Futuro e Libertà, con Fini a spingere per tale soluzione, vorrebbe che Nino Strano restasse al proprio posto, oltre ad un altro posto in giunta a favore di Gian Maria Sparma. In quota Mpa dovrebbe entrare Antonio Scavone e si parla anche di Salvo Ciancimino, uomo Opus Dei vicino alla Margherita.
Ieri sera, intervenendo alla festa del Pd, durante il dibattito che lo ha visto protagonista insieme al segretario del Pd Giuseppe Lupo, intervistati dai giornalisti Antonio Fraschilla, Giacinto Pipitone e Lillo Miceli, Lombardo ha spiegato le proprie ragioni. “La svolta rischiosa, impegnativa, tutt’altro che comoda, la stiamo facendo noi dell’Mpa. Mi auguro che Udc, Futuro e libertà, Api, Mpa, Pd, diano vita a questo governo che non è il frutto di politiche premeditate, ma di un’esperienza maturata giorno dopo giorno. Se riusciremo a trovare la giusta armonia, non c’è dubbio che da questa area politica debba uscire un candidato unitario alla Regione, come al Comune di Palermo o alla Provincia di Catania. Per vincere domani le elezioni”.
Dal canto suo, Lupo ha sottolineato che “la rottura con tutto il Pdl da parte del governo regionale crea le condizioni per un confronto. Adesso chiediamo un passo in più a Lombardo e gli rinnoviamo l’invito a rompere con Berlusconi, non ci sono più le condizioni per intrattenere relazioni di governo con il centrodestra. Ho sentito dire a qualcuno che se Lombardo rompe col premier i fondi Fas non arriveranno mai. Ma Lombardo è alleato di Berlusconi dal 2008 e i fondi Fas non sono mai arrivati”.
A chi ha fatto notare ad entrambi i leader politici cosa sia cambiato dalla campagna elettorale che li vedeva contrapposti ad oggi, Lombardo risponde di non farsi accecare dai pregiudizi. “Il Pd, pur astenendosi al momento del voto, ha sostenuto la riforma della sanità mentre il capogruppo del Pdl ufficiale ha presentato una controriforma. Con l’Udc è successa la stessa cosa, l’alleanza è saltata quando abbiamo abolito l’Arra. Non c’è stato nessun ribaltone da parte nostra, ci siamo trovati dalla stessa parte a condividere il percorso delle riforme”. Secondo Lupo, invece, ad essere cambiati sarebbero stati due fattori: da una parte “Lombardo non è più il presidente del Pdl in Sicilia – ha detto il segretario democratico – dall’altra, come già detto dal governatore, abbiamo trovato una sintonia sul percorso delle riforme”.
E ancora Lombardo ha incalzato sul tema del ribaltone precisando: “io resto coerente al percorso riformista, la strada è quella e da lì non mi muovo. Ad essere cambiati sono solo i compagni di viaggio. I numeri in Aula? Futuro e libertà, i rutelliani, l’Udc, i deputati, il Pd. Sul piano del programma non ci muoviamo, poi le porte sono aperte a chiunque lo voglia sostenere. Per Micciché faccio un discorso a parte, lì ci sono equilibri diversi che si giocano sul piano nazionale. L’Mpa – ha proseguito il governatore – è fuori dalla logica degli schieramenti di destra e sinistra, noi siamo un movimento autonomista. Stiamo costruendo alleanze in modo tale che la prossima volta si vincano le elezioni”.
La riflessione non può che essere amara. Gian Antonio Stella sul Corriere della Sera, ragionevolmente, si chiede se noi siciliani meritiamo tutto questo. Forse ce lo meritiamo… Ma che almeno ci risparmiassero certe sceneggiate. Assessori che hanno cambiato poltrona più volte nel giro di poco più di due anni, non avendo neanche il tempo di capire di cosa dovessero occuparsi.
Riportiamo di seguito parte dell’articolo di Giovanni Grillo su Catania Politica. “Non ci meritiamo un Pd che svende la sua gloriosa tradizione politica e culturale pur di mettere il deretano su una poltrona palermitana, è questa l’alternativa a Berlusconi? (sic!) […] E non capiamo come gli elettori del Partito Democratico e di Fli possano entusiasticamente digerire tutto ciò, l’abbracciare quello che fino a poco tempo fa consideravano il “nemico”. Le campagne elettorali di Anna Finocchiaro e Rita Borsellino contro Lombardo le ricordiamo bene, e altrettanto il Gianfranco Fini che si scagliava contro certa politica siciliana. Noi le ricordiamo ma forse i due Giuseppe, Lupo e Scalia, avrebbero bisogno di un ripasso di storia. Della storia della tradizione politica del mondo che rappresentano.
La nostra terra affoga, la Sicilia è all’ultimo posto di tutte le classifiche economiche e di qualità della vita, avrebbe bisogno di risposte concrete ma da Palermo arriva solo lo squallido spettacolo del teatrino della politica. Non c’è nessuna attenzione ai problemi dei siciliani, solo valzer di poltrone e governi, condito da liti per la gestione del potere cianciando blasfemamente di riforme. Sì riforme, ne avremmo bisogno come l’aria, ma una Regione che cambia governo ogni sette mesi come può farle queste benedette riforme? Credete che a un giovane siciliano, costretto a emigrare al nord perché in Sicilia non c’è lavoro, possa davvero interessare che i nuovi Assessori saranno politici ma non di professione? No. Non lo meritiamo.”
Strano fa saltare il poker?
[da Catania Politica.it]
Quando sembrava tutto pronto, e la quarta nave lombardiana già pregustava il varo, ecco la grana personificata nell’Assessore al Turismo. Mentre le truppe sicule di Fini spingono per la riconferma assessoriale di Strano, fidatissimo uomo del gran capo Gianfranco, il Pd non ne vuole neanche sentire parlare del buon Nino. Non ritenendolo all‘altezza del ruolo, cosa dimostrata secondo i pdiini dal tracollo del turismo in Sicilia. Entrambi, Fli e Pd, minacciano Raffaele Lombardo di non appoggiare il suo nuovo Governo.
E allora ecco la guerra, a poche ore dal passaggio all’Ars, serpeggiare tra le stanze del potere palermitano.