La macchina continuava a sfrecciare senza sosta tra le vie di Adrano, un paese ai piedi dall’Etna… BlackPhantom e il Camerlengo erano ancora increduli… i segni riconducevano tutti ad una via…

Il telefono del Camerlengo squillava da una mattinata… erano appena le dodici…
Il Camerlengo ancora dormiva… uscì un foglio dal fax. Con la coda dell’occhio il Camerlengo visionò il foglio… Quello che vide fu agghiacciante.

In anni di studio non aveva mai visto una cosa del genere. Prese subito un dizionario di aramaico antico ma niente… la sibologia era strana.
C’era ancora quel misterioso interlocutore che aspettava che dall’altra parte qualcuno sollevasse la cornetta. Il Camerlengo senza indugio prese il telefono e rispose.
“Pronto…”
“Pronto… parlo con sir Camerlengo?” la voce era strana.
“Si…”
“E’ lei colui che ha scritto “il Codice Da Vingi”?”
Il Camerlengo restò sbigottito… il libro con tutti i suoi studi ancora non era uscito. Jope e Antomininpulp, due insigni filosofi di idee contrapposte, avevano da tempo animato una diatriba sulle “insinuazioni” portate avanti dal libro e il comitato per la censura della casa editrice OA aveva preferito non farne uscire nemmeno una copia…
“Si.. sono io…”
“Beh… io so qualcosa di lei… mentre lei non sa niente di me…”
“Chi è lei?”
“ahahahah… io? Mi chiami BlackPhantom, sir Camerlengo…”
“Suppongo che lei mi voglia incontrare!” affermò il Camerlengo.
BlackPhantom si mise nuovamente a ridere “Non è lei a decidere sir Camerlengo… stasera lei è ad una festa di Gala… beh… tra gli invitati ci sarò pure io!”
L’interlocutore chiuse il telefono. Sir Camerlengo, docente di Simbologia alle Scuole della Stazione, restò impietrito… e pensare che aveva chiuso la serata ascoltando un vecchio disco di Brigantony, sorseggiando la gustosa birra marca “Cavallo” accompagnato dal libro che da anni allietava le sue nottate di intenso studio: Le Barzellette di Pierino.
“Ogni errore non è fatto a caso… L’uomo non è ignorante… Noi siamo stati fatti ad immagine e somiglianza di Dio… – diceva ai discenti- Quando voi leggete “Via Vittorio Emanuele” cosa vi viene in mente???”
I discenti risposero: “Il nome di una strada!”
“Errato… dove sono stati i Savoia fino ad un po’ di anni fa???”
“In esilio professore!” rispose il migliore fra gli allievi…
“Bravo! Quindi quel “Via” accostato al re “Vittorio Emanuele” vi deve far riflettere, o miei discenti…”
Si ricordava ancora di quella sua prima lezione come se fosse stato l’altro ieri…
La giornata passò pensierosa… Dopo la caponata con contorno di cipolla, fu il momento del wc…
Arrivò la sera e il Camerlengo si vestì… scese le scale della sua abitazione… pochi passi e fu dentro la lussuosa villa del suo vicino…
Il bicchiere gli tremava… si sentiva osservato… si illudeva di esser tranquillo… lui che era riuscito a trattenere la caponata e la cipolla per più di un’ora prima di andare in bagno… Ma la tensione saliva… Fu allora che vide dietro di sè una macchina lussuosa parcheggiata nel giardino: una Fiat Panda 750Fire… Aveva i fari accesi… c’era una persona al posto di guida… di colpo gli abbaglianti lo accecarono. Era quello il segnale… il Camerlengo si diresse verso la macchina e salì… Stava per aprir bocca ma l’autista lo bloccò…
“Sono BlackPhantom… non chieda niente… perché non le sarà risposto… ho visto la sua casa editrice pubblicare un post su una presunta Via… senza dilungarmi troppo sulla questione sir Camerlengo… ho tracciato una retta perpendicolare sulla j di Majorana… e tutto mi ha ricondotto lì, in una dannata via…” La velocità della macchina cominciava ad aumentare, il Camerlengo chiuse gli occhi e strinse i pugni… “Per favore rallenti BlackPhantom!” esclamò…
“Oh no… sir Camerlengo… anche lei deve provare quello che provo io… perché non dormo da notti…”
La macchina si arrestò di botto.
“Apra gli occhi… adesso!”
Quello che lesse il Camerlengo, gli fece raggelare il sangue.

“Dove siamo qui… Sant’Uomo?”
“Sir Camerlengo… siamo a Monte Rosso! Come vede il suo libro si basava su un personaggio realmente esistito… è inutile cercarlo su Google… per il mondo non esiste… molti lo vogliono dimenticare… mandarlo”via”… ma qualcuno qui ad Adrano lo ha riportato alla luce… sta a lei adesso mostrare la verità a tutti…”
“Cosa aveva a che fare quel fax che lei mi ha mandato stamattina???”
“Questo lo deve scoprire lei… ma la risposta è davanti ai suoi occhi…”
Quella sera il Camerlengo lesse e rilesse il fax… l’ora era tarda e gli occhi si facevano pesanti…
“Che scemo! – esclamò il Camerlengo ad un certo punto- è da tre ore che lo leggo al contrario…”
Di colpo si sentì il sangue raggelare… gli salì la pelle d’oca… il respiro si fece affannoso
“Al contrario…” bisbigliò…
Prese un foglio e una penna e comiciò a scrivere quelle lettere al contrario… Quello che uscì lo lasciò sbigottito…

to be continued…
(p.s. Ragazzi… quella via esiste davvero!)

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