Nonostante i locali di via Nervi siano di proprietà comunale, non c’è più speranza di salvare la sezione distaccata del Tribunale di Catania. Consapevoli dell’importanza del servizio che stiamo per perdere, esprimiamo viva preoccupazione circa la situazione dell’amministrazione della Giustizia nel nostro territorio
Non c’è più speranza per oltre mille uffici giudiziari sparsi nel territorio nazionale, la loro chiusura è ormai inevitabile. Nell’elenco dei tribunali da chiudere anche la sezione distaccata di Adrano. Il ministro della Giustizia, Anna Maria Cancellieri, ha ribadito che non si torna indietro sulla riforma e il caos nel sistema giustizia è davvero dietro l’angolo. Per questo motivo le proteste sono state tante in questi ultimi mesi in tutto il territorio nazionale.
Rabbia anche ad Adrano per la soppressione del tribunale cittadino, inserito nell’elenco delle strutture giudiziarie da chiudere. Già nella mattinata di ieri, dall’ufficio giudiziario di Adrano sono stati trasferiti al tribunale di Catania i primi fascicoli relativi alle udienze di ottobre e novembre. A Catania verranno adesso dirottati tutti i procedimenti giudiziari in atto pendenti nel tribunale adranita. Insomma, si preannunciano disagi per i cittadini alle prese con cause penali e civili, perché adesso tutto sarà concentrato a Catania, con il rischio paralisi legato al trasferimento di tutti i procedimenti giudiziari in un’unica struttura. La soppressione della sezione distaccata creerà notevoli disagi logistici anche ai cittadini, costretti a recarsi a Catania per i procedimenti giudiziari, con l’aumento delle relative spese.
Ricordiamo, a tal proposito, che lo scorso 4 febbraio si era tenuta una manifestazione per scongiurare la chiusura della sezione distaccata. Tanti, con la propria presenza, avevano chiesto di mantenere la struttura giudiziaria adranita, i cui locali, siti in via Pierluigi Nervi sono, tra l’altro, di proprietà del Comune di Adrano. La Giunta Comunale, sempre a febbraio, aveva approvato una delibera con la quale chiedeva agli organi competenti la proroga del funzionamento della Sezione del Tribunale. Una richiesta ufficiale, trasmessa, tra gli altri, al Presidente del Consiglio dei Ministri ed Al Ministro della Giustizia che, purtroppo, non ha portato al risultato auspicato.
Sul tema sono intervenuti Giovanni Ricca, Capogruppo del Pdl in Consiglio Comunale, ed Emanuele Pulvirenti, responsabile dell’ass. ObBiettivo Adrano che, in una nota congiunta, esprimono preoccupazione per quella che sarà “la situazione dell’amministrazione della Giustizia nel nostro territorio. In un periodo in cui si parla di emergenza criminalità, – continuano Ricca e Pulvirenti – il venir meno di quello che, da sempre, rappresenta un irrinunciabile baluardo dello Stato, non può essere percepito come un segnale positivo. Per quanto ci riguarda – conclude la nota – continueremo a farci portavoce, ciascuno per le proprie competenze ma in un’azione quantomai sinergica, delle istanze di un territorio che chiede, a ragione secondo il nostro punto di vista, una maggiore presenza dello Stato”.
fonte: TVA
Una vicenda assurda quella della chiusura delle sezioni distaccate. Dal 16 settembre, tutti i fascicoli, le procedure e gli uffici, prima correttamente distribuiti per la provincia di Catania e già di per sè affollati, verranno dirottati in un unica sede, il Tribunale di Catania che, allo stato attuale, versa in condizioni penosamente critiche per la mole di processi e procedimenti che giornalmente vengono trattati nelle poche aule a disposizione (anzi, le aule sono pochissime, parliamo piuttosto di stanzette di 10 metri quadrati con 40 avvocati al suo interno).
Quale sarà il risparmio di questa insulsa manovra? A mio parere nessuno: i dipendenti rimarranno gli stessi, ma saranno costretti a lavorare in condizioni disagiate, per mancanza di locali adatti. Le sedi distaccate dei Tribunali sparsi per la provincia, alcuni anche di nuovissima costruzione, verranno abbandonati e lasciati al naturale deteriorarsi; ma la cosa più grave, sarà certamente quella di non poter più garantire celerità nello svolgimento e conclusione di un processo: aumenteranno pertanto le spese per le parti, per gli avvocati, per coloro che magari, attendono da anni una sentenza loro favorevole, ma che, con questa scellerata manovra, tarderà ancor di più il suo naturale corso.
Non oso immaginare, per concludere, al marasma che si creerà a breve per recarsi ogni mattina nei pressi di Piazza Giovanni Verga a Catania, visto che tutti gli Avvocati della provincia di Catania, saranno costretti per forza maggiore, a giungere in tribunale automuniti.
Una visione non certo rosea, sia per chi, come me, vorrebbe un giorno svolgere questa professione, ma, ahinoi, per chi soprattutto vuole proteggere o acquisire un diritto in sede giudiziale: una visione sempre più offuscata di quel brocardo che i nostri esimi professori Universitari, ripetevano fieri ad ogni lezione: LA CERTEZZA DEL DIRITTO!