Confusione e incertezza. Sono i due sentimenti che regnano incontrastati in riferimento alla questione rifiuti per i diciotto Comuni di Simeto-Ambiente. O almeno, non per tutti. Le rassicurazioni dei giorni scorsi, annunciate a lavoratori e sindacati si stanno pian piano sgonfiando. Ai dipartimenti degli assessorati di Bilancio, Enti locali e Industria, da una parte e ai sindaci di Simeto-Ambiente, dall’altra il compito di determinare le sorti dell’emergenza.
I motivi sono oggi chiari. Dalla riunione di ieri pomeriggio alla Regione Siciliana, alla quale ha partecipato anche l’amministratore unico di Simeto-Ambiente, Angelo Liggeri, è emerso come l’orientamento assunto è quello di concedere le somme in anticipazione, per risolvere questa nuova emergenza, non a tutti i Comuni, ma solo a quelle realtà locali che hanno avanzato con delibera di consiglio comunale la richiesta per l’accesso alle somme. In parole povere i fondi per coprire le spese fino al prossimo mese di marzo (quindi circa tre milioni di euro) dovrebbero arrivare per: Battiati, S. Giovanni la Punta, S. Maria di Licodia, S. Pietro Clarenza, Camporotondo Etneo, S. Gregorio, Tremestieri e Gravina, mentre Mascalucia, pagherà con fondi propri. Hanno detto «no» all’accesso di nuove somme, invece: Adrano, Belpasso, Biancavilla, Misterbianco, Motta, Nicolosi, Paternò, Pedara, e Ragalna. Senza somme l’emergenza rifiuti potrebbe assumere, in questi Comuni, toni davvero critici. Paternò in questo momento è tra le realtà che versano in una condizione di assoluto degrado, con rifiuti quasi in ogni angolo della città. Alcune aree per metri e metri sono coperte da centinaia di chili di rifiuti, con un cattivo odore, nonostante le giornate di freddo intenso, che rende l’aria irrespirabile. Una condizione di degrado e di nuovo rischio igienico-sanitario che è il risultato dell’assoluta incertezza in cui vivono i lavoratori, con stipendi a rate, dopo settimane d’attese. Stipendi che, in alcuni casi, sono di poche centinaia di euro, visto le decurtazioni applicate dall’azienda. In questo contesto il sindaco di Paternò, Pippo Failla, annuncia che sta pensando di presentare una nuova denuncia alla Procura visto che i rifiuti, nonostante siano stati sospesi scioperi ed assemblee sindacali, sono ancora ben presenti in ogni angolo della città. Dal canto loro i lavoratori si dicono stanchi di esser continuamente presi in giro. E come biasimarli se si pensa che l’ultimo stipendio preso risale a metà del mese di dicembre dello scorso anno.
Anche i sindaci si dicono stanchi di anticipare continuamente somme chiedendo di sapere a quanto ammontano le anticipazioni fatte fino ad oggi a Simeto-Ambiente. Anticipazioni che hanno portato le casse in rosso fisso. Chiaro l’amministratore unico di Simeto-Ambiente, Angelo Liggeri. “La prossima settimana – afferma Liggeri – convocherò sindaci e presidenti dei Consigli per mostrare il piano di rientro. Posso fin da ora anticipare che tra le anticipazioni fatte dai Comuni e il riscosso della Tia, la bilancia pende sempre a favore di Simeto-Ambiente, nel senso che le anticipazioni versate non coprono la spesa del non riscosso”.
Frattanto, ieri seri, a Biancavilla, si è tenuto un vertice dei Comuni etnei che fanno capo all’Ato 3 Simeto Ambiente, per discutere della questione rifiuti, della crisi finanziaria della Società d’ambito e delle ormai consuete difficoltà a pagare gli stipendi degli operatori ecologici e a garantire, quindi, il servizio di raccolta dell’immondizia. La preoccupazione, in particolare, è rivolta alla richiesta di anticipazione da parte della Regione Siciliana, che – hanno sottolineato i Comuni – espongono le casse degli Enti a una pressione non più sostenibile. A S. Maria di Licodia, per esempio, ci sono problemi nel pagamento degli stipendi del personale comunale. Effetto del continuo accesso al fondo di rotazione che ha di fatto dissanguato le finanze pubbliche dei Comuni. E poi, lamentano i sindaci, ci sono normative di non facile interpretazione, spesso contraddittorie.
L’incontro tra i rappresentanti delle amministrazioni comunali dell’Ato 3, presentato non come un incontro aperto al pubblico, si è svolto come un passaggio tecnico. Dal vertice, infatti, è stato votato semplicemente un documento con il quale si chiedono alla sezione “Enti locali” della Corte dei Conti “chiarimenti comportamentali circa la corretta interpretazione ed applicazione delle norme relativamente alla decurtazione dei fondi destinati alle autonomie locali”.
La richiesta è indirizzata pure al governatore Raffaele Lombardo e agli assessori alle Autonomie locali e ai Servizi di pubblica utilità. A sottoscrivere il documento, i sindaci (o i loro delegati) di Adrano, Belpasso, Biancavilla, Camporotondo, Gravina, Motta, Nicolosi, Paternò, Pedara, Ragalna, San Gregorio, Battiati, S. Maria di Licodia, Misterbianco, Tremestieri Etneo e S. Giovanni la Punta. I sindaci di Mascalucia e S. Pietro Clarenza, assenti, lo hanno avallato verbalmente. Se in altre occasioni il “fronte dei sindaci” si era mostrato lacerato, in quest’ultimo passaggio, proprio perché tecnico-burocratico, c’è stata unanimità. “E’ un primo passo, ora bisogna coinvolgere le forze sindacali”, annuncia il sindaco di Biancavilla, Giuseppe Glorioso. “Non possiamo più mantenere economicamente il personale: dobbiamo dirlo a chiare lettere”, ribadisce il primo cittadino di Misterbianco, Ninella Caruso. Aggiunge Pippo Failla, sindaco di Paternò: “Un sistema, quello dei rifiuti, che non funziona. Attendiamo norme definitive e certe”.


fonte: Mary Sottile e Vittorio Fiorenza su La Sicilia di oggi

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