Impensabile fino ad allora che potessero esserci diversità di opinioni talmente manifeste fra i collaboratori e soprattutto tra gli amici del governatore. In una intervista Lino Leanza confessò di non condividere alcune scelte del Mpa. Rimproverava a Lombardo l’aver affidato assessorati a uomini che non avevano nulla a che vedere con il partito e con il governo, mettendo di fatto alla porta persone (come lui) che senza risparmio di energie e con lealtà indiscutibile (sin dalla fondazione) aveva lavorato nel e per il partito.
La differenza di vedute fece certamente sobbalzare i più attenti osservatori, sebbene parve ancora compatibile con una dialettica politica interna al partito.
L’esternazione era stata dai più quasi dimenticata. Leanza tuttavia non ha fatto marcia indietro, anzi avrebbe riflettuto sulla bontà delle scelte compiute dal governatore, sentendosi di fatto messo “fuori” dal partito. Le voci dell’abbandono si sono così fatte sempre più insistenti, anche se mai confermate. Intere pagine dedicate dal quotidiano La Siclia, vari articoli bollati come gossip. Impossibile da accettare che il cofondatore del partito potesse lasciare, sarebbe stata come l’amputazione di un arto.
Arriviamo dunque agli ultimi giorni ed alle voci di approdo verso l’Udc-Partito della Nazione. Tutto era pronto, dicono i ben informati. Tuttavia le ultime vicende che hanno interessato Lombardo sembra abbiano convinto Leanza della necessità di una pausa di riflessione: in tale situazione questa scelta probabilmente sarebbe stata vista dai più come l’abbandono della barca che affonda. Leanza ha pertanto riunito i fedelissimi spiegando che allo stato attuale si rimane all’interno dell’Mpa, in “posizione critica”. Dipende per quanto.