Così come sosteneva don Luigi Sturzo, il primo canone dell’arte politica dovrebbe basarsi sull’essere franco e nel fuggire dall’infingimento.
Vorrei partire da questo pensiero che non è mio, ma che faccio mio solo per il fatto che ricoprendo una carica istituzionale nella città in cui vivo ed opero, vengo etichettato come “POLITICO”. Prima di questa esperienza vivevo la politica da molto lontano, con molta spensieratezza e superficialità, diciamo che ero molto distante dalle migliaia di sfaccettature ed intrighi che essa ha. Ma, oggi che sono dentro a questo sistema, cerco di allontanarmi giorno dopo giorno, non perché voglia pentirmi della scelta che con coraggio, convinzione e sacrificio ho fatto, ma perché in questo sistema balordo ed anomalo c’è sempre qualcuno che appena può cerca di “ fregarti o macchiarti le carte”, tant’è che non appena l’aspetti, fa di tutto per infilare qualche cadavere nel tuo piccolo armadio, fregandosene dell’etica e della morale altrui e con la consapevolezza che tanto egli di armadi in cantina ne ha a volontà e tutti pieni di scheletri.
Si dice che il silenzio è d’oro, specialmente in politica, ma il silenzio è espressione di libertà, di compiacimento o di rassegnazione? Oggi specie nella nostra città c’è troppo silenzio, gli unici a parlare sono i politici, che parlano troppo, ma non si capisce se usano verità, mezze verità, verità apparenti, infingimenti o menzogne.
Il politico Adranita di oggi, o meglio il politico di bassa leva che questa città ha prodotto, non vive ed espleta la politica con la “P” maiuscola. SA SOLO AVVELENARE L’ARIA ED ACCUSARE TUTTI QUELLI CHE OSTACOLANO IL PROPRIO CAMMINO.
In questa città, nell’ormai lontano e fatidico 2008, abbiamo assistito ad una rivoluzione liberale e culturale senza precedenti, in cui ogni soggetto della città, politico e non, rosso o nero che fosse, ha dato il proprio contributo al fine di ottenere un cambiamento di marcia che la politica negli anni passati non è mai riuscita a fare. Mi chiedo allora se le rivoluzioni sono figlie di idee e di sentimenti o se le rivoluzioni sono dettate dal promuovere gli stessi interessi di sempre o dei nuovi interessi !
La domanda nasce spontanea: la politica ad Adrano ha agito ed agisce per interessi?
A mio modo di vedere, la politica dovrebbe essere l’arte del saper amministrare la città e soprattutto dovrebbe avere il dovere morale ed il compito di colmare quei tanti gap che la città ancora oggi alle soglie del 2011 ha. Non so, se questi gap si debbano attribuire alla scarsa volontà politica ed alle pessime gestioni amministrative che in questa città si susseguono ormai da anni, ma, di una cosa ne sono certo, la politica non permette a questa città di fare il salto di qualità e di raggiungere ciò che altrove si definisce “QUALITA’ DELLA VITA”. Bisognerebbe allora tutti insieme fare un esame di coscienza in modo da invertire la tendenza negativa che ormai da troppo tempo affligge questa città, ed iniziare a volare alto in modo da percorrere strade migliori che permettano di riequilibrare la città, le sorti di chi ci abita e soprattutto appaiarci finalmente con i tempi moderni.
Se una città di quasi 40.000 abitanti non cresce e non si migliora la colpa non è dei cittadini, ma della politica, di chi manovra ed ha manovrato i pupi per anni. Se una città è vittima ed ostaggio dei propri politici, vuol dire che la città non ha speranze. Ma non bisogna perdere la speranza, perché anche se oggi qualcuno non è riuscito a bonificare una discarica e quindi a rendere l’aria respirabile ed il sito non inquinato, prima o poi ci sarà qualcuno che ci riuscirà. E’ solo questione di tempo!
Sono certo che la mia voce rimarrà presente e per l’eticità e per la libertà nella vita politica: una voce contro chi inquina da anni costantemente la nostra città.
A tutti gli uomini liberi e forti, a tutte le associazioni, a tutta la società civile, che si sono spesi affinché Adrano voltasse pagina e che in questa grave situazione ed in questo scenario da inferno dantesco sentono alto il dovere di cooperare ai fini supremi della libertà, senza pregiudizi né preconcetti, faccio appello perché uniti insieme propugnino nella loro interezza gli ideali di giustizia e di libertà, ma soprattutto non perdano la speranza nel poter avere una città migliore, diversa, con un po’ più di legalità e senso del rispetto.
Adrano non può rimanere una discarica, va bonificata, ripulita da chi la inquina ed opprime, Adrano deve essere una città libera non schiava dei padrini politici o dei potenti, Adrano deve essere una città vera e produttiva, non succube delle promesse e dei ricatti dei politici o dei potenti, ma soprattutto, Adrano deve essere una città dove l’infingimento non deve più esistere. Bisogna cambiare marcia, avere un nuovo stile ed una nuova mentalità. Bisogna eliminare il doppio concetto che si ha sulla libertà, perché fra coloro che amano la libertà per convinzione e coloro che amano la libertà a parole vi è una grande divergenza. Non si può permettere a nessuno di essere continuo ostaggio della politica, non si può permettere a nessuno di imbrigliare il nostro quieto vivere e soffocare le nostre speranze.
La libertà è come l’aria: si vive nell’aria; se l’aria è viziata, si soffre; se l’aria è insufficiente, si soffoca; se l’aria manca si muore.
Il carattere sacro della vita è ciò che impedisce ad ogni soggetto di uccidere qualsiasi forma di vita.
Rifaccio la domanda al consigliere Palazzotto.
Dopo questo bellissimo articolo, per coerenza, come consigliere si dissocierà dall’attuale amministrazione?
Purtroppo la politica adranita, grazie alla presenza di certi personaggi, è già una discarica… Il vero problema è che quando l’ambiente politico si sporca, ed è accaduto anche recentemente, i cosiddetti “buoni” fanno poco per isolare la feccia. Anzi, come in merito alla manifestazione di qualche settimana fa, si critica con un intervento discutibilissimo (passato anche in tv) chi ha cercato di riportare l’attenzione sull’assenza di legalità in città. Chi dovrebbe bonificare allora? Forse è arrivata l’ora di lasciare spazio a gente nuova visto che certuni hanno palesemente fallito e continuano a fallire (sia tra le fila dell’opposizione, sia tra quelle della maggioranza).