Il voto finale sull’articolato del disegno di legge sul «Piano casa» è stato rinviato a martedì prossimo, per dare agli uffici dell’Ars, come sottolineato dal presidente Francesco Cascio, il tempo di armonizzare le norme che hanno avuto un iter piuttosto travagliato.
Il dibattito, aspro per tutta la sua durata, ieri ha rasentato il conflitto istituzionale, scongiurato in estremis.
All’inizio dei lavori, era stato presentato (tra gli altri) un emendamento (A 24) a firma dell’on. D’Asero e altri, mirante a far chiarezza in merito alle numerose pratiche di sanatoria edilizia pendenti nella nostra Regione. Dai banchi del governo e della presunta maggioranza tale emendamento era stato “bollato” come l’ennesima sanatoria edilizia. Ecco la replica in aula dell’on. D’Asero, che ha poi ritirato l’emendamento dopo aver ricevuto rassicurazione dal Governo che il punto sarebbe poi stato trattato in Commissione Territorio ed Ambiente.
Fin qui nulla di strano, sembrerebbe una delle solite “contrapposizioni” che si erano viste anche nelle assemblee dei giorni precedenti. La seduta prosegue per ore tra sospensioni e riprese, fin quando il presidente dell’Ars, Cascio, anche in relazione a quanto deciso per l’emendamento A 24, invita il governo a ritirare un emendamento relativo alla delocalizzazione di edifici realizzati in aree sottoposte a vincoli di inedificabilità, definendolo «scandaloso» perché avrebbe celato (tra l’altro malamente) una vera e propria sanatoria (vedi video sotto).
Il capogruppo del Pdl Leontini, dopo aver dichiarato che si stavano «votando norme di una gravità inaudita», ha invitato i “suoi” ad abbandonare l’Aula. É uscito dall’Aula anche l’Udc, il cui capogruppo Maira aveva dichiarato il voto contrario perché del «Piano Casa porta solo il nome, ma in realtà è diventata una cosa diversa».
Il presidente della Regione Lombardo ha invitato i deputati del Pdl e dell’Udc a tornare in Aula per «partecipare al processo normativo che la Sicilia attende». Ed ha definito il loro un «atteggiamento pretestuoso perché i tempi si allunghino». Poi ha argomentato i motivi che l’hanno indotto alla presentazione dell’emendamento da lui definito della «delocalizzazione» confermando che non lo avrebbe ritirato. Ma, considerata la piega del dibattito («sta per scoppiare la terza guerra mondiale»), ha ritirato l’emendamento proponendo di inviarlo in commissione di merito in modo che possa far parte di un’apposita legge. Il presidente Cascio ne ha preso atto: «meglio tardi che mai».
Alla prossima puntata…
Fonti: La Sicilia, lasicilia.it, http://www.ars.sicilia.it/
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