Seduta infuocata. La segretaria del Pd, costretta ad abbandonare il Consiglio, organizza una protesta in aula con parenti ed amici.
Seduta consiliare all’insegna delle polemiche quella svoltasi martedì sera ad Adrano.
E’ stato il giorno dell’insediamento dei tre consiglieri comunali subentrati ai decaduti: in Consiglio non siedono più Adele Trovato e Pietro Mavica (Pd) e Pietro Scalisi (Impegno e Territorio). Si sono insediati al loro posto Pino Lo Re (Pd), Agatino Scardina (che finora non ha fatto cenno alla propria collocazione politica, pur sembrando orientato verso l’Udc) e Giuseppe Santangelo, che ha aderito a “Impegno e Territorio”.
Da sottolineare che Lo Re e Scardina, come in precedenza aveva fatto il consigliere Petralia (anche lui del Pd) hanno annunciato di rinunciare agli emolumenti legati alle sedute in consiglio ed alle commissioni consiliari.
Entrando nel merito della decadenza dei tre consiglieri, Lo Re ha parlato di “un atto grave, inficiato da illegittimità e inadempienze”. Momenti di tensione si sono registrati in aula quando il Presidente del Consiglio, Brio, ha invitato Lo Re a concludere il proprio intervento, dato che aveva superato i 5 minuti previsti: dopo un acceso diverbio, Brio ha tolto la parola a Lo Re, sospendendo il Consiglio per 30 minuti.
E’ giunto quindi il momento “cult” della serata: alcune persone presenti tra il pubblico, tra cui erano facilmente riconoscibili alcuni esponenti dei Giovani Democratici (il movimento giovanile del Pd), alcuni loro parenti e la stessa ex consigliere Trovato, hanno iniziato a rumoreggiare. In tutto una decina di persone che al grido di “ladri”, “vergogna” e “fascisti” (??), rivolto ai consiglieri, decideva di abbandonare l’aula o veniva invitato a farlo dagli agenti della Polizia Municipale (vedi foto a lato e sotto).
Ecco che, purtroppo, quello che temevamo si è puntualmente verificato: chi ha commesso un errore, invece di ammetterlo, ha avanzato ipotesi di complotti politici, ha parlato di vulnus democratico, ha elencato una serie di negligenze altrui per giustificare la propria ed ha organizzato una manifestazione anacronistica, discutibile e fuori luogo.Non si addice al segretario di un partito, né ai suoi rappresentanti giovanili, una simile reazione in un’aula consiliare. Dinanzi ad un provvedimento ritenuto iniquo, le proprie ragioni andrebbero fatte valere presso le sedi deputate. Sarebbe, di certo, sembrata opportuna (e forse sufficiente) una nota del partito sulla questione; il fatto che non ve ne sia stata traccia solleva più di un dubbio sulla coesione nel Pd. Il paradosso è che il “ladri” urlato ai consiglieri è rivolto anche ai compagni di partito che l’hanno “sostituita” ed un po’ anche a sé stessa, dato che fino a pochi giorni prima anche lei sedeva su quei banchi!
Unico risultato ottenuto da questo modus operandi è stato quello di aumentare, in un momento già difficile per la nostra città, la sfiducia dei cittadini verso le istituzioni.
La giovane segretaria del Pd locale, con la sola componente giovanile al proprio fianco, sembra più che mai in confusione. E’ tuttavia chiamata, in tempi brevi, ad un esame di coscienza che le permetta di valutare con maggiore lucidità ciò che le sta accadendo intorno, al fine di compiere una scelta che metta da parte le vecchie logiche, per dar spazio a quella voglia di cambiamento che si respira in città. Forse, ora più che mai, invece di gridare, sarebbe il caso di guardarsi da chi, tra i suoi stessi “compagni”, vorrebbe metterla alla porta.
Passando a questioni più rilevanti, in Consiglio è stata trattata la questione della sezione distaccata del tribunale: all’unanimità (18 voti favorevoli) è stato approvato il documento con il quale verrà avanzata ufficialmente la richiesta per il mantenimento della struttura giudiziaria di Adrano.
Nota a margine, legata alla nuova legge elettorale. L’ingresso in Consiglio di Pino Lo Re rende incompatibile un assessore, Antonio Di Marzo, cognato di Lo Re: la norma prevede la decadenza obbligatoria degli assessori con parenti fino al secondo grado in Consiglio Comunale. A dover lasciare deve essere l’assessore e non il consigliere, dato che la carica ricoperta da quest’ultimo è elettiva. Il nuovo assessore dovrebbe essere Enzo Maccarrone.