“Storia” è un termine molto complesso. Una definizione che spesso diamo per scontata, cui associamo un contenuto quasi- metafisico. In realtà, come dice Francesco Migliorino, ogni singolo concetto non deve essere preso come una verità assoluta. Deve essere “problematizzato”.
Gli antichi greci non avevano una concezione di Storia come la intendiamo noi oggi. Per loro non esisteva il vocabolo Storia inteso come singolare- collettivo. Erodoto si proponeva di riferire le cose successe senza pensare a “un senso” o (meglio) ad uno “scopo” (“telos”). Non pensava ad un fine futuro e universale posto oltre gli eventi stessi (conoscere il passato per costruire il futuro). Lo stesso termine romano plurale Historiae (dal greco Ἱστορίαι Historìai) non indica altro che resoconti, narrazioni di eventi.
Il mondo antico non aveva quindi una filosofia della storia così come da noi posseduta oggi. Secondo Aristotele la Storia ha ad oggetto “il singolare e l’accidentale” non il Generale. Nella storia antica non vi era traccia dell’idea biblica di un “Signore della Storia” o di quella moderna di “Ragione della Storia”.
Qual è la concezione di Storia che abbiamo oggi? Bella domanda. Vorrei leggere con voi queste poche righe tratte dall’opera di un Maestro il cui nome “rivelerò” alla fine.
“Non sono i soli stabilimenti, i progressi, e le vicende de’ grandi imperi che fanno oggetto principale della Storia.
Destinata ad essere un registro di verità, onde istruire i posteri sull’esempio dei passati eventi, non può corrispondere meno utile riferendo le memorie particolari di una città, o di qualche oscuro filosofo, che nel divulgare le imprese audaci degli Eroi, o le conquiste de’ Macedoni, e de’ Romani.
L’ordine, e il disordine della natura così come trovasi esteso in tutto l’universo, lo riconosciamo pure riconcentrato nelle sue particelle: da ciò ne segue, che i deboli oggetti sono per lo più grandiosi sotto l’occhio del savio.” [1]
Oggetto debole, unità minima della Storia, sua particella elementare è paradossalmente il suo agente principale: l’uomo. Ciascun uomo vive in un determinato periodo ed è testimone e fautore al tempo stesso della Storia. La sua vicenda personale si mescola nel mare della Storia, il suo corpo porta i segni intangibili non solo dell’epoca in cui vive ma anche di quelle passate. So già che a molti può sembrare strano… mi sembra ancor più strano e riduttivo intendere l’evoluzione degli esseri viventi da un punto di vista squisitamente biologico. Ogni uomo in quanto soggetto e oggetto al tempo stesso della Storia porta già al suo interno un immenso patrimonio che deve essere costruito (istruito) e riportato alla memoria.
Parlerò della Storia di una piccola cittadina che, credetemi, racchiude in sé la Storia del mondo. Lo farò senza la pretesa di essere originale, né di essere esaustivo. Lo farò utilizzando un linguaggio diretto, semplice ma soprattutto consono al luogo in cui ci troviamo: internet!
Scopo di questo piccolo excursus è quindi quello di essere un input per uno studio più approfondito sulle origini del nostro paese.
[1] Giovanni Sangiorgio Mazza, STORIA DI ADERNO’