La solitudine dei numeri primi.
Uscito indenne ma non vincitore dalla prova dei numeri, il “de cuius (politico)” tenta il colpo ad effetto per porre rimedio all’irreparabile: si presenta con corda e papabili “leali” successori ai cancelli del parcheggio dei mezzi Geo Ambiente.
Il sipario è ormai aperto e mentre “l’organetto” suona si consuma la solitudine di un uomo delle istituzioni, imbracato ad un cancello. Dinanzi a sé la voragine dell’emergenza.
In un capovolgimento delle priorità, l’urgenza dei numeri è stata erroneamente anteposta ad una situazione di emergenza e si è, difatti, trasformata in solitudine. Appena dieci ore prima, sul suo profilo facebook, il re condivide le isolanti e desolanti argomentazioni di un ragionatore di corte, che gettano fango gratuito ed immotivato su chi non ha abbassato la testa davanti ad un “accordo” e sul gruppo che lo sostiene.
Quel che resta oggi è, inevitabilmente, un gesto solitario e “disperato”, che echeggia nelle repliche delle tv locali.
Nessuna poltrona, forse una derelitta sedia e, mentre si consuma la tragedia, si ha la cruda certezza che la collettività adranita abbia maledettamente mancato la sua seconda possibilità in quasi quindici anni.
Penzolante alla precaria e malconcia imbracatura, la comunità, fortemente provata, aspetta rimedi all’attuale deriva che, per colpe iniziali ed incapacità successive, non possono essere dati dai singoli.
Servono misure drastiche, serve condivisione, quella vera, non trincee, non muri medievali: la crisi non è solo igienico-sanitaria ma anche sociale.
Questa è la proposta che noi avanziamo fuori dal castello, sperando che non venga coperta, ancora una volta, dal suono dell’organetto.
– ObBiettivo Adrano –