Singolare iniziativa del sindaco Pippo Ferrante che ha reso pubblica la sua busta paga da primo cittadino (foto a lato): il suo stipendio è di 3.239,86 euro che, al netto di oltre mille euro di trattenute, diventano 2.228,99 euro. Numeri che il primo cittadino ha elencato, nel corso del comizio che si svolto domenica sera in piazza Umberto per tracciare un bilancio dell’attività amministrativa svolta nei primi tre anni di mandato.
Un gesto di trasparenza che aveva anticipato di qualche ora il comizio e che gli “internauti” avevano già avuto occasione di apprezzare. Il Sindaco aveva infatti messo a disposizione di tutti la propria busta paga nel suo sito/blog pippoferrante.it. Il documento ha registrato molti contatti ed apprezzamenti in pochi giorni. «E’ un atto semplice nell’ambito dell’iniziative volte a favorire trasparenza e legalità – dice Ferrante – in un periodo di crisi economica, rendere pubblica la busta paga del sindaco rappresenta un segnale di fiducia e di vicinanza nei confronti dei cittadini».
Durante il comizio in piazza, il Sindaco ha invitato gli altri politici adraniti (riferimento a chiare lettere all’On. Mancuso) a seguire il suo esempio, rendendo pubblica la busta paga e facendo un bilancio della propria attività politica. E’ proprio questo che ha fatto Ferrante in piazza Umberto, snocciolando numeri e immagini dell’azione amministrativa in questi tre anni di sindacatura.
Ferrante si è anche soffermato sul tema della legalità, ricordando la vicenda legata al presunto tentativo di corruzione al Comune. A tal proposito, ha confermato che, insieme ad un suo assessore, ha denunciato alla Polizia un tentativo di corruzione sull’appalto di manutenzione degli impianti tecnologici comunali, che ha poi portato all’arresto di Vincenzo Fallica, lo scorso maggio (leggi).
Riferimenti anche al tanto dibattuto tema del centro di raccolta Raee (leggi), che Ferrante ha apertamente difeso, dicendosi orgoglioso del fatto che il Wwf abbia scelto Adrano come sede e ribadendo che non sussistono rischi per la salute dei cittadini, bollando come “falsità” le dichiarazioni di chi vedeva in tale centro un pericolo per la città ed i suoi abitanti.
fonte: articolo di Salvo Sidoti sul quotidiano La Sicilia
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