina di Fatuzzo è nata da un accordo sottobanco tra il sindaco di Mascalucia, rappresentante Mpa, e il sindaco di Adrano Ferrante, legato a Stancanelli».

Era nell’aria che qualcosa sarebbe accaduto durante la riunione. Da tempo, infatti, una nutrita cordata di sindaci aveva espresso la propria contrarietà alla riconferma del presidente uscente, Giuseppe Giuffrida, alla luce della carente situazione idrica dei paesi serviti dal consorzio e soprattutto per le scelte della presidenza uscente di investire parte dei fondi Acoset in altri ambiti idrici della Sicilia, come la Girgenti acque che serve Agrigento, anziché investire sul territorio d’appartenenza. Contestata anche la scelta della dirigenza Acoset di far nascere alcune società compartecipate, come la Heliana srl (in cui l’Acoset è in società con un’azienda di Lussemburgo) per occuparsi di produzione di energie alternative e distribuzione di gas e acqua.
Durante l’assemblea si sono quindi delineati due fronti contrapposti, ben saldi sulle proprie posizioni.
Da un lato i sostenitori della nuova linea, schierati per eleggere Fatuzzo: una cordata formata dal sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, in rappresentanza del Comune, con accanto gli amministratori di Mascalucia, Adrano, Tremestieri, S. P. Clarenza, Battiati, e di tutti gli altri esponenti vicini al Mpa del presidente della Regione, Lombardo. In particolare, in tale schieramento, spiccano due figure: quella di Stancanelli, pidiellino “lealista fino a prova contraria” ma con la necessità di trovare una poltrona per Fatuzzo, fatto fuori nel precedente rimpasto di Giunta, e quella di Ferrante, sindaco di Adrano, appartenente al Pdl(-Sicilia?) e da sempre vicino alle posizioni del presidente della Camera, Fini.
Sull’altro fronte i sindaci di Belpasso, Gravina, Trecastagni e degli altri Comuni retti da esponenti vicini al senatore Pdl, Pino Firrarello, e al coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione, pronti a riconfermare il presidente uscente, Giuffrida, solo se non fosse stata individuata una figura con l’esperienza idonea ad affrontare i problemi urgenti
che assillano il Consorzio.
Nel rinnovo delle cariche dell’Acoset si è riproposto, quindi, lo scontro politico che da tempo caratterizza la vita politica regionale ed una polemica tutta interna al Pdl, lacerato ormai da molteplici correnti, in una fase in cui si starebbe preparando la cacciata di Fini (e dei suoi fedelissimi) dal partito. In tale contesto si inserirebbe la rottura, per certi versi clamorosa, di vecchi sodalizi politici, vedi il caso Catanoso-Ferrante, legato, sembra, alla conta interna al Pdl, in atto ormai da qualche settmana, tra i fedeli al premier Berlusconi ed i sostenitori di Fini. Resta da capire se questo potrà in qualche modo influire sulle vicende politiche locali, considerando che il deputato regionale Pogliese, ex An (da sempre vicino al Sindaco Ferrante) all’Ars è vice-capogruppo del Pdl (lealista) ed ha partecipato all’incontro organizzato qualche settimana fa dal Coordinatore Regionale del Pdl, Castiglione, presso le Ciminiere di Catania, che ha portato alla nascita del movimento “Vogliamo un’altra Sicilia”.
Ma torniamo all’Acoset…

I sindaci-soci hanno quindi proceduto ad approvare il Bilancio ed a modificare lo statuto, permettendo così il reinserimento nel cda aziendale di quattro sindaci che insieme al presidente decideranno la linea, politica e tecnica, da seguire. Nel nuovo cda, insediatosi venerdì mattina, siedono i sindaci di Tremestieri, Basile, di S. Pietro Clarenza,Vincenzo Santonocito, di Pedara, Antony Barbagallo, e di Aci S. Antonio, Giuseppe Cutuli, tutti appartenenti all’Mpa.

Ecco quindi spiegato l’insorgere degli altri primi cittadini, che, il giorno successivo, nel corso di una conferenza stampa tenutasi presso il Comune di Belpasso, hanno annunciato ricorso al Tar parlando di «scandalosa elezione», di «modalità illegittime», di «candidatura non condivisa», di «ennesima nomina politica» e di «inciucio» tra l’Mpa e la corrente del Pdl del sindaco di Catania Raffaele Stancanelli, da sempre molto vicino a Raffaele Lombardo.
I nove primi cittadini hanno quindi annunciato un imminente ricorso anche sulla base delle modalità di elezione avvenuta senza prima presentare il curriculum del candidato o dati che lo individuassero. «Per noi non è stato eletto nessuno – puntualizzano – se non un generico Fabio Fatuzzo. Faremo ricorso».

Insomma, si ci attendeva un tecnico… Alla fine è arrivato, in molti se lo aspettavano, un politico. Una scelta che, ancora una volta, ha il sapore dell’ “inciucio”, malcelato da termini come “cambiamento” o “innovazione”, tecnica più volte utilizzata dal Presidente in questi mesi di governo alla guida della Regione. L’Mpa ha adesso in mano il Cda del Consorzio, potendo influenzare a proprio piacimento le scelte dell’Ente.
«Sono sicuro che il nuovo cda aziendale Acoset – ha detto invece il sindaco di Mascalucia, Maugeri – permetterà alla Società di ritornare a svolgere i suoi compiti originari, secondo quei principi fondamentali di economicità, efficacia ed efficienza».
Tutto questo lasciando fuori dalla gestione il 47% dei Comuni!

Inevitabili, come accennato sopra, le reazioni.

Basilio Catanoso, deputato nazionale del Pdl (ex An, più volte a fianco dell’attuale sindaco di Adrano, Ferrante): «È inaccettabile l’accordo tra alcuni sindaci, capofila il Comune di Adrano, con la partecipazione attiva del Comune di Catania e del sindaco Stancanelli, che ha portato all’accordo di lottizzazione politica del cda Acoset; quattro su cinque sono i componenti del Cda in quota Mpa, poi il presidente Fabio Fatuzzo, tutti e cinque tenuti con il solo scopo di indicare un direttore generale di Acoset che risponda direttamente a Lombardo. Tutto questo alla faccia dei cittadini che pagano le tasse e anche l’acqua, e che nel territorio di Acoset hanno servizi scadenti. Viene messa da parte la logica positiva dell’impegno di tecnici qualificati inchinando il tutto alla logica dell’accordo anti-Pdl voluto dal presidente della Regione e a cui, si sono piegati oltre i sindaci del Mpa (come atteso) il sindaco di Adrano (che così se ne infischia degli interessi dei propri concittadini) e, una volta di più, il solito Stancanelli. Ancora una volta spero che i vertici del Pdl possano e vogliano prendere provvedimenti contro coloro i quali, intrufolatisi nel nostro partito (che mira al bene dei cittadini) continuano ad essere ostaggio di logiche spartitorie, amicali e certamente di parte».

Pippo Ferrante, sindaco di Adrano del Pdl (fino a qualche giorno fa “vicino” allo stesso Catanoso ed al deputato regionale Salvo Pogliese): «Finalmente all’Acoset si è aperta una stagione di cambiamento e spiace constatare che l’on. Catanoso si opponga in maniera scomposta. I sindaci designati peraltro lavoreranno nell’interesse esclusivo delle comunità senza percepire alcun compenso. Quanto all’aspetto politico è difficile prendere lezioni di coerenza da uno come Catanoso che a Pedara si è persino candidato personalmente vicesindaco contro il Pdl. Infine Catanoso fa finta di non sapere che Fatuzzo è un dirigente del Pdl che ha avuta riconosciuta una posizione di vertice in un’azienda importante della provincia di Catania».

Marco Falcone, deputato regionale del Pdl (vicino al Ministro degli Esteri, Ignazio La Russa): «La nuova Governance, presieduta dall’on. Fabio Fatuzzo è già morta sul nascere. Il nuovo Consiglio d’Amministrazione, infatti, nasce, non a seguito di un’intesa collegiale, bensì da un protervo gioco di numeri che, determinando una maggioranza risicata di quote, mette, di fatto, alla porta la metà del territorio servito. La cura peggiore della malattia! Abbiamo contestato la gestione Giuffrida benedetta in tutti questi anni da Raffaele Lombardo, per far nascere un Consiglio di Amministrazione che crea, nel territorio, una lacerazione senza precedenti. Le conseguenze prevedibili: fra un anno il fallimento dell’Azienda con un danno notevolissimo per i cittadini in termini di servizi e di inasprimento dei relativi canoni. E’ stato, quindi, un errore. Rivolgo un sereno invito all’on. Fatuzzo di rimettersi in gioco, dimettendosi, cercando, con chi ha la responsabilità istituzionale, soluzioni condivise. Lo richiede il buon senso e la serietà politica».

Luca Spataro, segretario provinciale del Pd: «La vicenda Acoset è l’ennesima manifestazione della lotta tra bande che sta massacrando il nostro territorio. Va ripristinato un rapporto istituzionale serio e leale tra i comuni di questo territorio. A nome del Partito Democratico voglio fare un appello a queste forze politiche e ai loro leader perché si salvaguardino da questa guerra i giusti e corretti rapporti istituzionali, fondamentali per lo sviluppo. Non si può pensare di gestire una società come l’Acoset, anche alla luce del disastro creato in questi anni dalle stesse forze politiche, lasciando fuori dalla gestione il 47% dei Comuni».

Giovanni Burtone, parlamentare nazionale del Pd: «Predicare bene e razzolare male. E’ la politica portata avanti dal Movimento per l’autonomia che nella vicenda dell’Acoset ha dimostrato ancora una volta che ha un solo obiettivo: arraffare tutto. All’Acoset si è consumato l’ennesimo assalto a posti di sottogoverno, tutti attribuiti a esponenti del partito del presidente della regione, Raffaele Lombardo, eccezion fatta per Fabio Fatuzzo, che in questa vicenda è stato sponsorizzato dal primo cittadino catanese, Raffaele Stancanelli, il quale, dopo aver azzerato la giunta, ha fatto rientrare quasi tutti gli assessori uscenti».

Claudio Melchiorre, Presidente Adoc: «Senza nulla togliere ai professionisti che hanno diretto l’Acoset negli ultimi sedici anni, il cambio al vertice dell’Acoset è positivo. L’Acoset negli anni non è riuscita a risolvere nessuno dei grandi problemi riferiti alla distribuzione delle acque, ha incassato somme a nostro avviso in modo scorretto ed ha ampiamente approfittato del suo ruolo di gestore di un servizio pubblico per ottenere quanto preteso, anche senza attendere il conforto della legge. Per non parlare dei cattivi rapporti con i consumatori, l’impossibilità di ottenere chiarezza su molti comportamenti, la stesura di carte dei servizi autoreferenziali e pertanto inutili».

Angelo Mattone e Giovanni Santagati, segretari provinciali Uil e UilCem: «S’è finalmente conclusa una stagione segnata da troppi insuccessi. Al neopresidente Fatuzzo tocca il compito gravoso di risollevare l’azienda idrica, renderla produttiva ed efficiente, capace di assicurare qualità e continuità del servizio. Insomma, chiediamo a Fatuzzo una netta rottura rispetto al passato. Conoscendo la sua competenza amministrativa e il suo rigore siamo certi che saprà svolgere con ottimi risultati, in linea con le sue precedenti esperienze, questo gravoso incarico».
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