fonti: La Sicilia, Giornale di Sicilia
Il patto che dà il via al Lombardo quater è stato siglato nei fatti ma non mancano le incognite. Il governatore ha già un accordo con l’area Lumia-Cracolici e con gli ex margheritini di Innovazione. Tutte le altre – da Crisafulli a Capodicasa, passando per lo stesso segretario regionale, Lupo – sono fuori. E ciò pone in bilico alcuni dei 27 voti del Pd. Lupo ieri ha avuto un primo incontro con Lombardo: “Un accordo di programma non si può fare con pezzi di partito”.
L’accordo risulta dunque indigesto per una parte dei democratici. “Quello che Raffaele Lombardo si accinge a fare è una delle più spregiudicate operazioni politiche della storia siciliana”. Così il senatore del Pd
Enzo Bianco commenta le mosse del governatore, svelandone le contraddizioni di fondo. “Lombardo e il suo movimento politico – continua Bianco – stanno comodamente nel governo Berlusconi e si accingono a votare il 28 settembre l’ennesima fiducia. Pare che abbiano promesso eterna fedeltà anche alle prossime elezioni politiche. Stanno infarcendo la giunta regionale di personaggi politici che di tecnico non hanno nulla, spesso allegramente riciclati. Le forze politiche che avevano candidato Lombardo lo hanno abbandonato. Oggi non c’è una maggioranza politica, ma un esercito di Franceschiello di deputati regionali raccolti uno a uno”. “Spiace
– prosegue Bianco – che una larga parte del Pd, contro tutte le deliberazioni assunte negli organi del partito e contro la linea largamente maggioritaria venuta fuori dalle primarie, si accinga a sostenerlo. Si tratta di un clamoroso errore, di una inaccettabile spregiudicatezza di cui il Pd rischia di pagare un prezzo salato nel suo già difficile rapporto con l’opinione pubblica. Noi non ci stiamo, noi siamo per la coerenza. Presto chi oggi sbaglia si renderà conto della gravità dell’errore e di che personaggio è colui al quale si regala una boccata di ossigeno”.
Critici anche Giovanni Barbagallo e Giovanni Burtone, così come critici sono una decina di deputati che vanno da
Bernardo Mattarella (area Bersani) a
Davide Faraone (area Letta). Secondo il deputato regionale
Barbagallo, il suo partito ha dieci ragioni per non sostenere il futuro governo di raffaele Lombardo: “Per coerenza nei confronti degli elettori; perchè fa parte del governo Berlusconi; perchè non è estraneo al sistema di potere costruito dal centrodestra. Perchè la paralisi amministrativa alla Regione è stata determinata, in gran parte, dalle scelte sbagliate operate da Lombardo in materia di personale e di nomine dei direttori generali; perchè non sono stati adottati provvedimenti concreti per il lavoro, lo sviluppo economico, il sostegno alle famiglie e i soggetti più deboli; perchè non sono state spese risorse finanziarie dell’Ue; perchè sono stati nominati consulenti esterni senza alcuna giustificazione. Perchè le proposte del Pd approvate con la finanziaria regionale sono rimaste inattuate; perchè non sono stati approvati provvedimenti significativi per la riduzione dei costi della politica e perchè non si può modificare il sistema clientelare con un protagonista di questo sistema stesso. Per queste ragioni – spiega Barbagallo, ma anche per l’assenza di scelte programmatiche chiare, non ci sono le condizioni politiche per un sostegno del Pd al quarto governo Lombardo. A oltre due anni dall’inizio della legislatura non è stata ancora approvata nessuna legge di settore. È stato propagandato il provvedimento sul riordino della rete ospedaliera dimenticando di dire che non si tratta di una riforma organica della Sanità siciliana, ma di un aspetto del piano di rientro richiesto dal Governo nazionale. Questo provvedimento non migliora le condizioni degli operatori, non incide sulla qualità del servizio e lascia interi territori senza adeguata assistenza pubblica”.
Burtone si chiede invece se Veltroni abbia letto bene le firme dei siciliani che hanno sottoscritto il suo documento: «Sono gli stessi che sostengono Lombardo». E si chiede: «Dov’è il tasso di riformismo e d’innovazione? Lo spirito del Lingotto si ferma in Calabria? Aspettiamo una risposta».
Negativo anche il giudizio del coordinatore regionale del Pdl, Castiglione che, nell’intervista di Andrea Lodato sul quotidiano La Sicilia, definisce il Lombardo 4 “l’ultima fermata possibile per Lombardo prima del capolinea. In due anni ha sperimentato di tutto per cercare di governare, ha provato a dividere i partiti che lo avevano fatto eleggere, a inventare formule impossibili e ora si ritrova all’ultima spiaggia e si allea con l’unica forza politica che i siciliani 2 anni fa avevano spedito all’opposizione. Non so cosa altro Lombardo possa inventare dopo queste prove di equilibrismo”. Non mancano le valutazioni elettorali: “il Mpa è un movimento fortemente radicato nel centrodestra e già al suo nascere ci furono forti resistenze quando ancora Lombardo ondeggiava tra la corte di Berlusconi e quelle di D’Alema e Violante. Che cosa farà adesso la base lombardiana che si ritroverà alleata del Pd? E lo stesso Pd – dice Castiglione – come spiegherà ai suoi elettori che sta sostenendo al governo quel Lombardo di cui gli stessi dirigenti che oggi chiudono l’accordo, ieri dissero peste e corna? Insomma sia per Lombardo sia per il Pd mi sa che questo accordo potrebbe risultare molto più controproducente di quanto non pensino e non temano”.
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