A vuoto il primo vertice di maggioranza che doveva sancire l’accordo sulla Presidenza del Consiglio. Il gruppo che fa riferimento al vicesindaco, Anzalone, non vuole sentire ragioni e dopo due assessorati e la vicesindacatura, chiede con forza un’altra poltrona. Non è dunque da escludere che possa saltare il banco, mettendo in crisi la coalizione che ha portato alla riconferma di Ferrante. La “quadra”, infatti, è lontana: da un lato il Pdl ed il gruppo che fa riferimento a Ferrante, dall’altro Symmachia/Azione Civica. Risultato: la prima seduta è già decisiva.
Il rischio è quello di creare una situazione che andrebbe evitata sia politicamente che sotto il profilo amministrativo.
Diciamolo tranquillamente e senza giri di parole, a scanso di equivoci. Mettiamolo, insomma, come premessa: Ferrante ha vinto in maniera schiacciante il ballottaggio con l’altro candidato, Mancuso. L’ha fatto perché la gente gli ha dato fiducia e ha voluto che fosse lui a portare avanti il discorso politico e amministrativo in questa città. Ferrante ha vinto perché ha avuto 10 mila e più voti di opinione, ha vinto perché è riuscito a governare (dal 2008 al 2013) tra mille difficoltà in Consiglio Comunale (senza una vera e propria maggioranza), ha vinto perché lo ha deciso il popolo, giudice supremo nelle tornate elettorali. Ferrante ha vinto perché ha dimostrato responsabilità politica creando una coalizione ad ampio respiro, in modo da dare un governo duraturo e forte ad una città che ha parecchi problemi. Perché è unendo le forze e le idee di tutti che si possono risolvere i problemi.
La coalizione voluta e formata da Ferrante ha tutte le carte in regola per governare Adrano. E lo deve fare senza ripicche, “ricatti”, smanie e pericolose lotte di potere al suo interno. Gli equilibri sono fondamentali, vanno rispettati, oliati e messi in moto prima che si trasformino in disequilibri difficili, poi, da riequilibrare. E, per fare questo, ci vuole grande responsabilità politica e, soprattutto, intellettuale.
Prima che la macchina amministrativa si metta in moto ci sono da risolvere alcune questioni all’interno della coalizione di maggioranza. La prima, quella più delicata, riguarda la scelta della Presidenza del Consiglio, un’alta carica istituzionale, la più importante dopo il Sindaco.
Diciamo subito che il discorso delle “poltrone” non va bene. Non vanno bene le ripicche e non vanno bene i “ricatti”. Soprattutto da parte di chi ha già ottenuto due assessori ed un vicesindaco, sbandierando, negli ultimi anni, orgogliosamente e trionfalmente ai quattro venti, il vessillo di paladino contro ogni “forma di tirannide” e, adesso, vuole “tirannizzare” una coalizione che lavora su quegli equilibri e su quella responsabilità politica indispensabili per affrontare i problemi della gente. Ecco il “segreto di pulcinella”. Chi ha già avuto forse dovrebbe smetterla con altre pretese, dovrebbe riporre la lista della spesa, facendo un passo indietro nella questione che riguarda la scelta di chi andrà a guidare il civico consesso adranita.
Intestardendosi, si rischia di far implodere sul nascere la coalizione. Bisogna dimostrare responsabilità, ci piace usare questo termine, quella stessa responsabilità che ha avuto il Sindaco, che ha avuto (un mesetto fa) lo stesso gruppo Symmachia apparentandosi con la coalizione di Ferrante e che, soprattutto, ha dimostrato il Pdl dopo la rinuncia del proprio candidato Abate, quando decise di virare su Ferrante, per fare in modo che la città non cadesse in mani sbagliate, rivivendo un passato che la città ha poi deciso di cancellare una volta per tutte.
Non ne ha fatto un discorso di “poltrone” il Pdl adranita, tutt’altro. Ma è chiaro che, numericamente parlando, è il partito che regge la coalizione (4 membri in Consiglio Comunale, la lista più votata della coalizione) e non accetta, dopo il ritiro del proprio candidato e dopo aver ceduto la poltrona della vicesindacatura senza battere ciglio, quello che sarebbe un ingiusto declassamento. Significherebbe anche sminuire quella responsabilità che hanno mostrato i vertici del partito in tempi non sospetti. E questo lo sa Ferrante, che ha bisogno del peso specifico del Pdl per rafforzare la propria azione amministrativa, e lo sanno anche i componenti delle sue liste “Adrano è Migliore” e “Iniziativa Popolare” che, sin dalla formazione della coalizione, hanno pensato solamente agli interessi della città ed ai suoi problemi. Ci piacerebbe che iniziassero a capirlo anche Symmachia e Azione Civica, che ritrovassero quel senso di responsabilità che gli abbiamo riconosciuto allorquando decisero di sostenere Ferrante al ballottaggio, senza rendere la scelta del Presidente una “ossessionata ossessione politica”.
Ci piacerebbe che presto si trovi un punto d’incontro, perché non va bene pensare e, soprattutto, è antidemocratico e “tirannico” che “se il Presidente del Consiglio non dovesse essere chi diciamo noi, perché si è vinto al ballottaggio grazie a noi (e dunque di diritto ci tocca insieme a questo e quest’altro)” non voteremmo altri candidati e saranno rivalutate tante cose, dando così un segnale di debolezza della maggioranza agli occhi della città.
Ci piacerebbe che queste “ripicche” e questi “ricatti” svaniscano e si sgonfino subito, evitando di “avvelenare”, con “imposizioni” inaccettabili, una maggioranza, ampia, che ha voglia di lavorare. Non ci piacerebbe nemmeno ipotizzare che 7 consiglieri possano già pensare a possibili “diverse soluzioni” se non dovessero ottenere la Presidenza. D’altronde, Ferrante (cui non difetta la pazienza, tutt’altro, ma anche quella ha un limite), può tranquillamente governare anche con 15 consiglieri, avendolo già fatto per 5 anni. Ci piacerebbe pensare anche che i Democratici Riformisti per la Sicilia (Dr) non complichino una situazione che si sta complicando da sola.
Ci piacerebbe, infine, che si riuscisse a comprendere che al primo posto c’è Adrano e che trovare un’intesa non è affatto impossibile. Anzi, andrebbe trovata al più presto. Ci piacerebbe che il “poltronaio” non diventasse il leitmotiv di tutto. Bisogna aggiungere altro?
Davide D’Amico