Editoriale a firma di Nino Reina su “Bloc Notes” di Settembre
Qualcuno ad inizio di settembre era convinto che non sarebbe stata sufficiente una sfera di cristallo per indovinare il quadro politico che si sarebbe realizzato il 28 settembre, giorno della presentazione delle liste.
Ma arrivati al 28 settembre possiamo aggiungere noi che, da quel che si vede in giro, neanche dopo il 29 ottobre, giorno delle elezioni siciliane, si potrà sapere con chiarezza quale scelta hanno fatto i siciliani o meglio quale scelta faranno i partiti che sono stati votati dai siciliani.
E perché tutto questo? Per almeno due semplici motivi: i giochi politici che si sono messi in campo e i grandi ribaltoni di personaggi e partiti politici.
I giochi politici che si sono messi in campo.
In un sistema elettorale corretto gli elettori dovrebbero scegliere secondo convinzione chi desiderano che vada a governare ed i programmi che questo sostiene. Invece insistentemente circolano voci più che attendibili che gli schieramenti in campo non sono quelli che ci vengono presentati, ma che sottobanco esiste una contrattazione tra avversari per posizionarsi al meglio per il dopo voto.
Sono molto convincenti le notizie secondo cui l’MPA che dovrebbe sostenere Miccichè in realtà ha un accordo sottobanco per sostenere Crocetta; siccome i sondaggi ripetutamente verificati dalle agenzie demoscopiche danno come reali contendenti Musumeci e Crocetta, sostenere lealmente Miccichè non sarebbe conveniente e si cominciano a fare i giochi per contrattare il proprio peso politico.
Potrebbe sconcertare tutto ciò, ma è la linea politica, messa anche allo scoperto da persone che proprio per questo hanno abbandonato l’MPA; questi “sicilianisti”, che hanno concorso in maniera determinante a distruggere il tessuto politico siciliano, pur di stare al potere sono disponibili a fare accordi col diavolo e l’acqua santa, con destra e sinistra.
Ad Adrano, nelle scorse amministrative del 2008, se qualcuno ha un po’ di memoria, Lombardo, il capo indiscusso dell’MPA venne ad Adrano un paio di volte per sostenere la candidatura a sindaco di G. Bulla, mentre il segretario regionale dello stesso partito, Lino Leanza veniva ad Adrano a sostenere il candidato della parte opposta, Pippo Ferrante.
Vinceva Bulla o vinceva Ferrante l’MPA sarebbe stato all’amministrazione di Adrano, come è avvenuto.
Oggi sul piano regionale l’MPA sta utilizzando la stessa tattica inserendo suoi uomini di primo piano nelle diverse liste: ecco solo alcuni nomi (forse alla gente comune, questi nomi non diranno niente, ma nel mondo politico sono personaggi che muovono leve di potere): Elio Tagliaferro, Salvatore Maugeri, ex sindaco di Mascalucia, che fino ad ieri erano dati nella lista del PD alla fine sono stati presentati nella lista di FLI; Anthony Barbagallo, ex sindaco di Pedara, sempre al seguito delle scelte di Lombardo si è candidato, invece, nel PD; dove la “tragedia si fa arte” è nell’UDC che rischia di dare i due seggi, che probabilmente dovrebbe ottenere a Catania, a due esponenti del mondo MPA inserite nelle sue liste: Lino Leanza che assicurerebbe il controllo di questo partito a Catania e Luca Sammartino, appartenente a una “notissima famiglia del mondo della sanità catanese”.
I grandi ribaltoni di personaggi e partiti politici che all’improvviso scoprono di avere altre collocazioni politiche.
Le facce sono sempre le stesse, ma i simboli per i quali correranno sono cambiati. Non ci si ricorda più delle espressioni con i quali si apostrofavano gli avversari e come fino a qualche giorno fa si contrastava la linea politica ed amministrativa; oggi si va a braccetto assieme, come se la storia degli ultimi anni se non degli ultimi mesi non sia esistita e tutto è stato dimenticato.
Delle due, una: o erano in malafede ieri e pubblicamente dicevano una cosa ma poi sotto sotto si accordavano sottobanco, oppure non sono credibili oggi, arrampicandosi sugli specchi per giustificare l’ingiustificabile, cioè una scelta per niente politica ma solo finalizzata a conservare una poltrona.
Anche nel campo dei partiti la Sicilia sta facendo da laboratorio politico per le scelte nazionali delle prossime elezioni del 2013 e si presta a giravolte e contorsionismi degni della peggiore tradizione trasformistica.
L’UDC cinque anni fa aveva sostenuto Lombardo inizialmente; dopo ha scelto la strada dell’opposizione, adesso sposa la linea del migliore sostenitore di Lombardo, il PD di Crocetta, col quale le distanze dal punto di vista politico e valoriale sono alquanto lontane.
Questa linea viene da Roma ed è stata voluta da Casini; ma ha anche procurato tanti mal di pancia tra il suo elettorato che in parecchi casi ha manifestato l’intenzione di non seguire le indicazioni provenienti dall’alto.
Di fronte a questo scenario che cosa bisognerà fare?
Bisogna intanto non farsi prendere dallo sconforto, dallo schifo che nasce di fronte ad una classe politica miserabile ed arrogante, come è emersa nei tanti casi di mala politica nazionale.
Scegliere di non votare come sembra che farà gran parte dell’elettorato non eliminerà il male che si vuole curare. Anzi crea le migliori condizioni perché i personaggi più spregiudicati rimangano nei posti di potere ancora ulteriormente.
È vero che il malessere sociale, che affonda le sue radici nella crisi economica che è la peggiore che si è avuta dal dopoguerra in poi, non aiuta a fare delle scelte ponderate ed alimenta un clima di totale sfiducia nei partiti e nelle dirigenze che ci governano. Ma bisogna avere il coraggio e la lucidità di non astenersi, di andare a votare e scegliere per non subire le scelte che faranno altri.
“Qui è in gioco il futuro prossimo della Sicilia e le tappe a lunga scadenza che accompagneranno la vita dei nostri figli. Nessuno resti a guardare, nessuno si arrenda alla convinzione che nulla possa cambiare. Tutti, insieme, decidiamo di scegliere i nostri rappresentanti che dovranno rendicontare le scelte prese e che saranno determinanti per tutti noi siciliani”.
Prima che scoppi il caso Sicilia, dopo quello del Lazio, si mandino alla Regione persone di specchiata onestà, che non finiscano nelle maglie della giustizia per reati contro la pubblica amministrazione o per aver scialacquato i soldi pubblici a spese dei cittadini che non ne possono più di pagare per amministratori ladri,
incapaci ed arroganti.
Nino Reina
—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/