Il Centro Culturale “San Nicolò Politi” mira a far conoscere il Santo
Il culto di S. Nicolò Politi, da tempo immemorabile, è entrato a far parte della vita degli adraniti e i solenni festeggiamenti del mese di Agosto sono un appuntamento irrinunciabile per i residenti e, pure, per gli emigrati che organizzano le loro ferie in modo da poter essere in Adrano. Tutti conoscono bene, effettivamente, il Santo cui sono tanto devoti?
A seguito di un’intervista fatta in Adrano sembra che, soprattutto per i giovani, la conoscenza sia piuttosto frammentaria e basata sul sentito dire. Pertanto, vale la pena cercare di migliorarla. In questa direzione s’è mossa l’iniziativa del “Centro Culturale San Nicolò Politi”, che, come ha espressamente dichiarato la Presidente, Signora Rosanna Di Natale, si propone di far meglio conoscere il Santo. Infatti, è stato indetto un “Concorso Fumettistico a Premi” al fine di valorizzare, attraverso una chiave moderna, l’Uomo, l’Eremita e il Santo. Di buon livello, i lavori presentati.
Inoltre, nella Chiesa di S. Nicolò, il 29 Luglio, alle ore 17:00, s’è tenuto un incontro di fede, a sfondo culturale, in onore del Santo per ricordare alcuni momenti salienti della sua vita e cantare inni in suo onore, con l’ausilio dell’insegnante Marilù Coco, con la direzione musicale di Don Alfio Conti. Il Geometra Santo Alì, autore del testo “S. Nicolò Politi di Adrano”, ha letto alcune pagine, in particolare, quelle relative ad alcuni miracoli avvenuti nel corso della sua vita, dalla nascita fino alla morte. La Professoressa Franca Meli ha evidenziato una componente importante, generalmente non molto nota, della fede del Santo, precisamente la sua profonda devozione a Maria, attraverso la lettura di alcune preghiere contenute nel testo del Prevosto Salvatore Petronio Russo, “Della vita e del culto di S. Nicolò Politi” (1881).
Nicolò visse in eremitaggio per realizzare il suo desiderio di ascesi e di purificazione, tramite le punizioni corporali, le rinunce e l’assidua preghiera; preghiera rivolta a Cristo e pure a Sua Madre. Nell’iconografia, S. Nicolò è sempre rappresentato con un libro in mano, in quanto un libro teneva in mano anche quando fu trovato morto. Questo libro era conservato in un ripostiglio del Convento dei Cappuccini, ad Alcara Li Fusi, quando Don Giuseppe Spitaleri, Barone di Muglia, nel 1674, si recò lì per ottenere una reliquia del Santo concittadino. In questa occasione, Fra Antonio da Alì, priore del Convento, gli donò metà del libro e, precisamente, diciotto fogli di pergamena, scritti in greco.
Di questi, oggi, ne rimangono solamente otto e mezzo, conservati in Chiesa Madre, nel Reliquario fatto costruire (a loro spese) dal Prevosto Salvatore Petronio Russo e dal fratello Giovanni. Questi fogli furono tradotti dal greco in latino, nel 1875, da un prete greco cattolico, archeologo ed insigne traduttore, Padre Filippo Matranga, che ne attestò, pure, l’autenticità. Il Prevosto Petronio Russo, nell’opera citata, ha riportato il testo latino e la traduzione in italiano di queste preghiere per mettere in luce la profonda devozione di Nicolò per Maria, Madre di Cristo e dell’umanità intera, in quanto per il Suo tramite si può giungere a Cristo Redentore.
A seguire, le Dottoresse Francesca e Anna Maria Palermo, hanno letto alcune poesie, in una libera versione italiana, del poeta adranita Agatino Cariola, che in versi dialettali ha narrato la vita e le virtù eroiche del Santo. Una testimonianza di fede è stato l’intervento del Dottor Filadelfio Coco, che, attraverso ricordi personali della sua adolescenza, ha evidenziato che, ancora oggi, il culto per il Santo permea la vita degli adraniti.
L’insegnante Nicola Scuderi, dopo aver ricordato l’illogica diffidenza di taluni uomini di cultura a voler credere alla reale esistenza dell’illustre adranita, ha fatto alcuni rilievi critici che, in maniera inequivocabile, sono di conferma della sua vita terrena. Certamente, è difficile per il comune cristiano uguagliare le virtù eroiche di Nicolò, ma tenere lo sguardo fisso su di Lui, sicuramente, aiuta a vivere meglio la fede.
Franca Meli
NOTA. L’immagine di San Nicolò proposta sopra, adottata come “santino” quest’anno, ritrae una parte di un quadro del 1556 del noto pittore tortoricese Giuseppe Tommasi, di recente restaurato, collocato nella Chiesa della Madonna di Tutte le Grazie, in Adrano. Accanto a S. Nicolò è raffigurato S. Isidoro Agricola.
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