La legge di stabilità ha allargato i benefici assistenziali del “Fondo per le vittime dell’amianto” prevedendo un indennizzo in via sperimentale di circa 5.600 euro a persona per coloro che dovessero ammalarsi di mesotelioma non solo a causa di esposizione industriale, ma anche per quella naturale, come nel caso di Biancavilla. Il provvedimento rappresenta un fattivo passo in avanti per le vittime dell’amianto, nonostante su tutto il territorio nazionale la bonifica dei territori sia ancora un miraggio

Finalmente anche le vittime di mesotelioma di Biancavilla avranno giustizia. Nonostante le tutele e le forme di risarcimento siano ancora in via di definizione e perfezionamento, la legge di stabilità varata il 23 dicembre 2014 ha allargato i benefici assistenziali del “Fondo per le vittime dell’amianto” a tutti i malati di mesotelioma, non solo quelli colpiti per esposizione professionale in quanto impiegati nella lavorazione industriale dell’amianto, ma anche coloro affetti a causa di esposizione ambientale comprovata. Biancavilla, comune del capoluogo etneo, rientrerebbe in quest’ultimo caso, vista la contaminazione di tipo naturale dovuta alle fibre minerali di fluoro-edenite diffuse dall’area rocciosa del monte Calvario. Contaminazione che, secondo i dati dell’Ufficio di Igiene Pubblica di Adrano, avrebbe causato tra il 1998 e il 2015 ben 53 decessi per mesotelioma pleurico, cifra che si ipotizza dovrebbe essere quasi il doppio se si tiene conto dell’insorgenza di patologie correlate.

Se ormai a Biancavilla non è raro sentir parlare di pratiche di prevenzione del carcinoma, nei giorni scorsi forse per la prima volta si è discusso di indennità e risarcimenti durante il convegno “Prevenzione della patologia da fluoro-edenite, il modello Biancavilla”, tenutosi presso l’aula consiliare del Comune e al quale hanno partecipato medici, rappresentanti dell’Istituto Superiore di Sanità, dell’Università di Catania, dell’Asp, dell’Arpa e della Regione Siciliana. Presente anche il presidente del Fondo Vittime dell’Amianto, Nicola Pondrano, che ha sottolineato l’importanza di dare voce ai martiri dell’eternit tramite risarcimenti di cui potranno beneficiare soltanto quanti si ammaleranno a partire dall’entrata in vigore del provvedimento e non le vittime del passato, non trattandosi di norme retroattive. La cifra di indennità stanziata per ogni soggetto affetto da mesotelioma sarebbe di 5600 euro una tantum da liquidare alla persona ammalata mentre è ancora in vita, ma non agli eredi. Risulta evidente pertanto l’insufficienza dei termini del provvedimento sia per la somma prevista, che per il destinatario dell’erogazione, tanto che tuttora si resta in attesa di un decreto interministeriale che conferisca maggiore chiarezza sulle questioni interpretative del provvedimento. Di prossima definizione anche le modalità per presentare la richiesta di risarcimento, una questione che tocca non solo il malato ma anche i rispettivi familiari.

Un provvedimento, quello della legge di stabilità, che prevede l’indennizzo in via sperimentale di tutti i malati di mesotelioma pleurico, rappresentando un fattivo passo avanti, ancora con ampi margini di miglioramento, a favore delle numerosissime vittime dell’amianto. La vera sfida resta sempre la pratica della prevenzione. A fine maggio, la giunta regionale siciliana ha varato il Piano straordinario di interventi per le aree a rischio ambientale, tra cui figurano Biancavilla (CT), Gela (CL), Milazzo (ME) e Priolo (SR), prevedendo lo stanziamento di un milione di euro l’anno per ciascuna Azienda Sanitaria Provinciale coinvolta, al fine di incrementare le misure votate alla cura e alla prevenzione delle patologie derivanti da inquinamento e contaminazione ambientale. L’esposizione alle polveri minerali nocive, come certificato da numerosi studi, avrebbe effetti devastanti sui biancavillesi, non soltanto sulla pleura, ma anche sull’apparato respiratorio e cardiocircolatorio. Dopo lunghi anni d’attesa, è stato da poco annunciata la realizzazione di un ambulatorio “anti-amianto” per il monitoraggio, la prevenzione e la cura non solo delle patologie a carattere tumorale, ma anche di quelle connesse all’apparato respiratorio. Ecco la ragione per cui le campagne di sensibilizzazione rappresentano la chiave di volta nella lotta alle patologie da fluoro-edenite, formando alla prevenzione le scuole, le associazioni e gli organi di informazione.

Una lotta contro la patologia che tuttavia assume un significato relativo se si guarda all’attuale situazione nazionale di smaltimento dell’eternit. I dati resi noti in occasione dell’ultima giornata delle vittime dell’amianto, che si celebra in tutto il mondo il 28 aprile, sono a dir poco allarmanti: dopo oltre 20 anni dalla sua messa al bando, le stime del Cnr-Inail parlano ancora di 32 milioni di tonnellate di eternit, con circa 75mila ettari di territorio nazionale in cui è ancora accertata la presenza di cemento amianto. Intanto, in Sicilia, non sarebbero ancora stati effettuati né il censimento né la mappatura dell’amianto, fondamentali per accertare rispettivamente la quantità da recuperare e i territori in cui è necessaria la bonifica, in assenza tra l’altro di una rete impiantistica per lo smaltimento. Dati affatto migliori neanche nel resto del Paese. Infatti secondo la Banca Dati Amianto, su 38.000 siti, 300 sarebbero in classe di priorità 1, ovvero a maggior rischio, con interventi di risanamento che stentano a cominciare, tanto da stimare quasi 85 anni per il completamento delle opere di bonifica. Terrificante se si considera che in Italia muoiono ogni anno circa 4 mila persone per patologie derivate dall’esposizione all’amianto.
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Fonte: http://www.resapubblica.it/…/biancavilla-finalmente-i-risa…/