Prosegue la mobilitazione di Agrinsieme Catania in vista della manifestazione anti Imu agricola fissata per lunedì 23 febbraio alle 10 davanti alla prefettura del capoluogo etneo.
Il fronte della protesta contro la tassa ammazza agricoltura ha raccolto in queste ultime ore l’adesione di deputati nazionali, regionali e di numerosi amministratori locali che hanno accettato l’invito di Agrinsieme Catania a partecipare alla manifestazione di lunedì. Tra questi i sindaci di Adrano, Biancavilla, Licodia Eubea Grammichele, Caltagirone, Raddusa, Santa Maria di Licodia, Militello Val di Catania, Palagonia, Mineo, Castel di Iudica.
“Le adesioni degli amministratori alla protesta continuano ad arrivare e siamo sicuri che lunedì mattina in via Etnea, insieme agli agricoltor i, ci saranno la gran parte dei sindaci della provincia, che non possono non condividere le ragioni dei nostri imprenditori”, annunciano dal coordinamento di Agrinsieme.
Intanto, mentre Agrinsieme Catania si prepara a scendere in piazza e ad incontrare il Prefetto per spiegare le ragioni del comparto agricolo, la vicenda Imu registra, in Parlamento, una nuova puntata di questa odissea interminabile che si trascina dallo scorso mese di novembre. Dopo i numerosi provvedimenti che hanno dapprima annunciato, poi sospeso e infine rinviato l’applicazione dei nuovi criteri di calcolo sull’imposta, arriva la notizia che le sanzioni per il mancato pagamento della tassa sono sospese fino al 31 marzo. La certezza si è avuta ieri con la votazione della commissione Finanze del Senato, che si è espressa favorevolmente sull’emendamento al decreto 4/2015 che annulla le sanzioni fino a fine marzo.
“La sospensione delle sanzioni per chi non ha pagato l’Imu sui terreni agricoli era auspicabile vista la confusione creata dal Governo , che su questo argomento ha cambiato la propria posizione così tante volte da spiazzare completamente una intera categoria di imprenditori agricoli e coltivatori”, affermano da i membri del coordinamento che include Cia, Confagricoltura, Confcooperative, Legacoop e Agci.
“Ribadiamo che per noi la tassa va cancellata, non bastano rinvii e sospensioni delle sanzioni. Le nostre iniziative di protesta continueranno per sollecitare il Governo a rivedere in modo radicale le storture attuali del provvedimento, per evitare che gli agricoltori debbano pagare un’imposta che non rispetta i principi di sostenibilità, equità e ragionevolezza e che rischia di affossare un intero comparto”.
“Bisogna mettere al primo posto gli interessi degli operatori del settore, non è possibile continuare ad essere vessati in questo modo, solo facendo sentire in maniera forte la nostra voce possiamo sperare che qualcosa cambi, ecco perché invitiamo tutti a essere presenti e a dare manforte alla manifestazione provinciale del 23 febbraio.” concludono i rappresentanti del coordinamento Agrinsieme Catania.
La Cia Palermo terrà nella stessa giornata cinque presidi in altrettanti paesi classificati come comuni di fascia costiera e quindi soggetti al pagamento della tassa entro il 31 marzo. Si tratta dei comuni di Partinico, Cerda, Montemaggiore Belsito, Lascari e Sciara: qui le delegazioni della Cia provinciale incontreranno i sindaci e le amministrazioni per chiedere di associarsi alle richieste del comparto e di manifestare in Prefettura il dissenso per “una tassa iniqua”. “Lo Stato deve assolutamente invertire rotta – ha detto il presidente provinciale Antonino Cossentino – non è tassando i terreni agricoli che si può risollevare il settore dalla forte crisi degli ultimi anni. Gli agricoltori non ci stanno, applicare l’Imu agricola è come tassare la scrivania di un qualunque impiegato. Le nostre aziende già sopportano un carico fiscale e burocratico insostenibile, mentre avremmo bisogno di maggior sostegno istituzionale. Consideriamo la partita ancora aperta perché è una tassa iniqua, che incide pesantemente sui costi di produzione e mette fuori gioco le nostre aziende dalla competizione con l’estero.L’agroalimentare concorre per 25 miliardi di euro l’anno all’erario italiano ed è un settore trainante e una significativa forza economica. Se funziona l’agricoltura, funziona il Paese”.
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Fonte: blogsicilia