Nonostante l’amministrazione comunale e Simeto Ambiente si congratulino a vicenda per avere raggiunto una percentuale di raccolta differenziata superiore al 60%, Paternò annega fra i rifiuti. I cittadini pagano la chiusura della discarica di Motta Santa Anastasia per quattro giorni e la protesta soft dei lavoratori Gesenu, i quali, a differenza degli altri colleghi del consorzio Simco, hanno ricevuto solo il saldo delle tredicesime la vigilia di Natale (mancano all’appello le buste paga di novembre e dicembre).
AGGIORNAMENTO DEL 31.12.2012
Nessun colpo di scena. E neanche alcuna decisione rivoluzionaria. Tutto come previsto, insomma. Quella del 31 dicembre scorso è stata una assemblea dei soci (ovvero, dei sindaci) da ultimo dell’anno per l’Ato 3 rifiuti. Un incontro che ha ribadito come, oltre all’emergenza finanziaria, i Comuni ed i loro primi cittadini saranno costretti a sopportare un carico pesantissimo: quello di un piano di rientro che rischia seriamente di mettere in discussione la sopravvivenza stessa dei municipi. All’appello mancano ancora una decina di Comuni, tra cui Adrano, Paternò, Santa Maria di Licodia, Tremestieri etneo, per i quali resta da approntare un procedimento di rientro già affrontato, invece, da altri sindaci. L’assemblea ha anche ufficialmente prorogato il servizio di gestione al Consorzio Simco fino al prossimo 30 settembre.
Al di là di ogni considerazione, è certo che solo un aiuto (finanziario) da Roma può riportare tutto ad una normalità che, da quando esiste l’Ato 3 rifiuti, non c’è mai stata. Una sorta di salvagente che consentirebbe ai Comuni ormai al limite del baratro quantomeno di respirare. [fonte: LiveSicilia Catania]

