Febbraio 2008. Siamo nel bel mezzo della campagna elettorale per la Presidenza della Regione Sicilia. A contendersi la poltrona sono Anna Finocchiaro, oggi capogruppo PD al Senato (riparata, dopo la batosta elettorale, al Parlamento nazionale con il noto paracadute preteso con un seggio sicuro in Emilia) e Raffale Lombardo, attuale Presidente della Regione. Lo scontro è durissimo. In un’intervista la senatrice spara a zero sul leader del Mpa. “La candidatura di Lombardo in Sicilia sancisce la perfetta continuità con il precedente governo. L’unico obiettivo e’ la gestione del potere in Sicilia. Si conferma una concezione del potere fatta di occupazione della cosa pubblica, di inefficienze e di sprechi. Oggi tutto e’ uguale a ieri: Lombardo come Cuffaro.”
Settembre 2010. Tutto è cambiato (vedi foto a lato). Dopo due anni dalla sconfitta elettorale e dopo essere riparata nel dorato esilio di Palazzo Madama a Roma, durante i quali si è a dir poco disinteressata della Sicilia, Anna Finocchiaro cambia diametralmente opinione! La senatrice, presente alla festa dell’Mpa, benedice il quarto governo Lombardo accampando giustificazioni che lasciano il tempo che trovano. “Per me – dice – che sono stata avversaria di Lombardo, non e’stato semplice mettere a fuoco questo nuovo approccio che fosse del tutto politico. Il Pd ha deciso di dare l’appoggio esterno al governo Lombardo perche’ la giunta e’ fatta da persone serie e perbene”.
La coerenza è andata a farsi benedire, non è una novità. Ma tali dichiarazioni sono semplicemente scandalose ed offensive dell’intelligenza dei siciliani ed in particolare di chi ha votato la Finocchiaro poco più di due anni fa. Anche Orlando, portavoce di Idv, in una lettera aperta attacca duramente la Finocchiaro: “il tuo partito sostiene Raffaele Lombardo – scrive Leoluca Orlando – e la sua armata Brancaleone, pur di restare a galla e tu, dimenticando il tuo impegno passato e il tuo ruolo presente, avalli quella scelta. Sento il dovere di dirti ora che il Pd sta commettendo un terribile errore, mandando in Sicilia un messaggio di incoerenza e di tradimento degli elettori”.
Chi ha letto i quotidiani di oggi non può non sentirsi preso in giro. Tutto sembra ingiusto, ai limiti della truffa. C’è chi nel 2008 ha scelto Anna Finocchiaro quale Presidente della Regione Sicilia, credendo che tutto sommato fosse un’alternativa seria a Raffaele Lombardo, avendo il Pd un altro programma, altri deputati, altre storie. Ammantandosi della benedizione di Rita Borsellino e dei tanti proclami contro certa politica clientelare. Quell’alternativa s’è dimostrata invece fanfarona. Oggi infatti quegli elettori scoprono, leggendo il giornale, di aver votato (in fin dei conti) per Lombardo!
Nel frattempo dobbiamo sorbirci in tutte le salse la solfa del terzo polo con la storia trita e ritrita che la Sicilia è da sempre il laboratorio politico nazionale. Una balla colossale: in Sicilia si mettono in scena tragicommedie che di nobile hanno ben poco. Qui si vive come ai tempi della monarchia. Ogni giorno una lite, ogni giorno un divorzio (in questo caso politico), ogni giorno un nuovo amore. L’interesse supremo non è governare per il popolo, ma la conquista del feudo di riferimento, di un posto di sottogoverno, di un ATO, di una ASL (o ASP), della presidenza di uno dei tanti enti regionali, provinciali e comunali nati proprio per soddisfare le mire della casta. Insomma, il tutto per la conquista di un posto di potere per poter ricevere le suppliche della plebe.
—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/
Bianco a Lupo: urge un referendum
Enzo Bianco ribadisce il suo no al Lombardo quater e con una lettera aperta al segretario regionale del Pd Lupo chiede la convocazione di un referendum del popolo delle primarie. Secondo Bianco, l’elettorato del Pd «in larga parte è contrario ad un’operazione discutibile che non accresce quel profilo di coerenza senza cui non si recupera affidabilità e consenso». E denuncia che del sistema di potere degli ultimi 11 anni, «Lombardo è colonna portante. I suoi metodi di governo sono gli stessi – forse solo più arroganti e monolitici – dei suoi alleati di sempre. Alcuni deputati Pd hanno osservato che non è all’Ars, ma nella pratica quotidiana della politica e della burocrazia che Lombardo sguazza e si ingrassa».
Bianco, quindi, rileva: «Lombardo governa dappertutto nelle province e nelle città siciliane col Pdl; i suoi uomini stanno comodamente a Roma nelle poltrone del governo e della maggioranza, la settimana prossima voterà la fiducia; a Berlusconi ha promesso alleanze elettorali future, come ha fatto a Casini e a Fini. Gioca con tre mazzi di carte. Al termine del gioco si piazzerà con chi ha sistemi di potere analoghi ai suoi». Il Pd, aggiunge Bianco, si è impegnato coi siciliani ad opporsi «a questo aggrovigliato sistema di potere che “strangola” la Sicilia». «Se alcuni tra voi – dice a Lupo – hanno cambiato idea e ritenete che siano maturate nuove ragioni, abbiamo il dovere di convocare ad un referendum quei 200.000 siciliani che hanno con fiducia partecipato alle primarie».
Per Bianco «pesa la conferma di Armao, contro cui il Pd aveva presentato una motivata censura. Nulla sappiamo sulle capacità tecniche del neo assessore D’Antrassi». L’ingresso in giunta di persone apprezzabili, «non muta il giudizio negativo sul trasformismo, la spregiudicatezza, il carattere clientelare ed ambiguo dell’ennesimo governo Lombardo».
Questo il colpo finale ad effetto quanto prevedibile di Bianco: «Prudenza e cautela avrebbero consigliato di tenere nel dovuto conto la pesante implicazione di Lombardo e del suo sistema di potere in una delle più delicate inchieste di mafia in Sicilia. Coinvolgimento che, allo stato degli atti, è tutt’altro che concluso e per il quale le indagini continuano». (La Sicilia)