Un miliardo non speso per i depuratori: uno scempio di dimensioni clamorose. Renzi invia un commissario. Che sia la volta buona anche per i 7 milioni destinati ad Adrano?
Nel non lontano 2012 il Cipe (Comitato Interministeriale per la Programmazione Economica) aveva stanziato 1,6 miliardi di euro, provenienti da fondi europei, per 183 opere urgentissime in reti fognarie e depuratori nel Sud Italia: di questi, 1,1 miliardi assegnati alla Sicilia per 93 opere, con il solo scopo di debellare il sempre crescente inquinamento delle coste e delle falde acquifere (si stima che circa il 60% dei test compiuti sui prelievi abbiano riportato un giudizio che oscilla tra inquinato e fortemente inquinato). In particolare, tra i comuni del catanese (dove solo il 13% della popolazione residente è servita da fognatura e depurazione), venivano assegnati oltre 7 milioni di euro ad Adrano, per “adeguamento dell’impianto di depurazione ed estensione della rete Idrico–depurazione”. Soldi non spesi. Almeno fino ad oggi…
Sembrava che un progetto valido di rivalutazione e di investimento per la Sicilia fosse finalmente arrivato. Ma, amaramente siamo portati a dire “ovviamente“, le cose non stanno andando come dovrebbero.
Tutti i fondi, eccezion fatta per una piccola fetta, circa 24 milioni di euro già impiegati, stanno per essere rispediti al mittente, a causa della mancata progettazione da parte degli enti preposti. L’Unione Europea ci ha presentato l’ennesimo ultimatum: se le cose non dovessero essere celermente sistemate per quel che riguarda la proposta di progetti e lo smistamento adeguato dei fondi, l’investimento andrà in fumo.
Piove sul bagnato. Come se non bastasse, l’Itala sarà anche costretta a pagare una multa salatissima fin quando non sarà affrontato in maniera adeguata il pericolo inquinamento. Per la Sicilia, Erasmo De Angelis, responsabile della struttura di missione contro il dissesto idrogeologico e per lo sviluppo delle infrastrutture idriche, ha calcolato una spesa di 185 milioni di euro che lo Stato farà gravare sui Comuni inadempienti. Dunque, giunti a quel punto, lo torniamo a scrivere “ovviamente“, si apriranno le danze delle dichiarazioni di dissesto finanziario.
Il quadro della Sicilia, sotto il punto di vista dei depuratori e delle reti fognarie, è molto articolato: 27 comuni sono già stati multati dall’UE per mancanza di rete fognaria; su 431 impianti di depurazione 73 sono inattivi… Ne rimarrebbero 358 ma, tirando le somme, solo 12 sono in effetti pienamente funzionanti. Il problema non è solo legato alla cattiva amministrazione, anche perché i costi di gestione di queste strutture sono altamente proibitivi per la gran parte dei Comuni. Per risolvere la situazione, in Sicilia basterebbero più o meno 20 depuratori in aggiunta ad un sistema idrico-fognario efficiente per essere in regola (quest’ultimo era compito degli Ato idrici, evidente flop).
Andando a fatti che ci riguardano più da vicino, alla Città di Adrano erano stati assegnati 7 milioni di euro per l’adeguamento dell’impianto di depurazione ed estensione della rete idrica. Fondi mai visti e mai visti impiegati, ovviamente, di cui si è parlato a più riprese come spunto di dibattito politico.
L’ennesimo scandalo che sta investendo la Sicilia è arrivato all’attenzione dei piani alti della politica, e proprio ieri è intervenuto il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi:
“..E’ ingiusto e inaccettabile. Il commissariamento è l’unica strada e ho chiesto di procedere rapidamente senza guardare in faccia nessuno. Il commissario arriverà nell’Isola a partire dall’1 Marzo“.
Il Presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, alla decisione tempestiva di Renzi ha riposto in modo ambiguo e un po’ spaesato:
“Onestamente non ne so nulla: e neanche capisco per quale motivo ci commissaria ora che ci stiamo muovendo”.
Eppure, sappiamo bene, la Regione Sicilia non è nuova a questo tipo di problematiche. Già nel 2012 l’UE ha condannato alcuni comuni siciliani per inadempienze riguardanti il trattamento delle acque reflue urbane ed, inoltre, il Movimento 5 Stelle ha presentato una interrogazione al Parlamento Europeo di Bruxelles per “il mancato rispetto della direttiva comunitaria concernente il trattamento delle acque reflue urbane” di tanti comuni siciliani, con un “appiattimento della macchina di governo regionale, incapace al momento di approvare progetti, di fare bandi e supportare i Comuni“.
Restiamo spettatori di questo nuovo e ulteriore biglietto da visita siciliano e… Chi vivrà vedrà.
– ObBiettivo Adrano