fonte: Giuseppe Bonaccorsi (La Sicilia)
Intanto Fatuzzo procede per la sua strada e aderisce ufficialmente al gruppo dei finiani di «Futuro e libertà», mettendosi di fatto al di fuori del Pdl, il partito che anche attraverso il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, gli aveva chiesto di «fare un passo indietro». Passo richiesto anche dal deputato Pdl Basilio Catanoso che sin dalla nomina di Fatuzzo aveva gridato al complotto del Mpa.
Negli assetti dell’assemblea Acoset arriva anche la notizia che Giuseppe Ferrante, sindaco di Adrano, ha aderito al movimento dei finiani. Mossa vitale per il neo-presidente, che aveva già potuto contare sul sostegno del primo cittadino adranita al momento della sua elezione. I
nsomma, la nomina del nuovo presidente dell’Acoset è stata la conferma che la “vecchia” maggioranza Pdl-Mpa si è sfaldata al sole, resistendo di fatto soltanto in alcune amministrazioni comunali, come quella di Catania, dove il sindaco, esponente del Pdl «lealista» è sostenuto anche dagli uomini che rispondono al presidente Lombardo.
Stancanelli nella questione Acoset ha sostenuto la candidatura di Fatuzzo, al quale tra l’altro aveva promesso una collocazione dopo aver «licenziato» l’intera Giunta politica. Tuttavia si è trovato davanti a uno status quo definito “intollerabile” da alcuni esponenti Pdl, come il senatore Pino Firrarello, ed ha quindi chiesto a Fatuzzo di fare un passo indietro. Fatuzzo, com’era logico attendersi, non ne ha minimamente intenzione e ripete nuovamente di non avere ricevuto da Stancanelli alcuna comunicazione ufficiale. «Ho appreso i contorni di questa vicenda soltanto dal giornale. Tra l’altro – sostiene – la richiesta di fare un passo indietro per il partito arriva solo da determinate persone, i delusi di Catania. Io invece posso dire con certezza che anche alcuni sindaci che in precedenza non mi hanno votato oggi sono ben lieti del cambiamento all’Acoset». Ovviamente, ottimizzata la transizione nella nuova formazione politica, Fatuzzo non deve più sottostare al partito di Berlusconi, concentrandosi sui primi obiettivi: garantire un servizio più efficiente nei venti comuni serviti, affrontare con fermezza il grande problema dei debiti e mettere al riparo l’azienda dal rischio d’insolvibilità «che ancora aleggia sull’Acoset». E in ultimo fare chiarezza sulle società partecipate e far rientrare in sede le professionalità distaccate altrove. Per tale motivo, è stato ufficialmente annunciato che entro settembre rientrerà nell’azienda un ingegnere che la precedente presidenza aveva distaccato alla Girgenti acque, di fatto, secondo Fatuzzo, indebolendo gli assetti tecnici collegati all’erogazione nei paesi dell’hinterland.
Interviene sulla questione anche il coordinatore regionale del Pdl, Giuseppe Castiglione che, in qualità di Presidente della Provincia di Catania, è anche presidente dell’Ato acque. «Sull’Acoset non si gioca una questione politica. Anzi, visto che stiamo parlando di un settore delicato come quello della gestione idrica, la politica in questo caso avrebbe dovuto fare un passo indietro e affidare l’azienda a un tecnico esperto». Castiglione ha voluto così riproporre qual è la posizione dei sindaci di area Pdl che si sono opposti alla designazione di Fatuzzo. «Il problema – ha spiegato Castiglione – non è Fatuzzo in quanto tale. Il problema è tecnico. Quali sono le competenze del neo presidente per gestire un settore delicato come quello idrico? Ne ha le capacità? Sa di cosa si sta parlando? Per questo al momento del voto la metà dei sindaci-soci dell’Acoset aveva posto il serio problema di affidare l’azienda a una personalità capace. Invece è stato fatto un accordo politico che esclude la metà dei rappresentanti dei Comuni riforniti. Al contrario la linea dei sindaci di area Pdl era quella di puntare a una visione unitaria, per dialogare e parlare la stessa lingua tra i vari enti idrici che oggi riforniscono tutta la provincia, in attesa di ridefinire le procedure dell’Ato. La nostra idea era quindi quella di puntare addirittura su un amministratore unico e di ridurre a tre il numero dei componenti del Cda». Castiglione indica anche il nome di un esperto idrico che i sindaci del Pdl volevano votare. E’ quello di Osvaldo De Gregoris, ex direttore tecnico della Sidra, e oggi alla Sie. «E’ uno dei tecnici che il 50% dei sindaci voleva votare, ma non è stato possibile».
Acoset: scontro aperto Stancanelli-Fatuzzo
(Giuseppe Bonaccorsi su La Sicilia di oggi)
L’Acoset dovrebbe occuparsi soltanto dell’erogazione idrica nei paesi pedemontani. E’ invece al centro di uno scontro politico che ha messo in evidenza la fragilità che caratterizza la coalizione di maggioranza Pdl-Mpa che regge quasi tutte le amministrazioni etnee e che risente dei venti di guerra che arrivano dalla Regione. L’ultimo scontro vede contrapposti il sindaco di Catania, Raffaele Stancanelli, del Pdl lealista e il suo ex assessore alla Cultura, Fabio Fatuzzo, ex Pdl e ora vicino al gruppo di Fini, tra i quali, secondo quello che si racconta, non sarebbe mai corso «buon sangue». Stancanelli, dopo l’invito a Fatuzzo a «fare un passo indietro» è tornato nuovamente sull’argomento Acoset con una lettera indirizzata al neo presidente e ai sindaci dei Comuni-soci con cui chiede che venga rispettata la legge regionale n. 22 del 16-12-2008 che prevede un Cda composto soltanto da tre rappresentanti (oggi è di 5). «La legge – scrive Stancanelli – pone una serie di adempimenti a carico degli enti locali che se non rispettati comportano responsabilità di carattere erariale». Stancanelli, in particolare ricorda che «art. 19 stabilisce che “il numero dei componenti nominati da Comuni e Province negli organi delle società, aziende ed enti non può eccedere le tre unità” contrariamente a quanto ad oggi attuato dall’Acoset. Ciò premesso – scrive ancora il sindaco rivolto al presidente Fatuzzo – la invito a volersi attivare al fine di adeguare lo statuto conformemente alle disposizioni di legge».
Il presidente Fatuzzo ha replicato al sindaco sempre per lettera. «Desta meraviglia – scrive rivolto a Stancanelli – come la stessa lettera non sia stata indirizzata da lei al precedente Cda dell’Acoset composto oltre che dal presidente da sei consiglieri per i quali era previsto un compenso di 25 mila euro annui. Ciò premesso – ha aggiunto Fatuzzo – si tiene a precisare che per ogni attuale componente del Cda è stato deliberato dall’assemblea un rimborso forfettario di 500 euro mensili lordi e pertanto tutti i consiglieri percepiscono un importo annuo inferiore a quello erogato a uno solo dei componenti del precedente Consiglio. Si confida che la s.v. per le iniziative di sua competenza vorrà porre altrettanta attenzione a rimuovere violazioni di leggi in tema di cariche pubbliche come previsto dalla normativa vigente».
Sulla «guerra aperta» sulle nomine all’Acoset sono intervenuti anche i sindaci di Aci S. Antonio, Pippo Cutuli e di Valverde, Angelo Spina.
Cutuli, che è componente del Cda, risponde al presidente della Provincia, Giuseppe Castiglione, che due giorni fa aveva definito «incompatibili le cariche dei sindaci». «L’incompatibilità dei sindaci di cui parla Castiglione dipende dall’appartenenza al Mpa? – dice Cutuli -. credo che se i sindaci fossero stati del Pdl tali ragionamenti non si sarebbero fatti. L’ingresso dei primi cittadini nel Cda è stato dettato dalla necessità di avere un contatto diretto con le problematiche idriche. Dal 20 luglio, data del nostro insediamento, stranamente l’acqua in alcuni Comuni serviti (Aci. S. Antonio, Viagrande, Trecastagni) non è più mancata. Sarà stato merito del nuovo presidente o del Cda?». Per il sindaco di Valverde invece «All’Acoset si sono voluti accelerare i tempi di nomina senza tener conto degli incontri di Mascalucia». Quindi per Spina «è necessario resettare tutto e completare il percorso iniziato a Mascalucia per giungere a una elezione condivisa degli organi statutari». (La Sicilia)