Dalla ricostruzione dettagliata delle circostanze che portarono all’acquisizione dei vapori “Lombardo” e “Piemonte” attraverso Giambattista Fauché, procuratore ed amministratore della società marittima Rubattino, in questa sua opera di esordio, l’Autore ricostruisce i misteri della spedizione dei Mille.
Rapporti e relazioni poco note di parte borbonica in possesso dell’Ufficio Storico dell’Esercito, memorialistica ormai rara, sono le parti di scarsa diffusione cui si rivolge questo lavoro scritto, senza farne mistero, con l’intento polemico se non di abbattere almeno dissacrare tutti quei falsi miti, quelle interessate agiografie, quelle autocelebrazioni storiografiche – quelle bugie, insomma – che hanno alimentato la spedizione di Garibaldi, contribuendo in un secolo e mezzo a costruire l’intoccabilità del Risorgimento con le innumerevoli menzogne sulla fine del Regno delle Due Sicilie.
Luciano Salera mette a disposizione del lettore un patrimonio di note, citazioni, richiami, confronti, riferimenti e riscontri che lo colloca, a buon diritto, tra i tentativi meglio riusciti di scrittura di una contro-storia del Risorgimento, che non vuol rivolgersi solo a chi già ne sa qualcosa, ma, principalmente, a chi ne sa poco o addirittura niente e quel poco che, eventualmente, sa è costituito da nozioni scolastiche, storielle, marce trionfali, inni e poesiole da prime classi elementari. Una contro-storia documentata, che prende le mosse proprio dai tantissimi, fantasiosi scritti che hanno contribuito a creare un mito risorgimentale basato sull’esaltazione del vincitore e, quello che è peggio, costruito sulla rapina, sul massacro e sull’umiliazione del popolo meridionale.
L’Autore orienta tutto il suo impegno a ricostruire finalmente una storia verità non inventata, non succube della vulgata imposta da una sciocca e retorica propaganda.”
Ha scritto per la prima volta sulla spedizione dei Mille, i suoi “misteri” e le vicende che portarono, in nove mesi, alla morte di un Regno ed alla nascita di una “questione meridionale” di cui, prima, non s’era mai sentito parlare.
“…Amanti della verità quali siamo, non abbiamo altro obiettivo
che dissipare la nuvola di pregiudizio e di inganno
che ha, fin qui, oscurato la narrazione di quegli eventi
agli occhi di molti che ne condannerebbero come noi gli autori,
se conoscessero il vero carattere della Rivoluzione
che ha creato la cosiddetta unità d’Italia.
Noi la giudicheremo non dalle invettive dei suoi nemici,
ma dalle confessioni degli amici,
molti di loro complici e alleati dell’arcicospiratore Cavour.
Una cosa sola chiediamo ci sia riconosciuta:
il principio da cui siamo partiti, e cioè che la falsità non diventa verità
perché viene asserita da uno statista o da un re,
e che il furto non cessa di essere disonesto e disonorevole
quando il bottino è un intero regno.”
Numero di pagine: 540+32 di illustrazioni
Prefazione di Gabriele Marzocco
Editore: ControCorrente