Armi nascoste nel forno a legna. Un arrestato vicino ai Mazzaglia

E’ Vincenzo Cardillo, 38enne, l’unico collegamento con la criminalità organizzata locale nell’operazione portata a termine dalla Squadra Mobile e dalla Polizia di Adrano tra domenica e lunedì, quando dopo una serie di perquisizioni sono state rinvenute diverse armi: tra cui un kalashinkov, un mitragliatore, una mitraglietta skorpion e semiautomatica calibro 9 corto. Difficile, e ancora troppo presto, poter dire a cosa potesse servire un arsenale con un tale potere di fuoco. Gli investigatori sono cauti e non si sbilanciano.

Una cosa è certa, però, Alfio Cardillo, padre incensurato del 38enne arrestato qualche anno fa nell’ambito di un estorsione aggravata dal metodo mafioso, stiamo parlando della famiglia Toscano Mazzaglia, referente nel territorio di Adrano e Biancavilla per la cosca Santapaola, custodiva ben protetto armi che potevano portare a diversi obiettivi criminali. Due delle armi da guerra erano occultate e impacchettate con il cellophane in un forno a legna di un sottotetto ricavato dell’amitazione di Cardillo Senior, mentre uno dei mitragliatori era sotto alcune masserizie dello stesso vano, che da viste le condizioni di totale degrado, era utilizzato come semplice vano di sgombero.

“La presenza di passamontagna – ha detto Antonio Salvago, dirigente della Squadra Mobile di Catania – ci fanno pensare ad azioni criminali più legati a reati contro il patrimonio come rapine e assalti con bersagli precisi. I mitragliatori e i kalashinkov non vengono utilizzati per atti delittuosi di sangue, dove vengono impiegati solitamente armi corte, come la 7.65 e la calibro 9, o come alcune che abbiamo sequestrato durante le perquisizione”.

Mentre stava avvenendo la perquisizione a casa di Alfio Cardillo, è arrivato il figlio che non si era accorto della presenza degli agenti. A quel punto sottoposto a controllo: nella tasca del suo giubbotto è stata trovata una semiautomatica con matricola abrasa e colpo in canna. Perchè andare in giro armato? E’ questo uno degli interrogativi a cui gli inquirenti daranno una risposta. Le indagini e gli accertamenti si stanno muovendo su tutte le direzioni, tra cui anche trovare elementi che possano far pensare ad un arsenale che potesse essere direttamente collegato al clan Toscano Mazzaglia e alle loro attività criminali nel territorio.

L’indagine ha preso le mosse da attività tipiche di controllo del territorio e non “legate – ha chiarito Salvago – agli omicidi di Biancavilla degli ultimi mesi, ma è fisiologico che ci muoveremo per comprendere se ci possano essere collegamenti ad esempio con l’uccisione di Alfredo Maglia di gennaio scorso”. Nel corso di un’altra perquisizione la Polizia ha scovato sotto il letto di Gaetano Musumeci, una semiautomatica 7.65 con matricola abrasa e colpo in canna.

La polizia sta effettuando tutti esami balistici sulle armi per capire se alcune delle armi siano state utilizzate in altre azioni criminali. Vincenzo Cardillo si è tradito da solo, e questo comunque può aprire squarci interessanti all’inchiesta. Intanto c’è da dire che a Biancavilla si era pronti a sparare, e forse uccidere. Questo sequestro significa aver tolto potenza di fuoco alla criminalità. Ora c’è da comprendere se si tratta di organizzazioni mafiose.

Laura Distefano

Armi da guerra nascoste in casa: kalashnikov e mitra in un forno

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Un arsenale di armi comuni ed armi da guerra nascosti dentro un forno in pietra e sotto il letto. Gli arrestati sono tre, ma l’attenzione investigativa è concentrata su Vincenzo Cardillo, il 38enne già noto alle forze dell’ordine, che per parentela e precedenti penali aggravati dal metodo mafioso, viene collocato all’interno della mappa del clan locale, radicalmente ridisegnata negli ultimi anni.

Ecco perché il lavoro degli investigatori sarà quello di capire a cosa e a chi potessero servire le armi, senza escludere eventuali ipotesi di riorganizzazione dell’apparato criminale locale. Sullo sfondo, poi, ci sono i recenti fatti di sangue, dall’omicidio di Nicola Gioco a quello di Agatino Bivona, fino all’uccisione ad Adrano di Alfredo Maglia. Cardillo, dettaglio da considerare, era cognato di Gioco, nonché nipote acquisito di Maglia.

Cardillo, da poco uscito dal carcere, è caduto nella rete degli agenti della Squadra mobile di Catania e del Commissariato di Adrano per sua stessa distrazione. I poliziotti stavano perquisendo l’abitazione del padre, quando lui entra in casa, senza immaginare di trovare gli agenti. È bastato mettere una mano nella tasca del giubbotto per scoprire che circolava armato e pronto a fare fuoco, avendogli trovato una pistola Kel Tec semiautomatica, calibro 9×17, con matricola abrasa, colpo in canna e relativo caricatore con sei cartucce.

In casa del padre, Alfio, incensurato di 71 anni, sono state poi sequestrati un kalashnikov privo di segni identificativi, un mitragliatore Sten, una mitraglietta Skorpion, una pistola automatica calibro 9. La pistola era in camera da letto, le altre armi con relativi munizionamenti,  considerate da guerra per il potenziale offensivo e la capacità di sparare a raffica, erano nascoste  in un forno a pietra, ricavato in un sottotetto, e sotto alcune masserizie nel vano di sgombero. Nella stessa abitazione trovati pure dei passamontagna.

Nell’ambito dei controlli straordinari nel territorio, i poliziotti hanno eseguito anche una perquisizione nell’abitazione di Gaetano Musumeci, biancavillese 27enne, durante la quale è stata trovata sotto il letto della camera del giovane una pistola semiautomatica Beretta, calibro 7.65 Browning, con matricola abrasa e colpo in canna, munita di relativo caricatore e sette cartucce.

Come da prassi, tutte le armi sequestrate saranno analizzate accuratamente per verificare l’eventuale utilizzo in episodi delittuosi.

I tre arrestati si trovano ora chiusi nel carcere catanese di piazza Lanza, a disposizione dell’autorità giudiziaria.

Alfio Cardillo deve rispondere di detenzione di armi da fuoco comuni e da guerra clandestine, munizionamento e ricettazione. Al figlio Vincenzo è stato contestato il reato di detenzione e porto di arma comune da fuoco clandestina e ricettazione della stessa, mentre a Gaetano Musumeci è stato contestato il reato di detenzione di arma comune da fuoco clandestina, nonché ricettazione della stessa arma.

FONTE

xgdfg(Musumeci Gaetano)

Un arsenale di armi, tra cui un potente Kalashnikov e altri due fucili mitragliatori e tre pistole e’ stato sequestrato ad Adrano dagli agenti della Squadra Mobile di Catania e del Commissariato di Adrano che hanno arrestato tre persone tutte imparentate tra loro e vicine ad un clan locale. 

Alfio Cardillo 71 anni, il figlio Vincenzo Cardillo, 38 anni e Gaetano Musumeci 27 anni sono stati arrestati perché responsabili, a vario titolo, di detenzione e porto illegale di armi da fuoco comuni e da guerra clandestine, relativo munizionamento e ricettazione.

Il sequestro e’ stato fatto la notte tra domenica e lunedì a Biancavilla. L’operazione si inquadra nell’attività d’indagine nell’abito dell’omicidio di Alfredo Maglia, assassinato a Biancavilla a gennaio di quest’anno.

In casa di Alfio Cardillo  sono state sequestrate armi e alcuni passamontagna: 1 fucile mitragliatore marca AK47 (comunemente detto kalashnikov) privo di segni identificativi calibro 7.62 x 39 con relativo caricatore con all’interno 29 cartucce e una in camera per un totale di 30 cartucce marca FMJ, avvolto in un cellophane; 1 mitragliatore marca Sten calibro 9 x 19 con relativo serbatoio contenente nr. 23 cartucce blindate marca Fiocchi, custodito all’interno di uno zainetto in tessuto di colore nero e giallo; una mitraglietta Skorpion calibro 7.65 x 17.5 con matricola abrasa, con relativo serbatoio contenente all’interno nr. 18 cartucce marca Fiocchi; una  pistola semiautomatica calibro 9 corto, completa di serbatoio con all’interno nr. 7 cartucce blindate marca S&B con relativa fondina in cuoio.

Alfio Cardillo nascondeva in camera da letto la pistola e le altre armi all’interno di un forno a pietra, ricavato in un sottotetto edun’altra sotto alcune masserizie.

Mentre casa di Alfio Cardillo era piena di poliziotti, nell’abitazione è arrivato il figlio Vincenzo che senza accorgersi della perquisizione era armato. Nel giubbotto nascondeva una pistola semiautomatica marca Kel Tec, calibro 9×17, con matricola abrasa, colpo in canna e relativo caricatore contenente 6 cartucce.

In casa di Gaetano Musumeci la polizia ha trovato una pistola semiautomatica marca Beretta calibro 7.65 Browning, con matricola abrasa e con il colpo in canna, munita di relativo caricatore e sette cartucce.

FONTE

Credits foto @ livesicilia.it

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