La signora, qualche giorno prima, riceve una chiamata: «Pronto, qui Humanitas, telefono per conto del professore…». La signora comincia a tremare, ha paura, crede di ricevere tra qualche secondo una brutta notizia: una ricaduta, un nuovo ricovero, qualche riscontro positivo che potrebbe distruggerle la vita, una vita già indebolita dall’aver da poco scampato un cancro. «Lei sa dell’eccellenza della nostra clinica, bla bla bla…». La signora Oliva ha paura ma non vede l’ora di conoscere il “fulcrum” del discorso. Ed ecco, come un fulmine a ciel sereno, arriva l’esplicita richiesta: «Pertanto, visto che è una nostra paziente, il professore la invita a votare per l’onorevole Sammartino». L’iniziale sollievo della donna, nel sapersi sana, viene subito assorbito dalla rabbia, dallo stupore, dall’incredulità nell’aver appena ricevuto quella proposta.
«Signorina, si vergogni lei e il professore – scrive Rosa Oliva sulla sua pagina Facebook – sappia che ha violato la privacy, che mi ha sottoposto a uno stress psicologico che dura ancora, sappia che è vero, sono in un stato di bisogno, ma la mia dignità mi impedirà di stare zitta. Sappia che i siciliani non sono solo pecoroni dediti al malaffare e figli di malavitosi. Sappia che i siciliani sanno essere dignitosi, sappia che anche i malati di cancro hanno dei diritti». La signora non riceve più alcuna spiegazione, se non la beffa di sentirsi dire: «probabilmente lei è di un gruppo politico contrapposto a quello di Sammartino».
Rapide e secche arrivano le prevedibili smentite del centro “Humanitas” nonché, con una lettera sul giornale LA SICILIA del 7.10.12, da parte del candidato, Luca Sammartino, che si difende scrivendo: “Gli articoli web che sono stati pubblicati hanno tirato in ballo l’Humanitas impropriamente, in quanto a seguito di una prima ricostruzione della vicenda che mi ha travolto, peraltro senza ascoltare la mia voce e il mio pensiero, emerge che la struttura non è mai stata coinvolta in questa vicenda. Alcune persone a me vicine, del tutto autonomamente, con i propri mezzi – e, ribadisco, non con quelli della struttura – hanno telefonato semplicemente per informare i cittadini – e non solo i pazienti – e per sostenere la mia candidatura, avanzata col reale intento di rappresentare i giovani e di scalzare le vecchie logiche“.
Da queste parole, dalla superficialità della risposta, tendente a minimizzare, deriva, a nostro parere, la ancor maggiore gravità della vicenda. Giustificarsi affermando che le chiamate sono state fatte ANCHE AI PAZIENTI, per informare e sostenere una candidatura (come se già i manifesti attaccati ovunque in giro per la provincia non bastino a conoscere i sorrisi dei “nostri” candidati onorevoli), non è altro che un tentativo di giustificare l’accaduto. Non è per caso una grave violazione della privacy, il solo fatto di avere di utilizzare i numeri personali dei pazienti di una clinica oncologica???
Stupiscono ancor di più le parole del candidato Sammartino, specie se si considera che la madre di quest’ultimo, Annunziata Sciacca, ex dirigente della Ausl3, è la Direttrice Sanitaria del centro Humanitas.
Per dovere di cronaca, riportiamo che nel giro di poche ore era arrivata – attraverso l’Ansa – anche la smentita del centro di oncologia che dichiara “la propria totale estraneità sulle notizie apparse su fonti online riguardanti presunte telefonate effettuate recentemente a supporto di un candidato alle elezioni regionali in Sicilia. L’ospedale – aggiunge l’Humanitas – si riserva di valutare l’accaduto ed è pronto a tutelare il proprio nome in tutte le sedi più opportune”.
A questo punto, la domanda sorge spontanea: le dipendenti dell’ “Humanitas” chiamano i loro pazienti per sponsorizzare la candidatura del figlio della Direttrice?