La maggioranza interna dei democratici, favorevole al sostegno del governo, è stata costantemente attaccata da una irriducibile opposizione interna, il governatore Lombardo è azzoppato da una inchiesta giudiziaria, i rapporti fra Assemblea e governo sono compromessi dall’assenza di deputati nell’esecutivo, causa di una ostilità di principio oltre che di una avversione interessata.
Il dissenso si è manifestato in modo rumoroso e spregiudicato, offrendo un’immagine del Pd, e non solo del governo, davvero impresentabile per le accuse di collusione con aree compromesse della politica siciliana. Non solo il Pd combatteva una battaglia persa in partenza, ma si sarebbe “venduto” ad un mestierante della politica. Naturalmente, molti siciliani si sono persuasi che queste denunce hanno una loro validità. L’inchiesta giudiziaria su Lombardo ha reso ancora più credibili gli avvertimenti del “dissenso”. Le difficoltà parlamentari, infine, hanno fatto il resto.
La conflittualità interna, tuttavia, non si è consumata fra favorevoli e contrari al sostegno, ma anche sulle modalità del sostegno. Da tempo una folta rappresentanza politica dei democratici hanno posto l’accento sulla necessità che il Pd avesse onori ed oneri dal sostegno politico a Lombardo; l’appoggio esterno prima e il governo tecnico dopo avrebbero lasciato fuori, di fatto, il partito. Nel primo caso, con il sostegno esterno, il Pd non avrebbe raccolto i frutti delle sue battaglie parlamentari a favore di alcune leggi importanti, nel secondo avrebbe lasciato a Lombardo il timone della nave, permettendo che nell’esecutivo entrassero personalità gradite ad alcuni dirigenti Pd, ma influenzabili da parte del Presidente.
Naturalmente, i “favorevoli” al sostegno hanno spiegato la validità della strategia adottata, che è servita a fare crollare il centrodestra in Sicilia, a fare nascere un’alleanza fra terzo polo e centrosinistra, a mandare all’opposizione Pdl e i suoi satelliti, a smantellare (è questa l’intenzione, almeno), il sistema di potere costruito dal centrodestra nell’Isola. Questo lavoro politico, inoltre, avrebbe “aperto” una falla storica negli equilibri politici nazionali, sganciando una fetta del centrodestra, il Fli, dall’altra parte della barricata.
A questo punto, però, i democratici devono dimostrare che tutto questo travaglio ha reso un servigio anche alla Sicilia. Ed è questo problema che Anna Finocchiaro ha voluto affrontare dopo un lungo silenzio.
Il segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, segretario regionale del PD ha bocciato la giunta tecnica: “Questa fase è chiusa”. Lupo attacca l’assessore alla Sanità Massimo Russo: “Non è un tecnico, è già stato a Vittoria a fare campagna elettorale per il candidato Mpa contro Pippo Nicosia, il sindaco uscente sostenuto da noi. Così non va. Russo è pagato per occuparsi solo degli ospedali”.