Cambia l’ambiente, cambia la città, cambiano le persone e cambiano anche le prerogative e gli obiettivi di una società. Il cambiamento è movimento, è necessario… Ma abbiamo la giusta mentalità e i mezzi per affrontarlo?
Tutto questo mutare cosa può comportare? Per esempio che è preferibile abbattere alberi per far posto ad enormi cartelloni pubblicitari che parlino di difendere la natura, oppure che l’aspetto di una città antichissima venga modificato dalla modernità, facendo posto a soluzioni per una viabilità più spedita, e ancora e ancora.
Ma per fortuna, ed è il caso di dirlo, cambiare l’aspetto di una città non significa sempre e solo porre mattone su mattone per costruire un (altro) alto edificio oppure decidere di abbandonare un luogo perché non si hanno soluzioni su come rivalutarlo.
Fatte queste premesse, vorrei spostare l’attenzione su quello che nella realtà di Adrano si sta lentamente trasformando in un intricato grattacapo, che a lungo andare è probabile che finisca per divenire un gravoso problema per cittadini ed Amministrazione se non ci si dimostra celeri nel trovare una soluzione. Stiamo parlando delle linee ferroviarie in disuso che attraversano la città. E’ di poco tempo fa la denuncia da parte di un gruppo di cittadini circa lo stato di degrado in cui versa un tratto della Circumetnea, ormai inutilizzato, nei pressi della zona Stazione: dove una volta erano stesi massicci binari attraversati dai vagoni della FCE (fino a tre anni fa), che portavano avanti e indietro pendolari, adraniti e non solo, oggi c’è una situazione di degrado, ogni giorno maggiore (foto a lato). Per abbandono, per inciviltà, per mancanza di responsabilità, quel tratto di linea ferrata è oggi una mini-discarica a cielo aperto: alte erbacce ovunque, rifiuti di ogni genere e dimensione uccidono ancor di più il passaggio di quella che era ed è una istituzione per la Sicilia Orientale. Ma, sfortunatamente, non è solo quello il tratto in sofferenza: un altro esempio è la linea ferrata dismessa all’incrocio tra via S. Paolo e via Riciputo, e così via.
E’ un quadro desolante se pensiamo, inoltre, a quanti iter burocratici le Amministrazioni dovrebbero affrontare qualora decidessero di eliminare questi tratti ferroviari destinati a degradarsi sempre più, oltre alle enormi spese. Ovviamente, la soluzione non è di certo quella di lasciare tutto al logoramento incessante del tempo, abbandonare questi luoghi ed augurarsi che in un prossimo futuro si possa trovare una soluzione concreta su cosa farne… O continuare a rimandare ancora il problema.
Il mio focus su questo problema mi ha portata a riflettere su quali potrebbero essere le alternative, se invece di distruggere tali linee ferrate ci sia la possibilità di mantenerle e di sfruttarle a vantaggio della cittadinanza.
Bene, le alternative ci sono, e sono anche vantaggiose.
Partiamo dal top, dai due progetti più proficui e noti su questo argomento, e per farlo dobbiamo spostarci a New York e a Parigi.
> New York – High Line
La High Line di New York è oggi un parco realizzato su un tratto in disuso della ferrovia sopraelevata West Side Line, piccola arteria della mastodontica New York Central Railroad. La West Side fu costruita negli anni ’30 ed abbandonata negli anni ’80. Nel 1999 un gruppo di residenti della zona costituì la Friends of High Line (Gli Amici della High Line) per opporsi all’abbattimento della linea e riqualificarla invece in parco urbano. I lavori sono cominciati nel 2006, una parte del parco è già utilizzata, la conclusione di tutti i lavori è prevista nel 2015.
Questo parco sopraelevato è lungo più di 2 km (a metà degli anni ’60 era anche più ampio) e corre lungo il lato Ovest di Manhattan.
La High Line ha dato il via in America ad una sensibilizzazione maggiore nel creare spazi verdi all’interno e all’esterno delle caotiche città statunitensi, sfruttando quello che già si ha a disposizione. Sono infatti iniziati i sondaggi per progetti similari sia ad Atlanta che a Philadelphia che a Chicago.
> Parigi – Promenade Plantée
La Promenade plantée (Passeggiata alberata o Passeggiata fiorita), detta anche Coulée verte, è un parco pubblico situato nel XII arrondissement, nato su una vecchia linea ferroviaria sopraelevata dismessa (la ligne de Vincennes: nata nel 1859 per collegare da la Bastille a Verneuil-l’Étang passando per Vincennes; disattivata nel 1969, venne completamente abbandonata. Nel 1980 iniziarono i lavori di ristrutturazione, conclusi nel 1995), è lungo quasi 5 km e si snoda tra i vari palazzi e piazze della città.
Ad oggi, la Promenade non è l’unico spazio verde costruito su un tracciato ferroviario, la capitale francese ne conta almeno altri due.
Ritornando in Italia, il nostro Paese vanta una importante Onlus che si sta dando da fare su questo argomento, collaborando con altre Onlus sparse in giro per l’Europa e all’Estero. Parliamo dell’Associazione Italiana Greenways.
L’obiettivo delle Greenways è quello di sviluppare progetti che portino benefici ecologici e ricreativi su spazi urbani inutilizzati. Il progetto si occupa anche e soprattutto del recupero delle ferrovie dismesse, ecco alcuni esempi: la Greenways spagnola ha dato vita alle Vìas Verdes (una rete di percorsi al traffico non motorizzato usando le linee ferroviarie dismesse); quella belga ha dato luogo al progetto RAVel (rivalutazione ecologica di più di 1600 km di linee ferroviarie).
In Italia le esperienze di recupero hanno interessato luoghi come l’ex ferrovia Modena-Vignola (7 km), trasformata in pista ciclabile, l’ex ferrovia Rocchette-Asiago, trasformata in percorso sterrato, e così via.
L’elemento più positivo e che infonde speranza nella possibilità concreta che il progetto Greenways possa estendere il suo raggio d’azione, risiede nell’affidamento da parte delle Ferrovie dello Stato S.p.A. all’Associazione Italiana Greenways di uno studio di verifica e di localizzazione per la creazione di ulteriori sistemi Greenways in tutta la Penisola.
E’ indubbio, e voglio sottolinearlo, che tutto quello che è stato detto fino ad ora debba essere riadattato e visto nell’ottica degli spazi e della disponibilità che può offrire un territorio come quello di Adrano, che ovviamente non può vantare linee ferroviarie di una tale estensione. Ma non è questo il nocciolo della questione. Questo articolo vuole puntare l’attenzione sulla reale possibilità di trasformare in un ambiente ecologico e pulito, fruibile da tutta la popolazione, zone destinate a scomparire per dare vita ad altre strade ed edifici o, peggio, a degradarsi sempre più.
Si tratta di un progetto che ha dei costi più o meno alti e dei tempi abbastanza lunghi, ma bisognerebbe riflettere su un dato: è stimato, da studi attendibili, che l’abbattimento di una linea ferrata ha un costo quasi 10 volte superiore rispetto alla trasformazione della stessa in un parco urbano.
– Valeria Caldarella
Credits: High Line Promenade plantée Ringraziamo un utente del sito, che vuole rimanere anonimo, che ha contribuito all’idea dell’articolo
Il problema più grande è che si sta parlando di un territorio (linea ferrata) di proprietà di FCE. Per poterne usufruire ci vorrebbe un sindaco dal polso di ferro. Nel senso da costringere FCE a mollare il territorio a titolo gratuito o costringerlo a metterlo in sicurezza a un costo enorme. Se si vogliono consigli rispondere a questo commento.
Penso che lei abbia colto nel segno, il punto sta tutto nel “volere è potere”