Troppi silenzi e poca collaborazione con le forze dell’ordine. È questa la denuncia del coordinatore delle Associazioni Antiracket del Sistema Confcommercio, Claudio Risicato, che  fa eco alle parole degli inquirenti dell’operazione antimafia che ad Adrano hanno assestato un duro colpo alle cosche locali.

Ieri, durante la conferenza stampa, il procuratore capo facente funzione, Michelangelo Patanè, l’aggiunto Pasquale Pacifico e gli uomini della Polizia hanno sottolineato come ad Adrano il fenomeno delle estorsioni sia ancora particolarmente diffuso e sono davvero in pochi a denunciare. 

Secondo Risicarto “leggi ipergrarantiste che determinano la mancanza della certezza della pena, le organizzazioni mafiose hanno rialzato la testa compromettendo la libertà di impresa, senza la quale nessuna ripresa economica ha possibilità di successo nella nostra isola. A tutto ciò si aggiungono i continui tagli alle forze dell’ordine e al comparto giustizia”.

Una situazione che desta clamore ma che, come sottolinea l’esponente di Confcommercio, non è una novità per molte zone della Sicilia. 

“Per esperienza personale dichiaro spiega Claudio Risicato che chi ha il coraggio di denunciare spesso non riceve adeguato sostegno da parte delle preposte autorità e viene lasciato solo con rischio anche per la propria incolumità. In siffatto scenario, la presenza delle associazioni antiracket sul territorio è pressoché inutile, poiché il lavoro delle stesse viene quasi sempre vanificato da provvedimenti legislativi che di fatto favoriscono la mafia. Diventano, quindi, sterili passerelle i convegni antiracket, le passeggiate per la legalità, le commemorazioni riguardanti le vittime di mafia, etc.”

Una chiara allusione alla scelta, condivisa dal coordinatore Risicato, dei fratelli Borsellino di non partecipare alle commemorazioni del magistrato che si terranno il 19 luglio.

“Invito il sindaco di Adrano a costituirsi, nella sua qualità – conclude la nota il coordinatore Risicato – parte civile nel processo contro i mafiosi arrestati. Sarebbe, questo, un segnale forte nei  confronti degli adraniti onesti. Comunico, inoltre che a partire dal prossimo settembre Confcommercio Catania si renderà protagonista di una raccolta di firme a favore della certezza della pena per la tutela della libertà di impresa. Reagire a quest’andazzo diventa un obbligo e rappresenta legittima difesa”.

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