Le ingenti risorse economiche serviranno, appunto, per l’ammodernamento della tratta ferroviaria in questione, in particolare per l’ultimazione di tutte le opere necessarie a mettere in esercizio anche la tratta intermedia di Biancavilla, tra Adrano e Santa Maria di Licodia, i cui lavori di scavo della galleria sono in corso di esecuzione e per gli interventi volti a definire in tutti i suoi aspetti, l’intero tratto rinnovato extraurbano della Paternò-Adrano.
«I 60 milioni di euro in arrivo provengono dai fondi comunitari che la Giunta regionale, guidata dal presidente Raffaele Lombardo – si legge in una nota della Fce – alla fine dello scorso anno aveva deciso di destinare proprio alla Ferrovia circumetnea, puntando sulle capacità che l’azienda etnea, retta dal commissario governativo Gaetano Tafuri, ha dimostrato negli ultimi due anni e mezzo, portando avanti con impegno tutti i progetti avviati, e avviandone di nuovi per la costruzione di importanti infrastrutture ferroviarie nel territorio etneo. In questo modo i soldi, che dovranno essere necessariamente spesi entro il 2015, saranno impiegati certamente per migliorare le condizioni di trasporto in Sicilia, con conseguente miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti».
Altro importante passo, dunque, verso il completamento di una delle più importanti opere pubbliche della zona etnea degli ultimi decenni. E si procede a ritmo serrato, considerato che dopo la messa in esercizio della tratta realizzata in galleria in territorio di S. Maria di Licodia, tra non molto le littorine della Fce attraverseranno la tratta in sotterranea anche in territorio di Adrano. I lavori di scavo lungo i due chilometri interrati ad Adrano sono stati già ultimati da tempo, sono in corso le operazioni di rifinitura e di ultimazione degli impianti tecnologici. Da contrada Naviccia la linea ferrata si sviluppa in sotterranea per poco più di due km, attraversa quindi un tratto della Statale 284, la zona Monterosso, via Vittorio Emanuele,e la zona di Sant’Agostino sino a raggiungere il quartiere Cappellone, dove i binari tornano in superficie.
fonte: quotidiano La Sicilia