Vittorio Fiorenza sul quotidiano La Sicilia
In quaranta, scienziati, ricercatori ed esperti di materie ambientali, provenienti da 14 Paesi europei. Tute bianche, speciali mascherine, protezioni ai piedi e alla testa contro il rischio amianto che qui è in agguato. Lo scenario sembra quello di una centrale nucleare, ma le rocce laviche e il tipico pietrisco grigio ci riportano a Biancavilla. Monte Calvario, fonte delle fibre cancerogene di fluoroedenite contenute nelle rocce, frantumate fino al 1998 per ricavarne materiale per l’edilizia. Il gruppo di esperti, impegnato in questi giorni all’Università di Catania, nell’ambito del progetto Grabs per il miglioramento degli ambienti urbani con la mitigazione degli effetti climatici, non ha voluto evitare la tappa di questo sito di interesse nazionale per l’eccezionalità dell’inquinamento naturale, causa di decine di decessi per tumore pleurico. Ad accogliere i ricercatori, l’assessore all’Ambiente Antonino Benina e il responsabile dell’ufficio tecnico comunale, Placido Mancari. A Villa delle Favare si è poi svolta una sessione dedicata interamente al “Caso Biancavilla”, da cui sono derivati i contributi di idee per la bonifica e il risanamento di monte Calvario per farne un parco verde con gli accorgimenti – è qui la novità dell’apporto – contro i cambiamenti climatici.
Dunque, da fonte del minerale-killer, causa di decine di decessi per mesotelioma pleurico, a polmone verde di Biancavilla: un parco urbano in cui rilassarsi e passeggiare. Monte Calvario, la zona da cui, attraverso l’attività di cava per la produzione di materiali edili, si sono diffuse le fibre cancerogene di fluoroedenite (simili all’amianto), attende la bonifica e la rinaturalizzazione. Il piano finale prevede un’oasi con tanta vegetazione estesa per 20 ettari. Per i suggerimenti e le ipotesi progettuali si sono mobilitati decine di esperti internazionali, che dopo il sopralluogo di mercoledì pomeriggio a monte Calvario, giovedì scorso si sono riuniti per un seminario scientifico a Villa delle Favare. Giornate di studio che hanno chiuso la due giorni dell’Università di Catania sul progetto Grabs sulla cooperazione interregionale per fronteggiare il cambiamento climatico derivante dal surriscaldamento globale. Diane Smith è responsabile del progetto Grabs e referente della Tcpa, un’organizzazione non governativa per la tutela ambientale di Londra. “Sarebbe fantastico – dice – pianificare in questa zona, un’area verde per gli abitanti di Biancavilla, dove potersi rilassare e passeggiare e soprattutto adattandola alle punte di caldo che si registrano qui in estate”. Sulla stessa linea Christine Schwaberger, responsabile provinciale dell’Ufficio pianificazione della città di Graz, in Austria: “Qui immagino alberi, laghi artificiali, sentieri, un’area per le famiglie e i loro bambini. Da un lungo di morte, insomma, a luogo di vita”. Il seminario, aperto dal sindaco Giuseppe Glorioso, è stato promosso dalla società “Etnambiente” e dal Comune. Un’emergenza ambientale, quella di Biancavilla. E pure sanitaria, con i decessi (fuori media) per tumore alla pleura. “La problematica che vive Biancavilla – spiega sotto un’altra ottica Mariagiovanna Laudani, project manager di Etnambiente – va considerata paradossalmente come una risorsa di sviluppo, in quanto l’attenzione nazionale ed europea fa sì che si possano trovare delle soluzioni. In questa direzione va il progetto, legato alla vivibilità delle aree urbane, che riguarda Biancavilla, ma è allargato pure all’area del Simeto con Paternò, Santa Maria di Licodia, Adrano”.
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