E’ stata illustrata ieri mattina a Palermo, nella sede dell’assessorato agli Enti locali, una proposta di legge d’iniziativa popolare per la rimozione dello stemma della Trinacria dalla bandiera della Regione siciliana. Due le ragioni principali che hanno spinto i sottoscrittori dell’iniziativa: la non esclusività del simbolo della Trinacria, utilizzato ancora oggi per rappresentare altri paesi e soggetti, tra cui l’isola di Man, nel Mar del Nord; le origini del simbolo, ricollegabili alla mitologia, “in antitesi – dicono i sottoscrittori – con la cultura e l’essenza del cristianesimo, che vogliono assolutamente preservare”.
“L’iniziativa – afferma
Sandro Oliveri, vice presidente del Consiglio comunale di Palermo (in quota Mpa), in qualità di portavoce del gruppo dei sottoscrittori – vuole sensibilizzare i siciliani che credono profondamente nei valori cristiani ad unirsi in questa prima proposta. Naturalmente, seguiranno numerosi altri appuntamenti, utili a ripristinare e a mettere al centro della vita sociale i principi del cristianesimo, in un epoca dove la secolarizzazione sta determinando un marcato degrado morale, con un decadimento della vita sociale, politica ed economica”. Perchè questo richiamo ai cristiani sia credibile occorre modificare la legge all’Ars e consentire che tra i luoghi di esposizione ci siano anche quelli di culto: la bandiera mutilata della Trinacria sarebbe il simbolo dell’etica nelle chiese!
“Nelle prossime settimane – conclude Oliveri – partirà la raccolta delle firme, che ha come obiettivo minimo il raggiungimento di 10 mila sottoscrittori, così come previsto dalla legge”. Martedì prossimo, alle 16, è prevista una manifestazione in piazza Indipendenza, davanti al palazzo d’Orleans, “durante la quale – conclude Oliveri – chiederemo al presidente della Regione Raffaele Lombardo di essere tra i primi sostenitori”.
Leggendo tali notizie non si può non rimanere quantomeno sbigottiti. In tempi in cui la sostanza crea problemi di sopravvivenza politica, si pensa ai simboli. Oliveri si propone di chiedere al governatore di essere il primo firmatario. Come scrive giustamente Giovanni Ciancimino sulle pagine del quotidiano La Sicilia di oggi, “al posto di Lombardo non ci penseremmo due volte per una battaglia simbolica. Tanto non c’è sostanza”.
Analizzando la questione, è facilmente riscontrabile l’origine mitologica della Trinacria, che però esprime anche (e soprattutto) la conformazione geografica della Sicilia: a Ovest Capo Lillibeo; a Sud Capo Passero; nel Nord-est Capo Peloro. I tre promontori ai tre vertici dell’isola, ecco l’origine mitologica, sarebbero sorti grazie a tre ninfe che vagavano per il mondo prelevando manciate di terra, piccoli sassi e frutti dalle aree più fertili.
Ciancimino conclude con una stilettata al presidente Lombardo: “…Da cattolico sostenga l’epurazione della nostra bandiera, perchè bando alla mitologia possa entrare nei luoghi di culto cristiano e lei avere meno noie in politica”.
Scrive Fernando M. Adonia (su cataniapolitica.it): “siamo sicuri che questo simbolo sia così distante dalla cristianità? E soprattutto, siamo in cuor nostro convinti che un richiamo nella bandiera siciliana alla “croce” aiuterebbe una terra già cristiana a esserlo di più?”. La domanda è ovviamente retorica ma centra bene la questione, in quanto, più lo spirito cristiano è distante da un formalismo istituzionale, più esso è forte, nei cuori ovviamente.
Ancora Adonia: “É evidente che il consigliere Sandro Oliveri, nel suo entusiasmo, non tiene conto di un altro breve tratto della cattolicità romana, quella che lui stesso difende. I cristiani sono in questo mondo, ma non sono di questo mondo. Questo ha sempre consentito all’intelligenza credente di sfruttare -nell’accezione di portar frutto- la sapienza del mondo, anche quella pagana, per rileggerla in chiave cristica. Per questo noi da oltre quindici secoli festeggiamo la nascita di Gesù in coincidenza della festività precristina del Solstizio, il natalis solis invicti. Quella che per i pagani era la ricorrenza della rivincita della luce sulle tenebre, per i fedeli, il vincitore di quella battaglia era inequivocabilmente Cristo. Non c’è molto da aggiungere. Godiamoci la nostra bandiera, una delle più belle e antiche tra quelle regionali. Il cristianesimo in politica non può essere cromatico, o non solo: esso deve essere intransigente nei suoi principi: in difesa della legalità, della trasparenza, degli ultimi. È lì l’arduo combattimento del politico“.
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