Già nel dicembre 2009, il gruppo aveva promosso una petizione che ha raccolto un migliaio di firme, in parallelo alle denunce di un’altra associazione, Symmachia, che si è pure occupata del non corretto funzionamento dell’impianto. «Ne è seguito – raccontano da Rifiuti Zero – un incontro con il sindaco Giuseppe Glorioso, nel quale è stato ammesso che la struttura è obsoleta. Poi è stata data una ripulita, ma il problema resta tale e quale e, a parte i disagi, non sappiamo quali sono le conseguenze ambientali».
Anche quando piove, qui la scena si fa drammatica: «Si formano fiumi d’acqua e cascate che abbiamo anche documentato, una situazione molto pericolosa». Un mix di acqua e melma maleodorante si riversa sugli agrumeti: i residui sono visibili anche adesso. Il muro a sud dell’impianto da cui si rovescia il “fiume nero” è gonfio: «Rischia di cedere», avverte un agricoltore. Infine, un’annotazione sulle bollette idriche che a migliaia stanno arrivando con i consumi arretrati del 2006, 2007 e 2009 nelle case dei biancavillesi. In fattura c’è e pesa parecchio pure la voce “depurazione”. Un servizio che di fatto è inesistente. Anche su questo fronte, l’associazione ambientalista è chiara: «Se tutto funzionasse, nulla da dire. Ma in tal caso, la tassa risulta una pura ingiustizia».