La situazione politica nazionale sembra la fotocopia di quella regionale e di tanti comuni dell’Isola, dove si giocano partite politiche molto lontane dai bisogni della gente.
All’Ars ed al Comune di Palermo, sia il presidente della Regione che il sindaco della “capitale” siciliana, pur vivendo un periodo “traballante”, non possono definirsi in pericolo, difesi da quella famosa legge sull’elezione diretta del presidente e del sindaco. Hai voglia ad inciuciare. Se non si dimettono loro nessuno li può smuovere dal trono.
Lo stallo siciliano è molto più grave e complesso di quello nazionale, anche se la miccia sembra essere nata in Sicilia, fucina dei compromessi “storici”.
Da Catania, in questo quadro disarmante, arriva l’ennesima stoccata al presidente della Regione, da parte del coordinatore provinciale del PDL, e deputato nazionale, Gibiino (foto a lato), che manda… un messaggio chiaro a Lombardo: “In Sicilia regna la confusione e ad oggi non è chiaro con chi Lombardo farà il governo regionale del ‘con chi ci sta’. Mentre è chiaro che non governerà e tirerà a campare con una maggioranza risicata. Il presidente Lombardo appare sempre più l’uomo sbagliato al posto giusto”.
L’articolo del sito Osservatorio Sicilia si chiude con una provocazione: “Pensiamo che Berlusconi su una cosa abbia certamente ragione, il Parlamento italiano dovrebbe essere composto da trenta deputati. Tanto, alla fine, novecento e passa teste votano secondo le decisioni di cinque o dieci capi partito. Perché pagare tanta gente per scaldare gli scranni parlamentari?”