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Palermo. «Una nuova giunta che annovera non mestieranti della politica, non accattoni o straccioni che molto spesso hanno contrabbandato il proprio appoggio, il proprio consenso scambiandoselo per favori…». É lo stralcio dell’intervento in Aula di Giuseppe Arena (Mpa) nel corso del dibattito sul Lombardo quater, che ha provocato uno scontro durissimo col collega di partito Lino Leanza, assessore uscente. Dall’Aula di Sala d’Ercole Leanza ha urlaio verso Arena: «Sei bastardo, sei ….», non riportiamo le altre intuibili invettive. É la conferma della tensione che caratterizza l’attuale fase. Nel pomeriggio Arena esprime a Leanza la sua «incondizionata stima politica e personale e il riconoscimento di avere brillantemente operato come assessore». Arena, però, nega che ci sia stata lite tra lui e Leanza. Ma, come si evince dal resoconto ufficiale, a un certo punto dell’intervento di Arena, si legge «proteste da parte degli onorevoli Leanza Nicola, Mancuso e Gentile», lo stesso Arena rivolto alla presidenza: «non capisco il brusìo in Aula…».
Sull’accaduto, D’Asero (Pdl): «La tensione in Aula, porta a scontri fra due parlamentari dello stesso gruppo: Arena e Leanza si sono scambiate accuse. C’è quindi elettricità anche fra le fila del gruppo del presidente». De Luca (eletto con l’Mpa, ora gruppo misto): «Il collega Arena nel vano tentativo di strappare un ulteriore compiacimento del padrone-Lombardo, ha offeso i colleghi parlamentari che facevano parte del Lombardo Ter paragonandoli agli “accattoni” e accostando al loro operato termini della peggiore specie. Arena si è sempre contraddistinto in Aula per l’attività di blasonato cameriere sproloquiante».
Leontini (Pdl): «Chi vince perde e chi perde vince. É la logica di Lombardo che ha capovolto l’esito elettorale. Il monopolio del Pd pesa al punto da decidere di non fare entrare in giunta Nino Strano ed Egidio Ortisi. Quello del governatore è un tradimento concepito fin dall’inizio. A poco a poco ha estromesso tutti, prima l’Udc e un pezzo del Pdl, poi anche il resto del Pdl, e noi li avevano avvertiti che sarebbe finita così». [La Sicilia]