Immigrati alla Casa dei bambini Sangiorgio Gualtieri

sggLa notizia è di quelle destinate a far discutere: presto la “Casa dei bambini Sangiorgio Gualtieri” ospiterà extracomunitari. La caccia al curriculum ed alle offerte di lavoro avrebbe determinato una fuga di notizie: in città si parla di un progetto di “casa famiglia” per giovani immigrati.

Negli ultimi mesi, l’inchiesta “Mafia Capitale” ha acceso i riflettori sui colossali affari, economici e clientelari (mal) celati dietro la gestione dei centri di accoglienza. Primo tra tutti, il C.A.R.A. (Centro Accoglienza Richiedenti Asilo) di Mineo, istituito nel 2011 a fronte delle solite “emergenze” che riescono a trasformare la disperazione di molti in enormi affari per alcuni. Balza agli onori delle cronache il “sistema CARA”, un meccanismo che permette a vari soggetti di spartirsi una fetta di soldi pubblici, con un indotto clientelare/elettorale di proporzioni gigantesche. I nomi, i numeri ed i meccanismi perversi del business sono conosciuti dai più.

Torniamo ad Adrano. Molti hanno legato la recente visita del Ministro Alfano alla deriva criminale che da qualche tempo caratterizza il nostro territorio. In realtà il Ministro era in città per inaugurare, con una visita lampo programmata da settimane, l’asilo comunale dedicato al piccolo Aylan ed a «tutti i bimbi morti in mare». Un taglio di nastro, semplice. Per alcuni il segnale della presenza dello Stato. Per altri, la conferma delle voci che ormai da qualche tempo circolano sul destino di quella che fu la “Casa dei bambini Sangiorgio Gualtieri”. La visita del Ministro sarebbe dunque servita da apripista per più importanti novità interessanti il nostro territorio.

Dato il silenzio assoluto sulla vicenda, abbiamo provato a capire se ci fosse qualcosa di più concreto delle semplici voci.

Per i pochi che non lo sapessero, i benefattori adraniti Giovanni Sangiorgio Gualtieri e Marietta Sidoti, nel loro testamento, avevano manifestato la volontà di creare una casa di accoglienza per i bambini più sfortunati di Adrano, affidando la gestione della struttura alle suore Figlie di Maria Ausiliatrice. Per mezzo secolo quella volontà testamentaria è stata rispettata grazie alla straordinaria opera sociale delle suore, che hanno educato ed ispirato giovani, bambini e famiglie di Adrano, all’interno di una struttura che ha rappresentato un baluardo per un quartiere comunque difficile della nostra città ed un punto di riferimento per tanti.

Dall’agosto 2011 il sogno educativo dei Sangiorgio Gualtieri “per il loro amato paese di Adrano” è svanito. La Casa dei bambini è stata chiusa dopo la partenza delle suore, una scelta obbligata dalla rimodulazione dell’impegno salesiano in provincia di Catania e dalla carenza di risorse economiche, che il C.d.a. della fondazione, di cui il Comune di Adrano fa parte, è sembrato accogliere senza troppi dispiaceri.
Da anni, dunque, rimane chiusa, una delle più fruibili strutture della città, nel disinteresse quasi generale delle istituzioni, nonostante le marce dei residenti, la raccolta di firme, le richieste di tante associazioni ed anche un’intesa per l’individuazione di un ordine religioso che potesse occuparsene.
La situazione non si è mai sbloccata e la struttura è stata anche oggetto di atti vandalici e di furti. Ha prevalso il disinteresse politico, nonostante i tentativi più o meno celati di trasformarla in piscina e/o beauty farm. Di nuovo, ad oggi, c’è una struttura sportiva inaugurata recentemente e costruita con l’utilizzo di fondi europei.

A cosa dovrebbe allora servire il C.d.a. di una fondazione che tiene chiusa la sua struttura principale? L’albo pretorio della stessa fornisce informazioni circa l’attività dell’organo di amministrazione negli ultimi mesi: stipula di un contratto Co.Co.Co.; affidamento della struttura sportiva ad associazioni “amiche” (testuale); conferimento di un incarico professionale; nomina di un revisore dei conti; istituzione della figura di “Tecnico dell’Ente”, nominando (legittimamente) un dipendente comunale. Un C.d.a. più che attivo, non c’è che dire, che ha anche provato a rimediare al degrado che interessa la struttura “principale”, chiusa da anni.
Dopo due avvisi, il primo del 2014, a firma dell’allora Commissario straordinario Sajeva, con cui si era provato ad individuare “con procedura ad evidenza pubblica, un’associazione riconosciuta senza fini di lucro [..] cui concedere in uso [..] per un periodo di anni 3 l’immobile principale..” al costo di € 12.000 annuali, che non aveva portato alla presentazione di offerte da parte di alcun operatore economico, nel 2015, a firma del nuovo Commissario, Nicotra, viene approvato il verbale di gara della trattativa privata con cui si concedeva la struttura alla sola società che aveva presentato un’offerta: “un solo plico”, da parte della società “Progetto Vita consorzio di cooperative sociali”, che si aggiudicava “la concessione dell’immobile [..] per un canone annuo di € 40.100” oltre all’obbligo di “eseguire i lavori per la sistemazione e rifunzionalizzazione dell’immobile”.
La società sopracitata si aggiudicava dunque la struttura impegnandosi a pagare una somma tre volte superiore rispetto a quella richiesta solo un anno prima, facendosi peraltro carico di lavori straordinari.

Questi dati ci portano a pensare che qualcosa di grosso si muova attorno a quella che fu la Casa dei bambini. Non vorremmo mai che qualcuno decidesse di interpretare a proprio piacimento le ultime frasi del testamento dei Sangiorgio Gualtieri, tentando di trasformare la struttura in un centro di accoglienza per minori immigrati.

Noi diremmo NO, con tutta la nostra forza, chiamando a raccolta la comunità adranita.
Non si tratta di un diniego alla legittima richiesta di aiuto proveniente da persone in fuga quanto al business ormai riconosciuto che spesso accompagna la loro accoglienza. Un sistema che potrebbe solo danneggiare una comunità già segnata da anni di scelte devastanti dal punto di vista economico e sociale.

Diciamo NO alla speculazione economica e politica sulla pelle dei disperati.

Redazione ParoLibera

[pubblicato sul numero di Marzo della rivista PAROliBERA]