Il doppio inchino dei portatori di cerei, in occasione della festa di santa Barbara, davanti alla casa del boss Turi Assinnata arriva a Catania. Ad analizzarlo, durante una seduta della commissione antimafia regionale che si terrà venerdì nel capoluogo etneo, ci sarà il presidente Nello Musumeci. Sarà lui ad ascoltare amministratori e consiglieri comunali, dirigenti della burocrazia paternese, rappresentanti dell’associazionismo cattolico e operatori dell’informazione. L’indagine dei deputati regionali è stata avviata a seguito di un dettagliato esposto inviato alla commissione e sottoscritto da sette associazioni che operano a Paternò.

Musumeci lo aveva anticipato a MeridioNews un mese fa: «Potremmo convocare esponenti del Comune per avere chiarimenti sull’accaduto», aveva detto. E così venerdì, assieme alla relatrice Margherita La Rocca Ruvolo,l’onorevole catanese sentirà il sindaco di Paternò Mauro Mangano e alcuni consiglieri comunali (Vito Rau, Ezio Mannino e Nino Valore). Vale a dire i protagonisti di una seduta del senato cittadino ricca di tensione, avvenuta 48 ore prima che il caso dell’inchino esplodesse in tutta la sua drammaticità. In quei giorni il consiglio comunale doveva votare l’immediata esecutività delbilancio 2015: la sua mancata approvazione avrebbe comportato l’impossibilità di effettuare i festeggiamenti per la santa patrona, per via della mancanza delle disponibilità economiche necessarie al pagamento dei portatori dei cerei. 

Un fatto senza precedenti che ha surriscaldato gli animi. Una decina di componenti del comitato dei festeggiamenti di Santa Barbara hanno incontrato in piazza Umberto, all’esterno del palazzo comunale, i tre consiglieri apparsirestii ad approvare il documento economico. Un faccia a faccia durato meno di dieci minuti. Non si è mai saputo cosa sia stato detto nel corso di quel dialogo. Ma al loro rientro in aula i tre politici paternesi sono apparsi scossi e il confronto con il comitato è proseguito anche dentro al palazzo comunale: è stato necessario l’intervento dei carabinieri di Paternò, che hanno identificato consiglieri comunali e devoti della patrona. In quel momento c’erano da verificare eventuali «pressioni» subite da Rau, Mannino e Valore affinché esprimessero il proprio voto.

«Confermo che sono stato convocato dalla commissione antimafia – dice il consigliere Nino Valore – in quella sede racconterò cosa sia successo quella sera. Non poso aggiungere altro». Di poche parole anche il sindaco Mauro Mangano: «Mi auguro che durante l’incontro della commissione non si parli solo del singolo episodio ma della mafia a 360 gradi. Però da questa vicenda del doppio inchino – specifica il primo cittadino – abbiamo avuto modo di notare un fatto estremamente positivo: la città tutta, rispetto al passato, non ha voluto tacere, ha reagito subito, indignandosi e condannandolo».

Intanto sempre a Paternò il prossimo 5 maggio saranno presenti, su invito del senatore Salvo Torrisi, i componenti della commissione nazionale antimafia e la presidente Rosy Bindi: «Servirà ad affrontare il tema della legalità e della presenza della malavita sul territorio – dice Torrisi – Sono convinto che la lotta alla mafia si faccia con la crescita culturale della collettività, non solo con la presenza delle forze dell’ordine». Il riferimento è anche alle riunioni del comitato prefettizio per la sicurezza, che si sommano agli appuntamenti istituzionali delle varie commissioni antimafia, regionali e nazionali. Un’attenzione delle istituzioni focalizzata sui territori di Paternò, Adrano eBiancavilla (il cosiddetto «triangolo della morte») che lascia supporre il timore che la criminalità organizzata stia tentando di rialzare la testa.

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Salvatore Caruso via meridionews.it

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