di ANTONIO FRASCHILLA su repubblica.it
Stop da subito agli enti non in regola con i contributi, prepensionamenti immediati, impegno a risolvere i contenziosi per pagare gli stipendi pregressi e istituzione di un fondo di garanzia per i lavoratori in esubero. Ma soprattutto, conferma del taglio del 30 per cento dei fondi regionali con l’impegno a recuperare queste somme dai finanziamenti europei. È il piano del governo presentato alle parti sociali del settore della formazione, da giorni in subbuglio con i lavoratori che protestano in piazza.
Ma i sindacati non ci stanno e continuano lo stato di agitazione: “Il governo non si è impegnato a mettere un solo euro in più per affrontare le emergenze, e poi chiediamo un incontro con il presidente della Regione”, dice il segretario della Cisl, Maurizio Bernava, dopo che all’ultimo minuto Lombardo ha dato forfait per andare a inaugurare il nuovo centro Ikea a Catania.
A Palazzo d’Orleans, comunque, ieri l’assessore alla Formazione Mario Centorrino, ha presentato un accordo quadro ai sindacati e ai rappresentanti degli enti di formazione, nel tentativo di bloccare la protesta dei lavoratori, che da giorni assediano la sede dell’assessorato in via Ausonia e organizzano sit-in in piazza Indipendenza. L’accordo prevede al primo punto l’avvio della revoca dell’accreditamento per gli enti che non sono in regola con i contributi, e poi l’obbligo di utilizzare i risparmi derivanti dal definanziamento degli enti in un fondo “di garanzia” per i lavoratori in esubero assunti entro il 31 dicembre 2008.
Il governo propone poi l’istituzione di un ente bilaterale, finanziato con i fondi del settore della formazione, per garantire indennità ai “lavoratori dimissionari” grazie agli esodi incentivati: in modo tale da avere la certezza, tra tagli degli enti e prepensionamenti, di arrivare entro il 2015 con circa 2 mila dipendenti in meno. Nel piano è confermato non solo il parametro unico del finanziamento ora/corso a 135 euro, ma anche il taglio del 30 per cento dei fondi regionali garantiti fino allo scorso anno al Prof. In sintesi, il Prof 2011 dovrà essere finanziato fino a 194 milioni dalla Regione, e per arrivare alla quota dello scorso anno, 243 milioni, si farà ricorso ai fondi europei.
Rimane quindi un punto interrogativo: oggi in cassa la Regione ha solo 120 milioni, e per arrivare ai 194 previsti nel piano si fa riferimento soltanto a una richiesta “di sostegno da parte di tutte le forze politiche e sindacali per trovare i fondi all’Ars in sede di approvazione del bilancio”. Sul fronte degli stipendi pregressi il piano prevede l’avvio di una task force in assessorato per “sbrigare entro giugno tutte le pratiche sulle pendenze pregresse”.
I sindacati giudicano però insufficiente il piano del governo, mentre i lavoratori (ieri una delegazione ha partecipato all’incontro a Palazzo d’Orleans,) assicurano che continueranno la protesta perché non c’è alcuna certezza sul pagamento immediato degli stipendi e in serata hanno bloccato il traffico in piazza Indipendenza: “La Regione non fa alcuno sforzo finanziario per affrontare le emergenze – dice il segretario della Cisl, Bernava – Così si consegna la piazza agli sciacalli e alle lobby politiche che soffiano sul fuoco della protesta”.
“Siamo d’accordo sulla filosofia della riforma, ma rimane il problema della mancanza dei fondi regionali”, dice Giovanni Lo Cicero della Cgil. Lombardo però sostiene il piano di Centorrino: “Occorre che il settore imbocchi una strada precisa, quella cioè di una formazione che produca risultati positivi e non cresca nel numero dei formatori”. Il deputato del Pdl, Nino D’Asero, propone invece un ddl all’Ars “per far fronte con urgenza al pagamento degli stipendi”.