Questo quanto è emerso dal sopralluogo che il sindaco di Bronte, Pino Firrarello, ha effettuato nel cantiere della statale appena fuori dall’abitato di Bronte, in occasione della posa della prima campata del viadotto di contrada Rinazzo.
Alla presenza del primo cittadino, dell’esperto ed ex assessore ai Lavori Pubblici, Pippo Pecorino e dei consiglieri comunali Nunzio Saitta e Thomas Cuzzumbo, gli ingegneri dell’Anas hanno sollevato le pesanti travi, per porle sui piloni del viadotto già costruiti.
Alla cerimonia hanno partecipato il direttore del lavori, l’ingegnere dell’Anas, Cristiano Fogliano, il suo assistente ing. Antonino Urso e l’ispettore di cantiere, Giuseppe Annibale che operano nel cantiere assieme ai direttori operativi Giovanni Di Maria e Salvatore Gueli e agli ingegneri Giuseppe Musotto e Salvatore Coniglio dell’impresa che sta realizzando i lavori.
Il sindaco Firrarello, in verità, ha approfittato dell’evento anche per chiedere notizie su ulteriori modalità di realizzazione della strada e soprattutto per assicurarsi che tutti i proprietari dei terreni limitrofi alla vecchia strada abbiano accessi sicuri.
«Il vecchio tracciato – ci dice il sindaco – non verrà dismesso. Sarà inglobato dalla Provincia di Catania che così allungherà fino all’abitato di Bronte la strada di Saragoddio. Per questo è necessario che i proprietari dei terreni abbiano accessi ai terreni consoni alle attività agricole».
«Con questa nuova strada – ha continuato Firrarello – almeno per un tratto mitighiamo l’arretratezza strutturale della viabilità di Bronte verso l’area metropolitana, segnando l’inizio di quello che ci auguriamo sia un graduale ammodernamento dell’intera viabilità nel versante nord ovest etneo». «Quest’ opera – continua Firrarello – era attesa da 25 anni e mette in sicurezza un tratto di strada altamente trafficato».
Completato il viadotto in contrada Rinazzo comunque ci sarà ancora molto da lavorare. Il progetto della nuova Ss 284, infatti, prevede la realizzazione di una strada completamente nuova che va dal chilometro 20 all’abitato di Bronte, prevedendo la realizzazione di un altro ponte ed altre gallerie, ad unico foro, larghe tutte 8 metri ed alte 4,75. Opere importanti necessarie per risolvere i problemi legati ai dislivelli e alle colline e alla particolare morfologia del territorio brontese, condizionata dalle passate attività eruttive dell’Etna.