Al ricevimento negli affrescati saloni ottocenteschi brindavano gli ospiti del presidente Lombardo, duecento invitati «esterni» e circa cinquanta autorità di Catania e provincia, proprio il minimo indispensabile.
Il governo regionale in grande spolvero era quasi al completo, da Titti Bufardeci a Michele Cimino, a Lino Leanza, a Mario Centorrino e a Caterina Chinnici, assenti giustificati Nino Strano e Gaetano Armao in missione negli Stati Uniti. Il governo nazionale era rappresentato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa e dal sottosegretario Gianfranco Micciché, entrambi pimpanti. Grandi manifestazioni di amicizia. Ma La Russa, coordinatore del Pdl, non vedeva come il fumo negli occhi la Giunta Lombardo e lo stesso Micciché? Vuoi vedere che sta scoppiando la pace, visto che il ministro ha parlato a lungo col presidente della Regione? Ma no, ma no, quella del ministro era soltanto una presenza di cortesia, da qui alla «pace» ce ne corre. Si vedrà tutto dopo le elezioni regionali di marzo, intanto sorrisi e abbracci istituzionali. E poi Sant’Agata unisce tutti.
C’era ovviamente l’arcivescovo di Catania mons. Gristina, il prefetto Santoro, il questore Pinzello, e tanti sindaci da Raffaele Stancanelli ad altri venuti da fuori, persino Zambuto da Agrigento, presidenti di Corte d’appello, procuratori generali come il catanese Gianni Tinebra, procuratori della Repubblica, tra cui quello di Catania Vincenzo D’Agata (recentemente indagato), presidenti di Provincia come Pino Federico di Caltanissetta, politici palermitani del calibro di Dore Misuraca e Francesco Musotto, quasi tutti con le rispettive mogli, elegantissime, mancava Giuseppe Castiglione (insieme a vari esponenti del Pdl “lealista”), che pur formalmente invitato ha rinunciato perché «impegnato per la tradizionale offerta dei fiori alla Santa al passaggio davanti alla sede della Provincia». Tra i giornalisti il condirettore responsabile del «Giornale di Sicilia» Giovanni Pepi. Presenti anche i direttori generali della Regione, molti dei quali non avevano mai visto la festa di Sant’Agata. Non è il caso dell’ex commissario al Comune Enzo Emanuele, oggi segretario generale della Presidenza della Regione. Lui la festa l’aveva già vista. Presenti anche vertici ospedalieri (Poli e Pellicanò) e industriali come Alfio Puglisi Cosentino. Anche attori catanesi al banchetto come Guia Jelo e Gilberto Idonea che hanno animato la serata. Un gruppetto di ragazzi, molto composti per l’occasione, era capeggiato dai due figli di Lombardo.
Politica e mondanità come ai tempi della belle époque, se si fosse anche ballato poteva essere una scena del Gattopardo con Angelica e Tancredi in pista. Ricco il buffet del lentinese Navarria. Ci sono bravissimi pasticcieri a Catania, però Navarria è considerato il top.
Ma perché il presidente Lombardo e la deliziosa consorte Rita hanno organizzato il conviviale? Perché la maggior parte degli invitati non aveva mai visto la festa di Sant’Agata, la devozione e il tripudio dei «cittadini tutti», decine e decine di migliaia di fedeli dietro il fercolo della martire catanese. Ciccio Musotto esclama entusiasta: «Ma io dove sono stato finora?», mentre anche Micciché e altri si riversano sui balconi per vedere passare la Santa.
Abbiamo rivisto con piacere vecchi amici come il giudice Paolino Lucchese, consigliere di Cassazione, che da pretore di Gela mantenne tranquilla quella irrequieta piazza prima che la mafia scatenasse il finimondo dopo il suo trasferimento.
E’ stata una festa tra religiosità e mondanità come se ne sono viste poche, con i reggitori della Regione e i rappresentanti delle Istituzioni che si sono concessi una serata elegante e spensierata nel nome di Sant’Agata. Domani è un altro giorno, domani ci sono gli Ato, il Piano casa, il dissesto idrogeologico e tutta la montagna di problemi in attesa di rapida soluzione. Coraggio. E che Sant’Agata vi illumini.
articolo di Tony Zermo su La Sicilia di oggi – foto: La Sicilia
A VOI OGNI POSSIBILE COMMENTO!
«Una cena che stride fortemente con l’attuale clima economico siciliano» sostiene il Pdl. Il primo firmatario, Fabio Mancuso, nell’atto ispettivo, ricorda i licenziamenti all’Italtel, la preannunciata chiusura della Fiat di Termini Imerese e la crisi grave del comparto agrumicolo. «Si avverte un forte disagio nei confronti delle tante famiglie che, in Sicilia, non riescono più a far quadrare i conti e – dice – che chiedono spiegazioni su un avvenimento ampiamente richiamato dai mass media».
L’interrogazione è firmata anche dal capogruppo Innocenzo Leontini, e dai deputati Pippo Limoli, Antonino Beninati, Roberto Corona, Antonino D’Asero e Nino Bosco. I deputati chiedono «quali sono le finalità istituzionali di una cena di gala esclusiva, inserita nel contesto di una celebrazione religiosa? Quanto è costata e con quali fondi è stata pagata? Con quale criterio sono stati fatti gli inviti?».
«Qualsiasi ostentazione di ricchezza, di sfarzo o di potere è inopportuna. Occorre assumere piuttosto comportamenti di sobrietà», sostiene il pidiessino Giovanni Barbagallo. Il deputato regionale ha chiesto di sapere «a quanto ammontano le spese sostenute dalla presidenza della Regione, quali sono stati i criteri adottati nella scelta degli invitati e le ragioni per le quali è stato organizzato un evento mondano all’interno di una festa religiosa».
fonte: La Sicilia
In merito alla cena organizzata dal Presidente della Regione in occasione delle festività agatine, oggi all’Ars sono stata presentate le seguenti interrogazioni:
– N. 1018 – Notizie in ordine all’organizzazione, da parte della Presidenza della Regione, di un evento mondano in occasione della festa di S. Agata a Catania.
Firmatario: Barbagallo Giovanni
– N. 1021 – Notizie in ordine alla cena di gala tenutasi in occasione dei festeggiamenti per la Santa Patrona di Catania.
Firmatari: Mancuso Fabio Maria; Leontini Innocenzo; Limoli Giuseppe; Corona Roberto; Beninati Antonino; D’Asero Antonino; Bosco Antonino
Evidentemente in molti attendono risposte!
La Sicilia (08/02/2010) – La cena data dal presidente Lombardo la sera della festa di Sant’Agata a palazzo del Toscano ha fornito spunto a polemiche. Due le e-mail di lettori. Salvatore Vasta chiede chi ha pagato per la cena, e Renato Marletta scrive che «il meraviglioso spettacolo delle candelore con le loro “annacate” non si ammirano sicuramente affacciati ai balconi, ma scendendo tra la gente in mezzo alle bancarelle di torrone, di calia e semenza. Probabilmente di religioso nella festa a palazzo del Toscano ci sarà stata la preghiera prima della cena, ammesso che mons. Gristina se ne sia ricordato».
Di tenore più politico la dichiarazione dell’on. Saverio Romano, segretario siciliano dell’Udc: «Raffaele Lombardo, aspirante Luigi XIV in salsa provinciale. E’ l’immagine che viene fuori dallo sfarzo della festa – con tanto di resoconto giornalistico a pagina intera – che il presidente della Regione “Re Sole” ha voluto per celebrare il proprio regno e per essere celebrato, dando prova di scarsa sensibilità per il grave momento economico e sociale che la Sicilia sta attraversando, in un’atmosfera di decadente cattivo gusto e di assoluta noncuranza per per ciò che la nostra Isola vive. Con la scusa di celebrare Sant’Agata, Lombardo ha dato prova di non badare a spese – contrariamente a quanto predica circa la necessità del rigore nei conti della Regione – pur di ostentare in modo kitsch la propria potenza di fuoco di ricchi premi e cotillons. A Termini Imerese avranno sicuramente gradito, ma anche disoccupati, le famiglie monoreddito, i giovani laureati con le valigie in mano, gli agricoltori in dissesto economico e tanti altri. Chissà se Sant’Agata preferisce essere festeggiata in questo modo. Chissà!».
Il presidente Lombardo ha così risposto: «Gli inviti sono stati spediti del nostro cerimoniale. Per la verità ho dato finora pochissimi ricevimenti e ho colto l’occasione della festa di Sant’Agata per farla vedere a quelle autorità istituzionali che non ne cononoscevano la bellezza. Sono comunque pronto a dare tutte le spiegazioni a chi le chiedesse. Quanto all’on. Saverio Romano, uno dei fautori del partito dello sperpero, ha perso una buona occasione per stare zitto».