Editoriale di Domenico Tempio su La Sicilia del 04/07/2010
Certo ha influito il non piacevole vento nordista di cui lo stesso Tremonti è ispiratore, però i nostri bravi uomini eletti alle Nazionali e alle Regionali non hanno fatto nulla per non meritare l’appellativo di «cialtroni». Basta leggere oggi sul nostro giornale come Cuffaro e Lombardo, l’ex e l’attuale governatore, si scaricano a vicenda le responsabilità sul mancato utilizzo dei finanziamenti europei per capire, anzi per non capire, perché questi soldi non si sono trasformati in progetti e, quindi, in opere pubbliche. Per inciso abbiamo detto «non capire». Perché è difficile interpretare la politica di chi governa. Che senso ha perdersi in mille giustificazioni, quando tutto dovrebbe essere chiaro: i soldi ci sono ma mancano i progetti. E chi li doveva realizzare? Già, chi li doveva realizzare se non chi ci governa? Ora ci offendiamo se Tremonti ci chiama «cialtroni». Purtroppo è la verità.
Ma i «cialtroni» sono solo al Sud? Questo titolo, senza alcuna offesa, lo merita anche Tremonti. La sua manovra con gli emendamenti che gli uomini del suo partito e, pensiamo, del suo gruppo di lavoro ogni giorno tirano fuori come un coniglio dal cilindro, fanno pensare appunto, a un gioco di maldestra magia. Di quella che gli imbonitori una volta esercitavano nelle piazze di paese. Ieri si è giocato con le pensioni (quarant’anni e oltre), oggi sui tagli a quei già maltrattati poliziotti. Valgono poco poi le marce indietro. Anzi fanno capire di più che la maggioranza che governa vive alla giornata in piena confusione. Cos’è questa, se non cialtroneria?