(Giugno 2017) – PONTE NELLE ALPI. Truffa dello specchietto, a Ponte. L’imputato è Antonino Restivo, un siciliano trapiantato in Valbelluna. È accusato di truffa in concorso, ma anche di furto di una somma di denaro: è difeso di fiducia dall’avvocato Coppa.
Il processo si svolge davanti al giudice Coppari e al pubblico ministero Gulli e ieri mattina è toccato alla vittima del raggiro raccontare quello che gli era successo un paio d’anni fa. Un periodo nel quale sarebbero state diverse le denunce ai carabinieri pontalpini per fatti analoghi.
Un anziano sull’ottantina, come la maggior parte delle vittime di questo genere di truffe. Persone indifese e facilmente suggestionabili, che di fronte a qualcuno che li accusa di avergli danneggiato lo specchietto retrovisore con la macchina, si fanno suggestionare, si spaventano e finiscono per consegnare tutto quello che hanno, per cercare di risarcire un danno che in realtà non hanno mai provocato. Il meccanismo è sempre questo e molte volte funziona.
Nel caso specifico, la vittima ha spiegato di aver portato a casa sua l’uomo, che non solo si sarebbe fatto consegnare i 280 euro del presunto danno sofferto, ma avrebbe trovato la maniera di sottrarne altri 250, andandosene via con un malloppo importante.
L’anziano denuncerà in seguito la sparizione del denaro supplementare e finirà per riconoscere l’imputato nelle fotografie che gli verranno mostrate in caserma e durante le indagini preliminari.

L’istruttoria dibattimentale è ancora in corso e il giudice Coppari ha rinviato al 29 settembre, alle 12.45 per il suo completamento, con gli ultimi testimoni. Seguiranno discussione e sentenza di primo grado.

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Fonte: corrierealpi.geolocal.it


Il Catanese 46enne in aula per la truffa dello specchietto. Anche il figlio imputato in un altro processo

Simulò un incidente, nel quale avrebbe riportato un danno allo specchietto, per farsi poi dare dal presunto e ignaro colpevole un risarcimento di 200 euro. E visto che era anche entrato nell’abitazione della vittima al fine di siglare l’accordo bonario, approfittò di altri 280 che si trovavano sul tavolo assieme a delle bollette da pagare. Con l’accusa di truffa e furto aggravato è finito ieri in tribunale Antonino Restivo, 46 anni, di Adrano (Ct). In un altro processo, sempre per truffa, compariva anche il figlio Alfredo. 

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Fonte: ilgazzettino.it