Il mantenimento di una promessa è la prima novità in un panorama decadente: l’ha detto e l’ha fatto. Bisogna ammetterlo: non ci siamo abituati!

La rinuncia agli emolumenti presentata durante il Consiglio Comunale del 18.10

La dichiarazione di rinuncia agli emolumenti presentata durante il Consiglio Comunale del 18.10

Durante la seduta del Consiglio Comunale del 18.10, il Consigliere Giovanni Ricca ha dichiarato di rinunciare agli emolumenti relativi alla carica ricoperta (vedi foto a lato).

«Ho fatto questa scelta, tenendo fede a quanto dichiarato in campagna elettorale, al fine di riportare al livello di competenza il nobile ruolo del Consigliere Comunale e di dimostrare che oggi più che mai la politica deve essere “servizio” – afferma Ricca -. Certo del fatto che altri colleghi, come già accaduto negli ultimi mesi della passata consiliatura, possano condividere tale scelta, auspico che, con opportuni accorgimenti amministrativi, la somma “risparmiata” possa essere destinata ad interventi in favore della collettività. In tal senso, – conclude il Capogruppo del Pdl –  l’istituzione di un capitolo ad hoc all’interno del Bilancio, che potremmo ribattezzare “fondo di solidarietà sociale”, potrebbe servire ad accogliere e gestire tali somme. Il fondo dovrà essere destinato ad iniziative di pubblica utilità e/o ad interventi con finalità sociali, da individuare con apposito atto della Giunta o di un comitato appositamente costituito».

Siamo di fronte ad un fatto certamente nuovo. Ed i fatti sono infrangibili, anche se gli scagli contro un’opinione contraria. Il mantenimento di una promessa è la prima novità in un panorama decrepito: l’ha detto e l’ha realizzato. Non ci siamo abituati e, dai commenti che si sentono, che abbiamo letto sul nostro sito (e da quelli che leggeremo), si percepisce quasi un moto di stizza. Chi si applica seriamente, chi è fedele agli impegni, chi sa passare dalla demagogia alla concretezza, spesso, non piace. Toglie protezione agli altri, agli anonimi della società civile che giustificano le proprie manchevolezze additando le istituzioni come esempio negativo.

La Sicilia del 23.10.2013

La Sicilia del 23.10.2013

L’alibi è consueto, ripetuto a mo’ di mantra: “loro” sono tutti gli stessi, “tutti i stissi”. Le troppe parole e la mancanza di fatti hanno annullato la vecchia politica. Potremmo noi comportarci diversamente? La responsabilità, quando arriva, toglie le scuse: siamo costretti a diventare conseguenti, onesti e precisi, quando viene a mancare l’ombra del “potente” di turno che copre le macchie della coscienza popolare.

Abbiamo elaborato un cinismo che spesso non ci permette di cogliere un passaggio diverso. C’è qualcuno che, al momento, dà corpo a un elemento di fiducia, fornisce risposta alle domande dei cittadini, di coloro che intendono muoversi nel solco di una maggiore partecipazione alla vita pubblica, non disperdendo la favilla di un’indignazione comprensibile nel rogo autodistruttivo appiccato senza discrimine né intelligenza. Dal Palazzo, sotto la crosta dei bei discorsi, è giunto, forse inaspettato, un messaggio di separazione tra quella che è comunque considerata una casta (in piccolo) ed il popolino minuto cui compete la preghiera a mani giunte, nell’implorazione della benevolenza.

Questo gesto incrina quel legame di voti e favori, prebende e sotterfugi, quasi mai di diritti, nel segno della trasparenza, e propone un patto di cittadinanza rinnovato. Troppo bello per essere vero? Chissà. Intanto è onesto riconoscere il cambiamento di rotta.
Per questo l’azione di Giovanni Ricca va rimarcata: è un atto che incrina un vecchio sistema. Giusto riconoscerlo, senza indulgere al permanente cinismo.

Redazione