Le fibre di fluoroedenite, scoperte per la prima volta al mondo a Biancavilla, sono cancerogene e, come tali, entrano a far parte del “gruppo 1″, il gruppo cioè in cui l’International Agency for Research on Cancer (Iarc) inserisce i cancerogeni umani certi. La “sentenza” è giunta di recente dopo che 21 esperti provenienti da dieci Paesi si sono riuniti nella sede della Iarc a Lione, in Francia, per stabilire la cancerogenicità della fluoroedenite, oltre che delle fibre di carburo di silicio e dei nanotubi in carbonio.

Le decisioni, che saranno pubblicate nel volume 111 delle Monografie IARC, sono state anticipate su Lancet Oncology. Le fibre di fluoroedenite, naturali contaminanti del suolo, sono state identificate per la prima volta a Biancavilla e successivamente nei pressi del vulcano Kimpo, in Giappone.

Al parere della Iarc hanno significativamente contribuito anche i ricercatori del Dipartimento Ambiente e connessa Prevenzione Primaria dell’Istituto Superiore di Sanità. Sono state, infatti, proprio le indagini dell’Iss che hanno portato all’osservazione di un eccesso di mortalità per tumore maligno della pleura localizzato in questa cittadina, e al riconoscimento di Biancavilla nel 2002 come Sito di Interesse Nazionale per le bonifiche.

La fonte delle fibre aerodisperse include tutto l’ambiente, incluse le strade non asfaltate, intorno una cava locale di materiali per l’edilizia, usata sin dagli anni Cinquanta. Inoltre, anche l’inquinamento indoor, ovvero la contaminazione dell’aria nelle case, può essere dovuto all’uso dei materiali da costruzione estratti dalla cava. Diverse ricerche hanno appurato un eccesso di incidenza e di mortalità per mesotelioma nella popolazione di Biancavilla, senza differenze apprezzabili tra uomini e donne, e con una incidenza particolarmente elevata nei giovani adulti, suggerendo così un inquinamento ambientale piuttosto che occupazionale. La cancerogenicità delle fibre di fluoroedenite è stata inoltre dimostrata negli esperimenti sugli animali condotti dall’Istituto Ramazzini nei laboratori di Bentivoglio (Bologna).

Di recente, l’Iss ha dedicato alla fluoroedenite di Biancavilla il secondo fascicolo degli Annali del 2014, fornendo un aggiornamento di studi epidemiologici, di ricerche di valutazione dell’esposizione, di studi meccanicistici in vitro per comprendere i meccanismi biologici sottesi alla cancerogenicità delle fibre di fluoroedenite.

Sono state prese in considerazione le malattie che la letteratura scientifica indica associate all’esposizione all’amianto: mesotelioma della pleura, del peritoneo, del pericardio e della tunica vaginale del testicolo, tumore maligno della laringe, di trachea, bronchi e polmoni, ovaio, pneumoconiosi. Sono stati analizzati i dati disponibili nelle basi di dati dell’Ufficio di Statistica dell’Iss per quanto riguarda la mortalità e l’ospedalizzazione. I risultati supportano il ruolo eziologico di fibre di fluoroedenite nella comparsa delle malattie sopra menzionate, già osservato in altri studi.

L’inalazione di fibre anfiboliche può causare fibrosi polmonare, cancro del polmone e mesotelioma. Tuttavia, le differenze nella morfologia e nella composizione chimica di queste fibre sono in grado di determinare diverse attività biologiche. In una serie di esperimenti svolti presso l’ISS, cellule di carcinoma del polmone umano sono state esposte a due diversi materiali: fluoroedenite prismatica e fibre composte da fluoroedenite. Ebbene, solo nel secondo caso, esse presentavano caratteristiche tipiche delle cellule trasformate, come multinucleazione, attività volte alla sopravvivenza e rilascio di citochine pro-infiammatorie. Di conseguenza, si è concluso che le fibre qui studiate si comportano in modo simile alla crocidolite (detta anche amianto blu), il cui collegamento con l’infiammazione e il cancro del polmone e il mesotelioma è ben consolidato.

 

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