Sullo stesso argomento, Barbagallo e Di Benedetto hanno già depositato un ddl per il divieto di installazione di centrali nucleari nel territorio della regione: «Non possiamo tornare indietro in una Regione che già esporta energia, nonostante i ritardi nella realizzazione di impianti solari e fotovoltaici. La nostra Isola è una grande piattaforma per le politiche energetiche. La quantità di gas estratto è di circa 740 mc. Accanto all’attività estrattiva si svolge pure un’intensa attività di raffinazione».
Hanno sottolineato che la Sicilia fornisce il 2,7 % dell’estrazione nazionale di gas, il 12,9% dell’estrazione nazionale di greggio, il 40% degli idrocarburi raffinati che il Paese consuma e, a breve, tratterà il 73% del gas importato dall’Italia. Qui si producono anche circa 9.900.000 mw annui di energia elettrica legata ai processi di raffinazione.
Il bilancio tra import ed export è in atto positivo per la Sicilia e il valore dei prodotto petroliferi esportati oscilla intorno all’80% del valore di tutto l’export siciliano. Ma, come hanno sottonneato i due deputati del Pd, la Sicilia non ne trae vantaggio. Nemmeno sul costo dell’energia destinato ai fini industriali. «Solo così – hanno puntualizzato i due deputati democratici – verrebbero compensati gli svantaggi che hanno le imprese siciliane in termini di servizi e di infrastrutture. Lo sviluppo idroelettrico dovrebbe essere perseguito anche attraverso la razionale utilizzazione degli invasi, oggi poco sfruttati a tale scopo. E la costruzione dei due rigassificatori previsti dovrebbe contribuire ad escludere la costruzione di una centrale nucleare in Sicilia: «Un ritorno al nucleare non è assolutamente opportuno. Ma occorre incrementare, anche in sede di definizione del Piano energetico, l’impegno della Regione a favore delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica».
fonti: La Sicilia, Corriere delle Sera
Diciamo no al nucleare:e saremo sempre una spanna indietro a tutti i paesi industrializzati!!!