fonte: Marco Caneva su stradeferrate.it

Per ammirare gli scenari dell’Etna, vulcano in continuo mutamento, i turisti possono utilizzare il mezzo che, dal 1895, si arrampica su di esso per quasi tutta la sua circonferenza: il treno della Circumetnea.

La Ferrovia Circumetnea (FCE) è una ferrovia a scartamento ridotto, lunga 110 chilometri, che in poco più di 3 ore collega Catania con Riposto, compiendo il periplo dell’Etna passando per diversi centri pedemontani etnei, fra trincee di lava e agrumeti in fiore.

La Ferrovia Circumetnea rappresenta oggi l’unica realtà ferroviaria a scartamento ridotto in esercizio in Sicilia, essendo state chiuse o abbandonate tutte le altre ferrovie simili.

Verso il 1880, mentre si andava delineando l’ossatura della rete ferroviaria siciliana, in molti centri nacquero istanze per il collegamento su rotaia col resto dell’isola…
E così avvenne anche nei paesi intorno al vulcano che all’epoca avevano già raggiunto un notevole sviluppo.

Con regio decreto del 31 dicembre 1883 fu costituito un Consorzio per la costruzione e l’esercizio della ferrovia Circumetnea. L’impulso decisivo alla realizzazione della Circumetnea venne dall’ingegnere inglese Robert Trewhella a cui si deve il progetto e la direzione dei lavori della linea. L’11 settembre 1885, Trewhella stipulò un compromesso col Consorzio, in base al quale avrebbe dovuto occuparsi di tutto, dal progetto alla costruzione ed all’esercizio della linea, in cambio dell’esclusività sulla linea e del divieto di concessione di altre linee con lo stesso percorso.

I lavori per la costruzione della ferrovia ebbero inizio nel 1889. Il 2 febbraio 1895 avvenne l’immissione in servizio del primo tratto, da Catania Borgo ad Adernò. Appena sette mesi dopo, il 25 settembre 1895, la ferrovia entrò in esercizio. Restavano però da completare soltanto due brevi tratte: i collegamenti con i porti di Catania e Riposto da utilizzare soprattutto per scopi commerciali che sarebbero entrati in esercizio nel volgere di pochi mesi.

L’ultimo tratto, da Catania Gaito al Porto si inaugurò il 10 luglio 1898. Gli scopi commerciali della ferrovia furono subito evidenti, ma le peculiarità che contraddistinsero la FCE facendone risaltare la vocazione turistica, riguardavano soprattutto quelle inerenti la bellezza del paesaggio attraversato.

Grandi scrittori, quali Goethe e De Amicis, viaggiando con la Circumetnea, restarono affascinati dal paesaggio, dalla natura selvaggia e dal vulcano sempre mutevole.

La storia successiva della linea è stata segnata dalle eruzioni del vulcano che, con le sue colate laviche, ha più volte invaso i binari: si ricordano quella del 1911, del 1923 (che rese necessaria la costruzione di una variante per Castiglione, aperta nel 1927 ed abbandonata poi nel 1962 per instabilità dei terreni), del 1928 e del 1981. Altre distruzioni provennero dalla seconda guerra mondiale.

Nel 1938 furono immesse in servizio, per la prima volta, sei esemplari delle modernissime ALn 56 Fiat, meglio conosciute come “littorine”, versione a scartamento ridotto di quelle che già facevano servizio sulle linee FS. Queste, possedendo caratteristiche di maggior comfort e celerità, presero in carico la quasi totalità del servizio viaggiatori, determinando così, gradualmente, la fine dell’utilizzo delle locomotive a vapore che si completò di fatto nel 1963.

Chi vuole utilizzare la Ferrovia Circumetnea partendo da Catania deve recarsi nella storica via Caronda, ove ha sede la stazione principale della Ferrovia Circumetnea denominata “Catania Borgo”. All’ingresso della stazione di si nota la vecchia locomotiva a vapore n. 14, la stessa che accompagnò Edmondo De Amicis nel suo viaggio.

Dirigendosi verso la periferia di Catania, la linea ferrata taglia trasversalmente il centro urbano sino ad incontrare la prima evidente traccia della presenza dell’Etna: la colata del 1669 che raggiunse e distrusse Catania. Il tracciato assume adesso caratteristiche uniche e tra le case della periferia il binario è fiancheggiato da nere rocce laviche, che non lo abbandoneranno mai fino all’arrivo.

Superato Misterbianco si apre un grandioso panorama verso la montagna con una vegetazione che varia continuamente. Sfilano uno dopo l’altro i popolosi centri abitati che cingono il vulcano su questo versante: Paternò, S. Maria di Licodia, Biancavilla, Adrano.

Se d’improvviso il convoglio si arresta in mezzo alla campagna si tratta di una fermata facoltativa. Fino a qualche tempo fa, queste fermate erano al servizio dei contadini che utilizzavano il treno per raggiungere il fondo agricolo e tornare quindi in paese, adesso possono divenire la base di partenza per interessanti escursioni.

Dalla stazioncina di Passo Zingaro, ad esempio, si puo risalire attraverso una mulattiera in mezzo a coltivazioni di pistacchio e antiche colate sino a monte Minardo, oppure dalla fermata Gurrida si puo raggiungere il vicino lago.

Il paesaggio diventa sempre più selvaggio e le colate laviche più o meno antiche si fanno sempre più frequenti prendendo il sopravvento sugli altri paesaggi, finché, superata la stazione di Bronte il tracciato della Circumetnea si immerge in una colata costituita da lave a corda e raggiunge la sua quota massima all’altezza dell’altopiano di Maletto in contrada Difesa, dalla quale lo sguardo spazia verso i crateri sommitali. Questo è il punto più alto toccato dalla linea ferroviaria (Rocca Calanna) con un’altitudine di quasi 1000 metri.

La fermata successiva è quella di Maletto (località famosa per la coltivazione delle fragole), ultima stazione prima di Randazzo, importante stazione agli antipodi di quella di Catania, dalla quale il treno è partito. A Randazzo si è circa a metà strada: si può fare una sosta per visitare il centro storico prima di iniziare la discesa lungo la valle dell’Alcantara. Il paesaggio adesso è meno aspro e selvaggio e le campagne iniziano ad essere punteggiate da fastose ville.

Il treno conclude la sua corsa alla stazione di Riposto. Per far ritorno a Catania, però, è conveniente scendere alla stazione di Giarre, in modo da prendere, in coincidenza, uno dei tanti treni ordinari delle Ferrovie della Stato della linea Messina-Catania.

L’esercizio è a trazione diesel e diesel elettrica con materiale rotabile composto da 24 automotrici e sei carrozze.

Data la tortuosità della linea, la velocità commerciale e di circa 35 km/h mentre quella massima di esercizio è di 60 km/h; ciò comporta sull’intera tratta una percorrenza di circa 3 ore e 10 minuti.

—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/