fonte: Giuseppe Bonaccorsi (La Sicilia)

Nell’ultima seduta prima delle ferie, che si è tenuta i primi giorni di agosto, il Cda dell’Acoset ha riconfermato la fiducia al nuovo presidente Fabio Fatuzzo. Si è parlato dei programmi futuri e della grave situazione debitoria dell’azienda (passivo di oltre 21 milioni) ma nessuna parola è stata pronunciata sulla grande «battaglia» che si è combattuta qualche settimana fa tra le «truppe» dei sindaci del Mpa, che hanno votato compatte per Fatuzzo, e quelle dei pidiellini vicini al coordinatore Giuseppe Castiglione. Fronte, quest’ultimo, che non ha ancora sotterratto l’«ascia di guerra» e ipotizza per l’azienda idrica scenari futuri ben diversi rispetto a quelli prospettati sino a qualche settimana fa…
Intanto Fatuzzo procede per la sua strada e aderisce ufficialmente al gruppo dei finiani di «Futuro e libertà», mettendosi di fatto al di fuori del Pdl, il partito che anche attraverso il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, gli aveva chiesto di «fare un passo indietro». Passo richiesto anche dal deputato Pdl Basilio Catanoso che sin dalla nomina di Fatuzzo aveva gridato al complotto del Mpa.
Negli assetti dell’assemblea Acoset arriva anche la notizia che Giuseppe Ferrante, sindaco di Adrano, ha aderito al movimento dei finiani. Mossa vitale per il neo-presidente, che aveva già potuto contare sul sostegno del primo cittadino adranita al momento della sua elezione. I
nsomma, la nomina del nuovo presidente dell’Acoset è stata la conferma che la “vecchia” maggioranza Pdl-Mpa si è sfaldata al sole, resistendo di fatto soltanto in alcune amministrazioni comunali, come quella di Catania, dove il sindaco, esponente del Pdl «lealista» è sostenuto anche dagli uomini che rispondono al presidente Lombardo.
Stancanelli nella questione Acoset ha sostenuto la candidatura di Fatuzzo, al quale tra l’altro aveva promesso una collocazione dopo aver «licenziato» l’intera Giunta politica. Tuttavia si è trovato davanti a uno status quo definito “intollerabile” da alcuni esponenti Pdl, come il senatore Pino Firrarello, ed ha quindi chiesto a Fatuzzo di fare un passo indietro. Fatuzzo, com’era logico attendersi, non ne ha minimamente intenzione e ripete nuovamente di non avere ricevuto da Stancanelli alcuna comunicazione ufficiale. «Ho appreso i contorni di questa vicenda soltanto dal giornale. Tra l’altro – sostiene – la richiesta di fare un passo indietro per il partito arriva solo da determinate persone, i delusi di Catania. Io invece posso dire con certezza che anche alcuni sindaci che in precedenza non mi hanno votato oggi sono ben lieti del cambiamento all’Acoset». Ovviamente, ottimizzata la transizione nella nuova formazione politica, Fatuzzo non deve più sottostare al partito di Berlusconi, concentrandosi sui primi obiettivi: garantire un servizio più efficiente nei venti comuni serviti, affrontare con fermezza il grande problema dei debiti e mettere al riparo l’azienda dal rischio d’insolvibilità «che ancora aleggia sull’Acoset». E in ultimo fare chiarezza sulle società partecipate e far rientrare in sede le professionalità distaccate altrove. Per tale motivo, è stato ufficialmente annunciato che entro settembre rientrerà nell’azienda un ingegnere che la precedente presidenza aveva distaccato alla Girgenti acque, di fatto, secondo Fatuzzo, indebolendo gli assetti tecnici collegati all’erogazione nei paesi dell’hinterland.

Interviene sulla questione anche il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione che, in qualità di Presidente della Provincia di Catania, è anche presidente dell’Ato acque. «Sull’Acoset non si gioca una questione politica. Anzi, visto che stiamo parlando di un settore delicato come quello della gestione idrica, la politica in questo caso avrebbe dovuto fare un passo indietro e affidare l’azienda a un tecnico esperto». Castiglione ha voluto così riproporre qual è la posizione dei sindaci di area Pdl che si sono opposti alla designazione di Fatuzzo. «Il problema – ha spiegato Castiglione – non è Fatuzzo in quanto tale. Il problema è tecnico. Quali sono le competenze del neo presidente per gestire un settore delicato come quello idrico? Ne ha le capacità? Sa di cosa si sta parlando? Per questo al momento del voto la metà dei sindaci-soci dell’Acoset aveva posto il serio problema di affidare l’azienda a una personalità capace. Invece è stato fatto un accordo politico che esclude la metà dei rappresentanti dei Comuni riforniti. Al contrario la linea dei sindaci di area Pdl era quella di puntare a una visione unitaria, per dialogare e parlare la stessa lingua tra i vari enti idrici che oggi riforniscono tutta la provincia, in attesa di ridefinire le procedure dell’Ato. La nostra idea era quindi quella di puntare addirittura su un amministratore unico e di ridurre a tre il numero dei componenti del Cda». Castiglione indica anche il nome di un esperto idrico che i sindaci del Pdl volevano votare. E’ quello di Osvaldo De Gregoris, ex direttore tecnico della Sidra, e oggi alla Sie. «E’ uno dei tecnici che il 50% dei sindaci voleva votare, ma non è stato possibile».

Adesso, visto che il caso Acoset non è affatto risolto, cosa accadrà? Castiglione dice che verrà al più presto sollevata nei 4 Consigli comunali dei sindaci eletti nel Cda (tutti di area Mpa: il sindaco di S. P Clarenza, Vincenzo Santonocito, Antony Barbagallo di Pedara, Giuseppe Cuturi primo cittadino di Aci S.Antonio e Antonino Basile di Tremestieri Etneo) una questione di illegittimità: «C’è un regolamento sui servizi pubblici locali che ritiene incompatibile la carica di amministratore locale con quella di rappresentante di società di gestione di servizi pubblici. Il principio è ribadito anche dall’art. 23 della legge nazionale sui servizi pubblici. Nei prossimi giorni questa situazione verrà sollevata nelle assemblee dei 4 primi cittadini eletti all’Acoset con l’invito a dimettersi, pena la decadenza da primo cittadino. E’ una questione giuridica perché non si può essere allo stesso tempo controllori e controllati. Per questo motivo – ha concluso il presidente Castiglione – invito tutti i sindaci soci dell’Acoset alla responsabilità e al rispetto delle regole. Non si può non affidare a un tecnico preparato una gestione così delicata qual è quella idrica».
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