Ad Adrano nuovo rinvio per il consiglio comunale che, senza una maggioranza stabile, viene ormai posticipato di settimana in settimana.
Mesi fa si era aperta, sebbene non ufficialmente, una verifica di maggioranza che a tutt’oggi è ben lungi dal chiudersi. Il problema politico era già evidente quando, qualche settimana addietro, avevamo affrontato con un’attenta analisi la questione (leggi post). Ieri l’ennesimo buco nell’acqua, con il consesso andato deserto.

Qualcosa però si muove. I più attenti avranno notato che in questi giorni le tv locali pullulano, oltre che dei soliti protagonisti, di esponenti di quella che fino ad ieri sembrava essere la maggioranza, ospiti di spazi autogestiti a pagamento. Si tratta di emulazione o siamo improvvisamente piombati in pieno clima pre-elettorale?

Prima di analizzare a fondo la questione, un piccolo cenno merita la vicenda che ha visto protagonista il vice-sindaco Vadalà. Al di là di dimissioni vere o presunte, protocollate o meno, risulta quantomeno fuori luogo che un amministratore, che tutti immaginano impegnato a risolvere i tanti problemi della città, si industrii in ripicche nei confronti di questa o di quell’emittente televisiva. Ancora una volta si confondono i propri uffici con gli interessi personali. Forse adesso è il caso di protocollare le dimissioni…

Torniamo agli spazi autogestiti di questi giorni. Tutti i protagonisti ovviamente rivendicano il proprio buon operato, bacchettando, seppur mai in modo netto, il sindaco che sostengono (o sostenevano?): Ferrante, sono parole loro, avrebbe fatto “poco” o “pochino”, forse perchè ancora in una “fase di rodaggio” (dopo due anni e mezzo di governo della città). Nessuno parla del rischio di elezioni anticipate ma anche lo stesso sindaco sa che i suoi prossimi avversari arriveranno dall’interno della sua eterogenea coalizione. Sarebbe infatti illogico che l’Mpa (al cui interno è da valutare la posizione del “leanziano” assessore Di Gloria) o il Pd non pensino, visto il clima che si respira a livello nazionale, al proprio futuro locale. Siamo alle schermaglie iniziali, ai primi distinguo, quantomai sintomatici.
In tale contesto, per comprendere le possibili evoluzioni, bisognerà tenere in grande considerazione una delle variabili impazzite che caratterizza l’illogico contesto politico adranita. Il riferimento è ai consiglieri, specialmente a chi guadagna convocando commissioni a ritmi forsennati (con relativi rimborsi), i quali salterebbero dalla sedia al solo “odore” di nuove elezioni, dato che questo significherebbe “finanziarsi” un’altra campagna elettorale nel breve periodo.

Qual’è quindi la soluzione (in realtà l’arma spacciata per soluzione) proposta per consentire l’accellerazione per questa amministrazione ma invero l’unico modo per sancirne la fine?
E’ presto detto: chiedere la ridistribuzione delle deleghe!
Nel caos che si aprirebbe con un rimpasto, ogni consigliere si sentirebbe autorizzato, visti i precedenti poco felici di quest’amministrazione, ad avanzare pretese. C’è già chi ha prenotato l’assessorato preferito per l’amico o la fidanzata oppure chi sogna di soffiare a Brio la poltrona della presidenza. Sogno che in realtà buona parte della città condivide!

Ecco dunque i motivi di un’empasse politica che Adrano, più che mai adesso, non può sostenere. La distribuzione delle poltrone assessoriali gioca ancora una volta un ruolo determinante, anche se questa volta più strumentale rispetto ai mesi precedenti: spacciata dai più come la soluzione al nulla di questi mesi, finirà per determinare la definitiva implosione di questa amministrazione, considerato che la maggioranza di fatto non esiste più.

In un tale marasma c’è più che mai bisogno di scelte forti. Il sindaco dovrebbe, una volta per tutte, sancire la sconfitta della politica in questa città con un gesto per certi verti clamoroso: azzerare la giunta attuale e vararne un’altra composta da “persone nuove”, da gente scelta tra la società civile, lontana dal mondo di partiti o meglio, “cricche” locali, la cui gestione si è rivelata fallimentare. Questo ad Adrano non porterà, come i politologi potrebbero attendersi, a problemi di eventuali maggioranze in aula, a problemi di fiducia: qui bisogna sempre tener conto delle “variabili impazzite” che, pur di mantenere la poltrona consiliare, finiranno per accettare qualunque imposizione.
Alternative crediamo non ce ne siano, a meno che non si voglia rimanere in un ricatto giostrato da chi con la politica cerca di fare gli interessi propri invece che quelli della città e dei cittadini.
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